DOVERI E Diritti
portico i carrelli espositivi: scarpe da ginnastica, borse
sportive e zainetti da vendere scontati.
Sento qualcuno che mi dice "è lei la signora Gatti Luisa?"
Mi giro e davanti a me c'è un signore distinto, con l'aria
che volesse interrogarmi.
"Sono io, sì mi dica". Lo guardo meglio e riconosco
l'Ufficiale Giudiziario, marito di una signora che cono-
sco bene. Sono un po' preoccupata, non ricordo di aver mai
fatto cose da procurarmi guai.
Mi saluta educatamente e mi consegna un foglio:" questa,
signora, è una citazione del Tribunale di Brescia per
testimoniare in un processo per furto".
Lo guardo perplessa e dico di non aver mai fatto nessuna
denuncia di furto. "Risulta dalle carte, lei tempo fa ha s
subito il furto di una borsa sportiva, proprio esposta
su questi carrelli, da parte di una persona, tale Giulio
Prandi, che è poi stato fermato dai vigili urbani con la
refurtiva". "E' vero" rispondo" ma non ho sporto denuncia"
"Lei no, ma i vigili sì e quindi la legge vuole che il
suddetto sia processato e lei è obbligata a testimoniare".
"Obbligata? E se non mi presento? Dovrei assentarmi per
mezza giornata e il lavoro qui, non ho nessuno che mi
possa sostituire!"
"Non so cosa dirle, ma se non si presenta in tribunale il
giorno 14 novembre 1995 alle ore 9.30 nell'aula n.5 lei può
essere perseguita ai sensi di legge, mi spiace ma è così!"
Prendo la mia "Citazione" e mi chiedo, ma quel poveraccio
che fine avrà fatto, non mi ricordo nemmeno il suo viso.
Alla sera ne parlo con mio marito, dovrò perdere mezza
giornata di lavoro per una borsa che quel povero diavolo
ha portato a spasso incautamente prima che il vigile
gliela sequestrasse.
Essendo io una cittadina ligia alle leggi, il giorno
preposto, prendo il treno e mi reco in città.
La conosco bene per averci lavorato per diversi anni ed
in poco tempo raggiungo la sede del tribunale.
Lì però non c'ero mai stata, è un edificio vecchio, forse
anche antico, androni bui, grandi scale di pietra
conducono al piano superiore dove su larghi corridoi si
aprono le porte delle numerose aule.
Mi siedo su una panca appena fuori l'aula n.5 e aspetto.
Davanti a me numerose persone vanno e vengono, mi sembrano
tutte o tristi o preoccupate, sorrisi non ce ne sono, non
è l'ambiente adatto.
Guardo l'orologio, manca poco alle 10 e qui nessuno si
interessa a me.
Mi alzo e busso discretamente alla porta, esce un signore
in divisa, penso sia un usciere, chiedo informazioni in
merito alla famosa citazione, gliela mostro, lui mi
guarda con un mezzo sorriso e mi dice:
"SIGNORA LEI E' LIBERA L'IMPUTATO E' MORTO"
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Ciao
Aurelio