UNA CENA PARTICOLARE
Le istruzioni sono:
Scrivi un racconto che abbia come argomento "Una cena particolare"
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La cena di Amir
Il piccolo Amir, di cinque anni, come ogni cucciolo d’uomo, seguiva la gonna della madre, con l’enorme complessità che può avere un bambino di quell’età.
- Mamma.. mamma! Quando viene papa? - Te l’ho già detto Amir, è ancora presto! – disse Setayesh, subito pentita… per aver utilizzato un tono stizzoso verso il suo bambino.
- Papà torna fra poco, prima che sia troppo buio, vedrai! Affacciati alla finestra… vedi? E’ ancora giorno.
Lo prese in braccio per un poco, affacciati alla piccola finestra, mentre il tramonto dipingeva di rosso le nuvole filiformi.
Setayesh era una giovane donna. S'era sposata a soli sedici anni, molto giovane certo, ma si sentiva fortunata. A lei non era toccata la sorte riservata a tante altre giovani, costrette ad accettare un destino che non prevedeva possibilità di scelte.
Lei, dopotutto, aveva sposato Mahdi, un bravo ragazzo, senza grilli per la testa, solo di qualche anno più di lei. Un onesto lavoratore, capace d'inventarsi sempre qualcosa per sbarcare il lunario. Era in gamba, caparbio e orgoglioso. Amareggiato certo, per la gravità della situazione, ma era determinato Mahdi.
- Vi porterò via da quest’inferno, le diceva ogni mattina, e ogni sera, prima di andare a dormire. Abbiamo quasi tutto il denaro che ci serve. Giuro che ti porto via… luce dei miei occhi. Andremo via. Con l’aiuto di Allah attraverseremo il deserto e troveremo una terra migliore.
Intanto, con la poca farina di grano e mais rimasta, finiva l’impasto del pane e lo separava in tre pagnotte schiacciate. Poi le cuoceva, una alla volta, sulla piastra rovente della stufa a legna. La zuppa di carne d’asino era già pronta da scaldare. Quella carne dura e secca che Mahdi le aveva procurato la sera prima. L’unica carne, dopo quella dei cani e dei gatti, che ancora si trovava in circolazione. Sarà una cena speciale, pensava… Mahdi sarà contento!
- Mamma… mamma… maamma!!
- Eh! Si può sapere che ti prende? Smettila di fare i capricci!
- Mamma… ma… allora… papa non torna?
- Amir! Adesso basta! Lasciami in pace! Vai fuori a giocare, è ancora presto!
No, no, aspetta, non uscire… è rischioso. Non uscire! Fra poco passeranno gli uomini mascherati! Papà arriverà, fra poco arriverà, rimani con me!
Il cigolio della vecchia porta, dell’unico ambiente domestico, arrivò come un segnale liberatorio, annunciando la fine di ogni tensione. Amir corse fra le braccia del padre, come un cagnolino scodinzolante e felice.
Le mani vuote e gli occhi bassi di Mahdi entrarono come una triste carezza… nello sguardo dolce e profondo dei Setayesh. - Vieni… siediti… la cena è pronta - disse lei, come a volerlo anticipare, per placare l’inquietudine e la frustrazione dell’uomo, che amava più della sua stessa vita.
La zuppa fumante sul piccolo tavolo, nell’unico grande piatto di terracotta, e il pane che lo guarniva come in un cerimoniale di preghiera e di speranza e poi… un sibilo, come tanti altri uditi prima.
Ma, questo era diverso, più vicino, tanto da poterne sentire il bisbiglio di morte, nelle orecchie, nel sangue delle vene, nel cuore e negli occhi di Setayesh e Mahdi. Era già tutto scritto… mentre le braccia si frantumavano.
Amir riapriva gli occhi nella polvere… che ancora bruciava, con l’odore del sangue nelle narici. Aveva perso tutte le lacrime. Tutte quelle che un bambino dovrebbe spendere prima di crescere, prima di diventare un uomo. Ormai tutte le lacrime erano morte.
- Mamma.. mamma! Quando viene papa? - Te l’ho già detto Amir, è ancora presto! – disse Setayesh, subito pentita… per aver utilizzato un tono stizzoso verso il suo bambino.
- Papà torna fra poco, prima che sia troppo buio, vedrai! Affacciati alla finestra… vedi? E’ ancora giorno.
Lo prese in braccio per un poco, affacciati alla piccola finestra, mentre il tramonto dipingeva di rosso le nuvole filiformi.
Setayesh era una giovane donna. S'era sposata a soli sedici anni, molto giovane certo, ma si sentiva fortunata. A lei non era toccata la sorte riservata a tante altre giovani, costrette ad accettare un destino che non prevedeva possibilità di scelte.
Lei, dopotutto, aveva sposato Mahdi, un bravo ragazzo, senza grilli per la testa, solo di qualche anno più di lei. Un onesto lavoratore, capace d'inventarsi sempre qualcosa per sbarcare il lunario. Era in gamba, caparbio e orgoglioso. Amareggiato certo, per la gravità della situazione, ma era determinato Mahdi.
- Vi porterò via da quest’inferno, le diceva ogni mattina, e ogni sera, prima di andare a dormire. Abbiamo quasi tutto il denaro che ci serve. Giuro che ti porto via… luce dei miei occhi. Andremo via. Con l’aiuto di Allah attraverseremo il deserto e troveremo una terra migliore.
Intanto, con la poca farina di grano e mais rimasta, finiva l’impasto del pane e lo separava in tre pagnotte schiacciate. Poi le cuoceva, una alla volta, sulla piastra rovente della stufa a legna. La zuppa di carne d’asino era già pronta da scaldare. Quella carne dura e secca che Mahdi le aveva procurato la sera prima. L’unica carne, dopo quella dei cani e dei gatti, che ancora si trovava in circolazione. Sarà una cena speciale, pensava… Mahdi sarà contento!
- Mamma… mamma… maamma!!
- Eh! Si può sapere che ti prende? Smettila di fare i capricci!
- Mamma… ma… allora… papa non torna?
- Amir! Adesso basta! Lasciami in pace! Vai fuori a giocare, è ancora presto!
No, no, aspetta, non uscire… è rischioso. Non uscire! Fra poco passeranno gli uomini mascherati! Papà arriverà, fra poco arriverà, rimani con me!
Il cigolio della vecchia porta, dell’unico ambiente domestico, arrivò come un segnale liberatorio, annunciando la fine di ogni tensione. Amir corse fra le braccia del padre, come un cagnolino scodinzolante e felice.
Le mani vuote e gli occhi bassi di Mahdi entrarono come una triste carezza… nello sguardo dolce e profondo dei Setayesh. - Vieni… siediti… la cena è pronta - disse lei, come a volerlo anticipare, per placare l’inquietudine e la frustrazione dell’uomo, che amava più della sua stessa vita.
La zuppa fumante sul piccolo tavolo, nell’unico grande piatto di terracotta, e il pane che lo guarniva come in un cerimoniale di preghiera e di speranza e poi… un sibilo, come tanti altri uditi prima.
Ma, questo era diverso, più vicino, tanto da poterne sentire il bisbiglio di morte, nelle orecchie, nel sangue delle vene, nel cuore e negli occhi di Setayesh e Mahdi. Era già tutto scritto… mentre le braccia si frantumavano.
Amir riapriva gli occhi nella polvere… che ancora bruciava, con l’odore del sangue nelle narici. Aveva perso tutte le lacrime. Tutte quelle che un bambino dovrebbe spendere prima di crescere, prima di diventare un uomo. Ormai tutte le lacrime erano morte.
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ORIENTE E OCCIDENTE
Una cosa si era distesa nel cunicolo della storia
una cosa adorna, esplosiva
che trasporta il proprio figlio di nafta avvelenato
al quale il mercante avvelenato intona una canzone
esisteva un Oriente simile a un bambino che implora,
chiede aiuto
e l'Occidente era il suo infallibile signore.
Questa mappa è mutata
l'universo è un fuoco
L'Oriente e l'Occidente sono una tomba
sola
raccolta dalle sue ceneri.
Alī Ahmad Sa'īd Isbir
(poeta Siriano)
Scrittura creativa scritta il 03/01/2016 - 04:27
Letta n.1342 volte.
Voto: | su 10 votanti |
Commenti
E ti ringrazio ancora Nadia, per il bel commento sul mio racconto.. e poi.. non ci sono motivi perché tu debba scusarti. Con grande simpatia.. Un abbraccio affettuoso Ciao
Francesco Gentile 10/01/2016 - 16:41
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Molto bello, commovente ed attuale il tuo racconto. Me l'ero perso per le vacanze, scusa
Con tanta simpatia
Nadia
5*
Con tanta simpatia
Nadia
5*
Nadia Sonzini 10/01/2016 - 15:23
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Ciao Rosa.. Ti ringrazio per il gradito commento sul mio racconto, e sono felice che ti sia piaciuto.. Un abbraccio affettuoso per te Ciao
Francesco Gentile 09/01/2016 - 11:14
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Bello quanto commovente il tuo racconto.Davvero bravo,Più di 5 stelle.
Rosa Chiarini 08/01/2016 - 21:39
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Grazie ancora Prof. Giuseppe Novellino per il favorevole commento sul mio racconto. Reputo i tuoi commenti tutti molto appropriati ed incisivi nel merito. In questo caso mi sento davvero onorato per l'apprezzamento
Francesco Gentile 08/01/2016 - 12:04
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Racconto drammatico, di grande attualità, dalle tinte forti. Scritto in modo impeccabile e, di conseguenza, letto con piacere.
Giuseppe Novellino 08/01/2016 - 10:30
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Grazie del commento Maria Rosa.. Lieta serata e buona settimana.. Ciao
Francesco Gentile 04/01/2016 - 19:17
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Testo letto con piacere, gradevole e incisivo!
Maria Rosa Cugudda 04/01/2016 - 18:32
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Grazie per il bel commento Giovanni. Ti auguro una lieta serata e una felice settimana.. Ciao
Francesco Gentile 04/01/2016 - 17:19
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Bellissimo racconto e nelli stesso assai coinvolgente e toccante.
Buona serata Francesco.
Buona serata Francesco.
Giovanni Santino Gurrieri 04/01/2016 - 17:04
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Grazie gentilissimo Gatetano.. per il gradito commento. Auguro anche a te un felice anno nuovo
Francesco Gentile 04/01/2016 - 09:45
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Ciao Sabry.. Grazie per il commento e ti auguro una buona settimana. Scusami se lo faccio in ritardo! la mischia dell'anno nuovo è più terrificante di quello vecchio.. ahahah.. Quì Son passate un mucchio di poesie da leggere compito arduo! Ciao carissima
Francesco Gentile 04/01/2016 - 09:44
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Complimenti per questo bel racconto.... Ti auguro un felice nuovo anno
Gaetano Lo Iacono 03/01/2016 - 16:36
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Molto bello questo racconto Francesco. Direi toccante...Non saprei che aggiungere se non che mi ha commosso.
Sabry L. 03/01/2016 - 13:57
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GRazie anche a te Margherita.. di vero cuore. Sono felice che il racconto ti sia piaciuto. Un saluto affettuoso.. Ciao
Francesco Gentile 03/01/2016 - 10:34
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Grazie Rocco.. Considero speciali i tuoi commenti, sempre molto graditi.. Auguro una Bella e Lieta giornata anche per te Ciao
Francesco Gentile 03/01/2016 - 10:31
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Complimenti un racconto davvero toccante...non riesco a dire altro...Buona Domenica Francesco
margherita pisano 03/01/2016 - 10:29
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ORIGINALE ET CREATIVO COSTRUTTO ASSEMBLATO STRAORDINARIAMENTE CON PROFONDI VERSI... IL MIO ELOGIO E LA MIA LIETA DOMENICA FRANCESCO
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Rocco Michele LETTINI 03/01/2016 - 10:22
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