Il pappagallo del nonnaccio
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Mio nonno paterno aveva una fervida passione per i pappagalli. L'ultimo di una lunga serie si rilevò un conuro capoazzurro dagli occhietti semichiusi, di nome Paulie, soprannominato 'Il Brasiliano,' in quanto il piumaggio si associava alla bandiera del Brasile.
Il nonno con Paulie ebbe una dedizione senza precedenti, dall'alimentazione alla pulizia spendendo ore e ore in veranda per insegnargli a parlare.
Mi ricordo che dieci anni fa, quando nonna morì d'infarto, il nonno appariva più afflitto per la candida del pennuto in questione che per quella che era stata una brava moglie per ben mezzo secolo. Da quel momento in poi iniziai a manifestare disprezzo per quel "pappagallaro" esageratamente fissato, considerando pure che una forma di avversione c'era già, visto che non aveva alcuna stima nei miei confronti. Non per nulla, spesso mi dava del coglione. Un'altra caratteristica principale del nonnaccio era la sua tirchieria, tant'è vero che da bambino non mi comprava nemmeno un gelato.
Nonostante il nostro rapporto non fosse dei migliori, alla sua recente dipartita, causata da un brutto male, inaspettatamente mi ha lasciato un'eredità di circa quattrocentomila euro, a patto che io accettassi la sua ultima volontà espressa nella scheda testamentaria, ovvero di continuare io stesso a prendermi cura di Paulie. Pur non essendo un amante dei pappagalli, sarei stato... un coglione se avessi rifiutato.
A casa, sistemai quel "pollo colorato" in soggiorno, relegandolo dentro una gabbia oppure piazzandolo libero sopra un trespolo di legno. Notai fin da subito che, a differenza di quando il vegliardo era in vita, Paulie parlava poco, oltre a ciò tendeva ad assumere un'espressione tipica del nonno, cioè sgranare di tanto in tanto gli occhi e inarcare la testa di lato. Ipotizzai che potesse trattarsi di un'imitazione, d'altro canto il volatile non conosceva altri che il suo vecchio padrone.
Ma non è tutto, sembrava prestare particolare attenzione alle conversazioni, comprese quelle telefoniche, di cui una degna di nota va raccontata.
Al telefono, a Mirella, la mia ragazza, comunicai che, data la grossa disponibilità economica, progettavo di acquistare una BMW, una tenda da trekking, una barca, un set di attrezzi per la pesca, una mountain bike e di regalarle un paio di borse di Gucci.
Appena finii di stilarle la lista dei desideri, in men che non si dica, vidi Paulie aggrapparsi alle sbarre della gabbia e ad agitarsi freneticamente, reiterando un fastidioso "No! Non ti permettere!"
Avvertii un senso di angoscia e soggezione, al punto che dovetti inventare una scusa a Mirella e riattaccare velocemente la cornetta. Benché il pappagallo si fosse zittito, uscii quasi correndo dal salone per rifugiarmi in cucina. Mi venne in mente il nonno che, avarissimo com'era, odiava gli sperperi, difatti non perdeva mai l'occasione di etichettarmi come uno scialacquatore dalle mani bucate.
Nel cercare di trovare una prova che avvalori la mia tesi, con un po' di coraggio, ho deciso di stuzzicare il pappagallo, a mia volta a mo’ di pappagallo, con delle brevissime frasi ripetitive del tipo: "Nonno, sei tu?"
Dopo innumerevoli tentativi, finalmente... ha aperto il becco.
«Certo che sono io, coglione!» ha esclamato il volatile gracchiando e per di più strabuzzando gli occhi e piegando la testa di lato.
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L'esorcista? Semmai chiamerei il mio rosticciere di fiducia per chiedergli un pollo colorato allo spiedo che naturalmente saprei dove procurarmelo.
Per le telefonate... meglio usare il cellulare fuori casa anziché usare il telefono di casa, almeno così si evita di farsi beccare e le gracchianti menate che ne conseguono.
Ahahahah, ogni qualvolta che prendi due o tre dei miei racconti per trarne dei cross-over... me fai morì.
Stavolta, sei stata mezza nonsense e mezza surreale.
Un abbraccio e grazie per aver riletto questo racconto.
Insomma, ti guarda, ti spia sta attento alle chiamate, potevi dirmi che il nonno era una spia.
Si è messo in blu come i jeans Inblu, perché sapeva che non lavoravi più al mercato
Ha spiato i tuoi racconti e tra poco arriva a rubarti i biscotti
Sonnifero doppio
Un abrazo!
(segue)
Divertente come solo tu sai scrivere
Riguardo il racconto, i pappagalli, a volte ne sanno più del diavolo, solo che in questo caso mi sa che il nonno c'ha messo lo "zampino" :D
Felice di averti divertito, il mio intento era proprio questo.
Il genere humour,l'autobiografico, e l'introspettivo sono i generi in cui mi prodigo di più con la scrittura.
Riguardo i 400.000 euro, altri lettori fuori Oggi Scrivo mi dicono che narrativamente il discorso dell'eredità l'avrei dovuto gestirla diversamente ma in realtà la cosa è voluta in quanto il componimento oltre che umoristico risulta anche un po' demenziale e durante la stesura ho immaginato le sequenze come se fosse un cartone animato.
Ti auguro buona giornata e... sempre grazie!
Per 400.000 euro sicuramente ne vale la pena come giustamente asserisci ed anche di sopportare il nonno in veste, anzi, in piume di pappagallo.
Ti ringrazio e spero che mi leggerai ancora.
comunque per 400.000 euro guarderei un allevamento di pappagalli
Bravo!