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INCIPIT PER UN RACCONTO BREVE

Le istruzioni sono:

Partendo da questo dialogo inventa una storia:
“No!, no! e poi no!”
“Ma mamma?!”
“Quante volte te lo devo ripetere ancora?...non devi mettere piede in quel luogo…e, soprattutto non devi avere nessun contatto con lei!”
“Ma?, potrebbe essere la nostra unica…”
“Zitta! Non ne voglio più discutere, e mettitelo bene in testa…cosa fai?, non oserei uscire da quella porta, se fossi in te!”


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Compromesso

-No!, no! e poi no!
-Ma mamma?!
-Quante volte te lo devo ripetere ancora?...non devi mettere piede in quel luogo… e soprattutto non devi avere nessun contatto con lei!
-Ma?, potrebbe essere la nostra unica…
-Zitta! Non ne voglio più discutere, e mettitelo bene in testa…cosa fai?, non oserei uscire da quella porta, se fossi in te!
E Carla osò. Uscì da quelle urla che la inseguivano, ma appena chiusa la porta alle spalle, tutto sembrava finire. Immaginò che il problema fossero proprio quelle mura che reggevano il palazzo in cui viveva. La madre urlava e creava problemi solo in quel luogo, ma poi capì che il tutto era dovuto da un’etica moralista in cui non poteva mostrarsi furiosa ai vicini. Con questi pensieri vagò per strada pensando anche all’imminente richiesta di sfratto dovuta dai debiti accumulati dalla madre a causa di vari problemi con l’alcool e il gioco d’azzardo. Si fermò un auto nera, una bellissima BMW metallizzata. Si accostò e una voce femminile disse:
-Carla! Cosa ci fai tutta sola per strada?
Era Giulia. La donna dalla quale Carla doveva ravvedersi. La donna, sulla quarantina, ancora pimpante e stupenda, la invitò a salire in auto e ovviamente la ragazza non rifiutò. Spiegò la sua presenza per strada con una scusa che la donna subito capì che fosse tale e quindi doveva aiutarla, disse che era andata a comperare del latte, cosa alquanto improbabile da fare alle nove di sera. Mentre parlavano amorevolmente e tra risate varie, per radio passò il trailer di un film: Carol. Le due rimasero ad ascoltare tutto in religioso silenzio e gustando ogni singola parola o rumore che proveniva dall’aggeggio. Appena ci fu il silenzio, Carla disse:
-Che donna stupenda che è Cate Blanchette. Così elegante, alta e con delle movenze da vera donna matura
Così si espresse, fissando il parabrezza dell’auto come se fosse immersa in quella bellezza che aveva appena descritto. Giulia rispose:
-Tu credi? Eppure Rooney Mara a me piace di più. Così fresca, giovane e innocente! Proprio come te!
Risero. In fondo, Carla, aveva solo 19, e la differenza di età tra le due superava i venti anni, ma ugualmente sembravano particolarmente legate ed amiche. La ragazza fissò per un po’ i capelli biondi fino alle spalle e lo sguardo sorridente solcato da qualche ruga che rendeva ancora più interessante il viso della donna e sorrise. Invidiava il modo di parlare dell’amica e il suo carattere così aperto ma mai volgare. Era una donna brillante. Arrivarono da lei e salirono sopra. Appena furono all’entrata, Giulia disse:
-Vado in camera mia a togliere i tacchi. Sono scomodissimi
Carla aspettò per un po’ nel salone principale mentre si lasciava ammaliare dalla freschezza di quella casa e l’unione sapiente dei colori che la rendevano luminosa e accogliente. La mobilia minimalista e semplice fatta da leggeri tavolini neri senza troppi fronzoli e altrettanti mobili abbaglianti che davano un senso di modernità. Ma la ragazza subito le balzò il cuore in gola appena vide la camera da letto e la sua amica che si cambiava d’abbigliamento. Subito andò in camera e l’abbracciò da dietro, dicendole:
-No, tu sei la mia speranza
Giulia si girò e venne baciata dalla ragazza. Le due si abbracciarono e finirono nel letto dove passarono la notte. La ragazza fissava sul comodino la carta di credito di Giulia. Quest’ultima disse:
-Lo so, Carla, che stai per essere cacciata di casa. So anche che è per questo che mi sei vicina
La ragazza, imbarazzata, abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Poi la donna aggiunse con una nota di rammarico:
-Ma, se il prezzo di una casa è quello per sconfiggere la mia solitudine, ben venga.



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Scrittura creativa scritta il 25/02/2016 - 15:33
Da Salvatore Mauro
Letta n.1206 volte.
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Commenti


Il vincolo è stato rispettato da due personaggi, a mio avviso, di cattivo gusto.D'altronde l'autore ha voluto sottolinearlo nel titolo e qualsiasi compromesso lascia un vuoto. La carta di credito con la banda magnetica non attrae la solitudine, quest'ultima non si lascia vendere, anche se si può apprezzare.

salvo bonafè 25/02/2016 - 19:39

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