Storia di un seme
(fiaba per bambini)
In un luogo lontano e sperduto nel mondo si trovava, in una tarda primavera, un piccolo seme asciutto e quasi rinsecchito capitato lì per caso tra anfratti, sassi e rocce. Non pioveva da molto tempo ed il semino non aveva modo di gonfiarsi, rinvigorirsi e non aveva neppure pochi granelli di terra sotto di lui o accanto dove affondare, eventualmente, delle belle e forti radici.
Passavano i giorni, nulla cambiò mai, il piccolo seme era sempre lì fra i pietrificati sassi, sembrava persino che fosse essiccato dal calore delle pietre scaldate dal caldissimo sole che già a primavera picchiava forte. Poi un giorno si alzò un fortissimo vento che soffiava e soffiava così forte da fare paura. Il piccolo seme tremante e terrorizzato osservava le grandi e minacciose nuvole nere creare come un vortice spaventoso formatosi che toccava sia terra che cielo e fu proprio allora che si sentì sollevare da terra, trasportare in alto nel cielo dentro quei vortici spaventosi del temibile tornado!
… e volò … e volò … e volò … sempre più in alto, sempre più lontano verso terre feconde e sconosciute …
Il tempo per il piccolo seme pareva essersi fermato, si guardò intorno si trovava in un luogo nuovo, mai visto prima. Era sulla nuda terra circondato da bellissimi fiori di tutti i colori!
Sentì la terra umida sotto di lui che gli trasmetteva energia e vigoria, inoltre piovigginava piano, piano rilasciando tutt'intorno un inconfondibile profumo di terra bagnata che abbracciava ogni cosa! Una grossa goccia lo colpì in pieno rendendo il suo involucro esterno più morbido e pronto a gonfiarsi, all'interno di sé sentì che la vigoria trasmessagli dalla pioggia si stava muovendo e trasformando in qualcos'altro. Erano nuove sensazioni per il piccolo seme che non aveva mai provato, sentiva solo una strana e nuova sensazione come se ciò che stava provando fosse esattamente ciò che doveva accadere assolutamente!
Grandi cambiamenti lo stavano trasformando e mentre il piccolo seme spariva scendevano verso terra dei filamenti che presto si trasformarono in radici, dapprima esili fili per poi diventare forti e possenti radicamenti. Erano le sue radici che poco alla volta affondavano nel terreno mentre sulla sommità del seme spuntava un piccolo germoglio alla ricerca della luce e del sole.
“cosa starà mai succedendo” si domandò mentalmente, non aveva risposta alcuna ma si sentiva al settimo cielo!
Guardava spesso quel disco giallo dal quale si sprigionavano infiniti raggi gialli a riscaldarlo, ad infondergli oltre che calore tanta energia che lo facevano crescere. I fiori vicini non avevano mai visto un seme del suo tipo e lo accolsero come un estraneo, un’erbaccia cattiva, ogni qualvolta si girava verso di loro, essi gli giravano la schiena guardando da un’altra parte. Questo brutto atteggiamento come di gelosia lo faceva soffrire e per questo decise di dedicarsi solamente al sole che gli donava i suoi benefici raggi.
Ma si sentiva solo e trascurato da quel nuovo mondo sconosciuto e ci pativa molto; il suo dolore era talmente grande da arrivare fino al sole il quale gli domandò:
“perché sei tanto triste piccolo fiore?”
“perché qui nessuno mi guarda e tutti mi ignorano”
Il sole sentita la grande sofferenza del piccolo fiore, si commosse e lo abbracciò ancor più con i suoi raggi fino a farlo diventare come lui di un bel giallo splendente.
“tu continua a guardarmi per tutto il giorno, cresci e sprofonda le tue radici giù, giù nella terra più che puoi fino a diventare bello alto più di tutti i fiori più belli.”
E il sole lo vide crescere ogni giorno bello e imponente a seguirlo dall'alba al tramonto e il suo grande fiore pieno di semi sembrava proprio un sole splendente come lo era lui.
Meravigliato anche il sole di questa trasformazione decise e gli disse:
“ da ora in avanti gli uomini ti chiameranno – GIRASOLE –“
“Io così ti battezzo e tu non ti sentirai più solo!”
Voto: | su 3 votanti |
Per ora a te un abbraccio.
Bellissimo, lo leggerò al mio Nicolò
Davvero una meravigliosa fiaba per grandi e piccini.
Complimentissimi, Maria Luisa, un caro saluto, a presto