PUNTO DI VISTA IN TERZA PERSONA MULTIPLA
Le istruzioni sono:
Raccontare una storia in cui i protagonisti raccontano l'accaduto secondo il proprio punto di vista. Ad esempio un incidente d'auto raccontato da chi l'ha provocato, da chi l'ha subito e da uno spettatore, dividendo il racconto in tre parti. Oppure madre e figlia che litigano o marito e moglie che hanno deciso di separarsi (due punti di vista)...e così via. Buon divertimento
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Emozioni in cerca di conquista
Al Circolo delle emozioni si erano iscritti proprio tutti! Situato nel cuore di un rigoglioso parco, adagiato sulle sponde di un giovane lago, baciato dai raggi caldi del sole ed abbracciato dai piacevoli soffi del vento, complici ormai di ogni crepuscolo.. Sicuramente un pò "glamour", il Club si è affermato con prepotenza nel mondo delle senzazioni e sentimenti. Architettato per mettere a confronto i comportamenti degli Umani dando così un senso alla vita della loro anima. Oggi un evento importante: Ore 16:00 Dibattito per l'elezione di un solo Socio Onorario.
Da tempo esiste una marcata rivalità tra Sofferenza e Dolore, dove l'una intende primeggiare sull'altro nella quotidianità umana. Entrambi devono raccontarsi dimostrando ai presenti la ragione per la quale sarebbero meritevoli di tale titolo.
La Sofferenza inizia il suo monologo: "Dopo un lungo peregrinare tra gli Uomini, ho potuto constatare il mio valore e potere: il mondo è colmo di Sofferenza! Osservate le persone che piangono la perdita di un proprio caro, posate il vostro sguardo sui palcoscenici di mille guerre, cercatemi tra due cuori infranti, guardatemi mentre provoco lenti respiri e nodi in gola, riuscite a scorgermi? Nulla può alleviare la Sofferenza che aleggia nei cuori, io sono devastante, padrona di ogni spazio. Capace di fare sanguinare la mente della gente, illuderla di essere guarita rimarginando ogni ferita, per poi esplodere nuovamente come un sordo tonfo e farla sanguinare ancora. Sono io che dono vita all'angoscia, alla tristezza, sono la madre di ogni dolore. Io sono fatta di natura emotiva e fisica e posso arrivare ad uccidere. Non c'è rimedio alla Sofferenza, godo di datato rispetto, io sono dentro ogni lacrima!"
Il silenzio viene interrotto da un applauso intenso e prolungato, la Sofferenza ha dato il meglio di sè raccogliendo moltissimi consensi.
La parola al Dolore che con passo felpato raggiunge il palcoscenico e diventa protagonista : "Sono io il padrone di ogni lacerante emotività umana. Io sono nella mente e nel corpo di ogni individuo, là dove i cuori rallentano le loro pulsazioni perchè affranti dal Dolore; sono io che ferisco od uccido un corpo indebolito da un profondo Dolore! Io sono il padre di ogni angoscia. Osannato da ogni tempo e raccontato in ogni dove. Sono nella letteratura, nella storia, nella quotidianità e rappresento il futuro di un'Umanità travagliata e confusa. Sono io che mi espando nel profondo e soffoco ogni anima. Il mondo è un teatro di continuo Dolore ed io lo rappresento perchè dotato d'implacabile unicità. Gli Uomini mi dedicano una giornata ogni anno: sono presente in ogni calendario, è a me che è stato consacrato il giorno dei Morti al fine di rappresentare tutto il Dolore del mondo! Sono io che godo di ogni rispetto; è in mia memoria che puntualmente il mondo si lava con le lacrime di ogni gente. Non conosco rivale, io sono imponente ed assoluto. Credete che esista ego più potente del mio?"
Il gelo provocato dall'orrore delle pronunciate parole scende implacabile tra i partecipanti; poi, il boato di un applauso echeggia raccogliendo a sua volta miriadi di consensi. Ma ben presto sono i dubbi e le incertezze a prendere forma. Chi è ora più meritevole di successo, potere e titolo? La Sofferenza Madre od il Dolore Padre?
Il rumore delle voci riempe la sala e parola dopo parola cresce la paura verso una mancata comune decisione. Tutto si rimescola confondendosi nuovamente. Di fronte a tanto delirio, il Presidente Onorario del Circolo decide d'intervenire dando nuova voce: "Signori vi prego! Capisco quanto sia per voi difficile questo momento, ma vi scongiuro, degnatemi di tutta la vostra attenzione ed ascoltate. Dolore e Sofferenza viaggiano sullo stesso binario, possono essere sia sensazioni fisiche che stati d'animo senza distinzione alcuna. L'Uomo vive entrambe le condizioni con disperazione, tristezza, angoscia e malinconia. L'una non prevale sull'altro, bensì si fondono e si compensano vicendevolmente. Esiste tanto rispetto nel Dolore quanto nella Sofferenza; il peso di entrambe le condizioni è difficile da sopportare e spesso l'essere umano le sostituisce l'una con l'altra vivendole e subendole entrambe con identica impotenza. Non esiste ricordo che possa sopravvivere al tempo se spogliato dell'emozione che l'ha generato. Nel Dolore c'è la memoria della Sofferenza e viceversa. Più forte è l'emozione che si è vissuta, più potenza acquistano Dolore e Sofferenza. Si può morire per un Dolore fisico troppo intenso così come si può morire per una sofferenza emotiva troppo intensa, uccidono entrambe! Così come il Dolore è la reazione ad una perdita, lo stesso è la Sofferenza. In entrambi i casi a precederle è l'angoscia, quella sottile reazione umana che subentra al pensiero di una potenziale perdita; a succederli è il lutto, naturale reazione emotiva alla perdita che prende corpo parallelamente alla crescita della consapevolezza di una perdita avvenuta. E' la separazione da una realtà che non esiste più ed è ormai negata. Fortunatamente si guarisce da entrambe le condizioni; la fine della Sofferenza arriva nel momento in cui l'Uomo si libera dalle cause che l’hanno generata, così come il Dolore sparisce nel momento in cui L'Uomo s'inserisce nel circuito mentale che l'ha scatenato. Sofferenza e Dolore sono senza età e senza tempo, esistono dentro e fuori ogni individuo, l'Uomo non può abituarsi nè all'uno tantomeno all'altra, ma custodisce in sè la consapevolezza della loro trasformazione e mutazione. Sappiate che esiste il momento in cui l'Uomo sceglie di conoscere il Dolore e trattenere in sè la Sofferenza. E' solo con il trascorrere del tempo che si rammenterà di avere conosciuto entrambe condizioni ma di averne dimenticato il nome. Dolore e Sofferenza sono doni di Dio, possono prendere chiunque per mano e rivelarsi terribilmente piacevoli: accade quando il tempo è riuscito a trasformarle in Pace, ormai incapaci di ferire ed uccidere ancora, ormai condannate a lasciare il loro spazio al ricordo delle sensazioni più belle ed intense che sono state vissute e godute in un tempo passato. C'è una morale in tutto ciò, l'Uomo deve raggiungere la consapevolezza che la sensibilità acquistata durante la vita è maturata nei momenti di Dolore e Sofferenza. Queste sono le conseguenze della trasformazione di una condizione di vita. L'afflizione esalta tale condizione che in origine si è rivelata maledettamente meravigliosa, passionale e travolgente. Dolore e Sofferenza danno forma ad un'alta spiritualità dell'individuo. L'Uomo cresce e matura attraverso il Dolore e la Sofferenza che incontra nel momento di un'intima perdita, qualunque essa sia. Dolore e Sofferenza sono frutti dell'Amore, non esiste Dolore o Sofferenza se non si è prima bevuto l'Amore. L'Amore è la sorgente dei cuori è la ninfa dell'essenza, è il nemico più temibile e l'amico eccelso al quale nessun Uomo può rinunciare! Signori, non ci sono né vinti né vincitori, Dolore e Sofferenza si equivalgono, sono gemelli, sono figli dell'Amore, puro sentimento ed unico Presidente Onorario di ogni più antica emozione!
Da tempo esiste una marcata rivalità tra Sofferenza e Dolore, dove l'una intende primeggiare sull'altro nella quotidianità umana. Entrambi devono raccontarsi dimostrando ai presenti la ragione per la quale sarebbero meritevoli di tale titolo.
La Sofferenza inizia il suo monologo: "Dopo un lungo peregrinare tra gli Uomini, ho potuto constatare il mio valore e potere: il mondo è colmo di Sofferenza! Osservate le persone che piangono la perdita di un proprio caro, posate il vostro sguardo sui palcoscenici di mille guerre, cercatemi tra due cuori infranti, guardatemi mentre provoco lenti respiri e nodi in gola, riuscite a scorgermi? Nulla può alleviare la Sofferenza che aleggia nei cuori, io sono devastante, padrona di ogni spazio. Capace di fare sanguinare la mente della gente, illuderla di essere guarita rimarginando ogni ferita, per poi esplodere nuovamente come un sordo tonfo e farla sanguinare ancora. Sono io che dono vita all'angoscia, alla tristezza, sono la madre di ogni dolore. Io sono fatta di natura emotiva e fisica e posso arrivare ad uccidere. Non c'è rimedio alla Sofferenza, godo di datato rispetto, io sono dentro ogni lacrima!"
Il silenzio viene interrotto da un applauso intenso e prolungato, la Sofferenza ha dato il meglio di sè raccogliendo moltissimi consensi.
La parola al Dolore che con passo felpato raggiunge il palcoscenico e diventa protagonista : "Sono io il padrone di ogni lacerante emotività umana. Io sono nella mente e nel corpo di ogni individuo, là dove i cuori rallentano le loro pulsazioni perchè affranti dal Dolore; sono io che ferisco od uccido un corpo indebolito da un profondo Dolore! Io sono il padre di ogni angoscia. Osannato da ogni tempo e raccontato in ogni dove. Sono nella letteratura, nella storia, nella quotidianità e rappresento il futuro di un'Umanità travagliata e confusa. Sono io che mi espando nel profondo e soffoco ogni anima. Il mondo è un teatro di continuo Dolore ed io lo rappresento perchè dotato d'implacabile unicità. Gli Uomini mi dedicano una giornata ogni anno: sono presente in ogni calendario, è a me che è stato consacrato il giorno dei Morti al fine di rappresentare tutto il Dolore del mondo! Sono io che godo di ogni rispetto; è in mia memoria che puntualmente il mondo si lava con le lacrime di ogni gente. Non conosco rivale, io sono imponente ed assoluto. Credete che esista ego più potente del mio?"
Il gelo provocato dall'orrore delle pronunciate parole scende implacabile tra i partecipanti; poi, il boato di un applauso echeggia raccogliendo a sua volta miriadi di consensi. Ma ben presto sono i dubbi e le incertezze a prendere forma. Chi è ora più meritevole di successo, potere e titolo? La Sofferenza Madre od il Dolore Padre?
Il rumore delle voci riempe la sala e parola dopo parola cresce la paura verso una mancata comune decisione. Tutto si rimescola confondendosi nuovamente. Di fronte a tanto delirio, il Presidente Onorario del Circolo decide d'intervenire dando nuova voce: "Signori vi prego! Capisco quanto sia per voi difficile questo momento, ma vi scongiuro, degnatemi di tutta la vostra attenzione ed ascoltate. Dolore e Sofferenza viaggiano sullo stesso binario, possono essere sia sensazioni fisiche che stati d'animo senza distinzione alcuna. L'Uomo vive entrambe le condizioni con disperazione, tristezza, angoscia e malinconia. L'una non prevale sull'altro, bensì si fondono e si compensano vicendevolmente. Esiste tanto rispetto nel Dolore quanto nella Sofferenza; il peso di entrambe le condizioni è difficile da sopportare e spesso l'essere umano le sostituisce l'una con l'altra vivendole e subendole entrambe con identica impotenza. Non esiste ricordo che possa sopravvivere al tempo se spogliato dell'emozione che l'ha generato. Nel Dolore c'è la memoria della Sofferenza e viceversa. Più forte è l'emozione che si è vissuta, più potenza acquistano Dolore e Sofferenza. Si può morire per un Dolore fisico troppo intenso così come si può morire per una sofferenza emotiva troppo intensa, uccidono entrambe! Così come il Dolore è la reazione ad una perdita, lo stesso è la Sofferenza. In entrambi i casi a precederle è l'angoscia, quella sottile reazione umana che subentra al pensiero di una potenziale perdita; a succederli è il lutto, naturale reazione emotiva alla perdita che prende corpo parallelamente alla crescita della consapevolezza di una perdita avvenuta. E' la separazione da una realtà che non esiste più ed è ormai negata. Fortunatamente si guarisce da entrambe le condizioni; la fine della Sofferenza arriva nel momento in cui l'Uomo si libera dalle cause che l’hanno generata, così come il Dolore sparisce nel momento in cui L'Uomo s'inserisce nel circuito mentale che l'ha scatenato. Sofferenza e Dolore sono senza età e senza tempo, esistono dentro e fuori ogni individuo, l'Uomo non può abituarsi nè all'uno tantomeno all'altra, ma custodisce in sè la consapevolezza della loro trasformazione e mutazione. Sappiate che esiste il momento in cui l'Uomo sceglie di conoscere il Dolore e trattenere in sè la Sofferenza. E' solo con il trascorrere del tempo che si rammenterà di avere conosciuto entrambe condizioni ma di averne dimenticato il nome. Dolore e Sofferenza sono doni di Dio, possono prendere chiunque per mano e rivelarsi terribilmente piacevoli: accade quando il tempo è riuscito a trasformarle in Pace, ormai incapaci di ferire ed uccidere ancora, ormai condannate a lasciare il loro spazio al ricordo delle sensazioni più belle ed intense che sono state vissute e godute in un tempo passato. C'è una morale in tutto ciò, l'Uomo deve raggiungere la consapevolezza che la sensibilità acquistata durante la vita è maturata nei momenti di Dolore e Sofferenza. Queste sono le conseguenze della trasformazione di una condizione di vita. L'afflizione esalta tale condizione che in origine si è rivelata maledettamente meravigliosa, passionale e travolgente. Dolore e Sofferenza danno forma ad un'alta spiritualità dell'individuo. L'Uomo cresce e matura attraverso il Dolore e la Sofferenza che incontra nel momento di un'intima perdita, qualunque essa sia. Dolore e Sofferenza sono frutti dell'Amore, non esiste Dolore o Sofferenza se non si è prima bevuto l'Amore. L'Amore è la sorgente dei cuori è la ninfa dell'essenza, è il nemico più temibile e l'amico eccelso al quale nessun Uomo può rinunciare! Signori, non ci sono né vinti né vincitori, Dolore e Sofferenza si equivalgono, sono gemelli, sono figli dell'Amore, puro sentimento ed unico Presidente Onorario di ogni più antica emozione!
Scrittura creativa scritta il 22/07/2011 - 00:45
Da Anna Valle
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
ho letto e riletto diverse volte il tuo racconto e vengo sempre rapita dalla fluidità di vedere realmente questo fantastico circolo......dirti brava è veramente poco.....complimenti e continua così!!!!!!
Roberta 31/08/2011 - 16:19
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