Farrokhroo Parsa, primo ministro donna dell'istruzione iraniano, laureata in medicina, insegnante di biologia, sostenitrice per i diritti delle donne, giustiziata l'8 Maggio 1980 a seguito della rivoluzione iraniana. Simbolo di una lotta ancora attuale, non é facile trovare informazioni su di lei o gli altri che furono portati davanti al plotone di esecuzione.
Quelle poche descrizioni riguardo la sua persona e il suo operato trovate in internet, siti italiani o in lingua inglese, lasciano l'immagine di una donna colta, con principi per cui lottare e sacrificarsi, forte persino davanti alla morte di cui diceva "Sono un medico, quindi non ho paura della morte. La morte é solo un momento e non di più. Sono pronta a ricevere la morte a braccia aperte piuttosto che vivere nella vergogna di essere costretta a essere velata. Non mi inchinerò a coloro che si aspettano che io esprima rammarico per i miei cinquant'anni di sforzi per la parità tra uomini e donne. Non sono disposta ad indossare il chador e a retrocedere nella storia."
É una storia già sentita, quella dell'uccisione di chi si batte per uguaglianza e giustizia, ma colpisce ogni volta come la prima. Probabilmente perché non ce lo si aspetta dopo le tante prediche, gli appelli e i discorsi nelle sedi delle istituzioni mondiali sul valore della vita. Viene da chiedersi chi abbia ascoltato quelle parole e si sia reso colpevole di disinteresse, lasciando gli altri impotenti di fronte ad un tale atto.
Chi é stato ad ucciderla? Il nuovo governo islamico, fondamentalista, nato ufficialmente il 30 Marzo 1979 a seguito di un referendum favorevole al 98%, guidato da Ruhollah Khomeyni, succeduto a quello di Reza Pahlavi. Un governo votato da persone esasperate dall'amministrazione di cui Farrokhroo aveva fatto parte. La accusarono di aver portato il vizio sulla terra, senza dare una spiegazione più dettagliata.
Un attacco, l'ennesimo, al valore della persona e della giustizia sulla quale basiamo la nostra vita e cerchiamo di rendere il mondo un posto migliore. Possiamo contrastarlo solo mantenendo vivo l'orgoglio per quei valori, senza lasciare che vengano annichiliti da atteggiamenti totalitari che possono manifestarsi ovunque a prescindere da occidente, oriente o dalla fede religiosa.
Ho parlato di Farrokhroo perché mi sono imbattuto in lei per caso, trovando pochissime informazioni a riguardo; spero che non venga dimenticata e che con lei non vada perso un simbolo del coraggio e della determinazione umana.
Quelle poche descrizioni riguardo la sua persona e il suo operato trovate in internet, siti italiani o in lingua inglese, lasciano l'immagine di una donna colta, con principi per cui lottare e sacrificarsi, forte persino davanti alla morte di cui diceva "Sono un medico, quindi non ho paura della morte. La morte é solo un momento e non di più. Sono pronta a ricevere la morte a braccia aperte piuttosto che vivere nella vergogna di essere costretta a essere velata. Non mi inchinerò a coloro che si aspettano che io esprima rammarico per i miei cinquant'anni di sforzi per la parità tra uomini e donne. Non sono disposta ad indossare il chador e a retrocedere nella storia."
É una storia già sentita, quella dell'uccisione di chi si batte per uguaglianza e giustizia, ma colpisce ogni volta come la prima. Probabilmente perché non ce lo si aspetta dopo le tante prediche, gli appelli e i discorsi nelle sedi delle istituzioni mondiali sul valore della vita. Viene da chiedersi chi abbia ascoltato quelle parole e si sia reso colpevole di disinteresse, lasciando gli altri impotenti di fronte ad un tale atto.
Chi é stato ad ucciderla? Il nuovo governo islamico, fondamentalista, nato ufficialmente il 30 Marzo 1979 a seguito di un referendum favorevole al 98%, guidato da Ruhollah Khomeyni, succeduto a quello di Reza Pahlavi. Un governo votato da persone esasperate dall'amministrazione di cui Farrokhroo aveva fatto parte. La accusarono di aver portato il vizio sulla terra, senza dare una spiegazione più dettagliata.
Un attacco, l'ennesimo, al valore della persona e della giustizia sulla quale basiamo la nostra vita e cerchiamo di rendere il mondo un posto migliore. Possiamo contrastarlo solo mantenendo vivo l'orgoglio per quei valori, senza lasciare che vengano annichiliti da atteggiamenti totalitari che possono manifestarsi ovunque a prescindere da occidente, oriente o dalla fede religiosa.
Ho parlato di Farrokhroo perché mi sono imbattuto in lei per caso, trovando pochissime informazioni a riguardo; spero che non venga dimenticata e che con lei non vada perso un simbolo del coraggio e della determinazione umana.
Racconto scritto il 20/09/2023 - 00:03
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