INCIPIT (inizia il tuo racconto con la descrizione di questo personaggio)
Le istruzioni sono:
L’uomo era alto e così magro che sembrava sempre di profilo. La sua pelle era scura, le ossa sporgenti e gli occhi ardevano di un fuoco perpetuo.
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L’uomo era alto e così magro che sembrava sempre di profilo. La sua pelle era scura, le ossa sporgen
UOMO O CAVALLO?
Sono nato in un paese dell’Amiata, alle sue pendici,
è lì che ho visto un umano cavallo, scarnificato, forse consumato.
Al mio paese, Casteldelpiano c’è un ospedale, un giorno molto
attrezzato oggi ridotto a un pronto soccorso, vari laboratori e
ambulatori, dove prima c’erano ricoveri per chirurgia e medicina,
oggi sono ricoveri per anziani e malati di lunga degenza,
è qui che incontrai l’uomo cavallo.
Avevo circa dieci anni, con mia madre andavamo verso casa,
la via più breve era passar davanti l’ospedale.
Lungo le mura dell’ospedale vidi un essere molto alto,
circa due metri, con due zoccoli al posto dei piedi e lunghi peli neri,
le lunghe braccia, erano ricoperte anch’esse da peluria, zoccoli
aveva al posto delle mani, teneva due bastoni legati agli zoccoli per deambulare, si perché non camminava, deambulava.
Ragazzino, mai visto tale spaventosa figura, lo fissavo impaurito.
Aveva una faccia allungata, non proprio come il cavallo, ma simile,
il labbro inferiore immenso violaceo, il superiore immenso anch’esso lasciava intravedere denti enormi.
La faccia quel po’ che si intravedeva era vinata, il naso non a punta, pronunciato, grandissimo con due fori, bek! Io così lo vedevo, gli zigomi sporgenti scarnificati, due occhi mi sembrarono tutta pupilla, con due sopracciglia molto sporgenti e con crine per pelo.
Il capello né lungo né corto ma ispido come fosse un riccio,
il suo fisico, ossa sporgenti, si notavano sotto i pantaloni e la giacca,
non stava eretto, ecco il perché dei due bastoni alle presunte mani, mentre i ginocchi piegati forse a quarantacinque gradi e busto in avanti per mantenere l’equilibrio.
Io imbambolato, mentre mia madre mi strattonava camminavo con il volto indietro, tra la paura e la curiosità.
Il suo deambulare tentennava, spostandosi a piccoli passi.
Io scomparvi dalla vista di questo essere, mai più l’ho ritrovato.
La sua figura ancor porto nei miei occhi, la natura a volte si diverte
a far del male, un uomo così alto sarà pesato il peso delle ossa.
Ora mi domando chi lo curasse, per mangiare come faceva?
Forse gli legavano il cucchiaio o la forchetta allo zoccolo? Chissà?
Questi perché >> di bambino sono rimasti tutt’oggi il mio mistero-
Sono nato in un paese dell’Amiata, alle sue pendici,
è lì che ho visto un umano cavallo, scarnificato, forse consumato.
Al mio paese, Casteldelpiano c’è un ospedale, un giorno molto
attrezzato oggi ridotto a un pronto soccorso, vari laboratori e
ambulatori, dove prima c’erano ricoveri per chirurgia e medicina,
oggi sono ricoveri per anziani e malati di lunga degenza,
è qui che incontrai l’uomo cavallo.
Avevo circa dieci anni, con mia madre andavamo verso casa,
la via più breve era passar davanti l’ospedale.
Lungo le mura dell’ospedale vidi un essere molto alto,
circa due metri, con due zoccoli al posto dei piedi e lunghi peli neri,
le lunghe braccia, erano ricoperte anch’esse da peluria, zoccoli
aveva al posto delle mani, teneva due bastoni legati agli zoccoli per deambulare, si perché non camminava, deambulava.
Ragazzino, mai visto tale spaventosa figura, lo fissavo impaurito.
Aveva una faccia allungata, non proprio come il cavallo, ma simile,
il labbro inferiore immenso violaceo, il superiore immenso anch’esso lasciava intravedere denti enormi.
La faccia quel po’ che si intravedeva era vinata, il naso non a punta, pronunciato, grandissimo con due fori, bek! Io così lo vedevo, gli zigomi sporgenti scarnificati, due occhi mi sembrarono tutta pupilla, con due sopracciglia molto sporgenti e con crine per pelo.
Il capello né lungo né corto ma ispido come fosse un riccio,
il suo fisico, ossa sporgenti, si notavano sotto i pantaloni e la giacca,
non stava eretto, ecco il perché dei due bastoni alle presunte mani, mentre i ginocchi piegati forse a quarantacinque gradi e busto in avanti per mantenere l’equilibrio.
Io imbambolato, mentre mia madre mi strattonava camminavo con il volto indietro, tra la paura e la curiosità.
Il suo deambulare tentennava, spostandosi a piccoli passi.
Io scomparvi dalla vista di questo essere, mai più l’ho ritrovato.
La sua figura ancor porto nei miei occhi, la natura a volte si diverte
a far del male, un uomo così alto sarà pesato il peso delle ossa.
Ora mi domando chi lo curasse, per mangiare come faceva?
Forse gli legavano il cucchiaio o la forchetta allo zoccolo? Chissà?
Questi perché >> di bambino sono rimasti tutt’oggi il mio mistero-
Scrittura creativa scritta il 07/05/2016 - 16:32
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Racconto certamente originale. La suggestione, la fantasia e la capacità di provare "meraviglia" è spontanea nei bambini e, se ben maturata, può condurre a splenditi orizzonti. Bel racconto
Francesco Gentile 07/05/2016 - 23:34
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Racconto ben scritto, molto accurato e dettagliato nella descrizione impressionante, che ha lasciato un segno indelebile nell'autore bambino ma anche in noi lettori attempati.5meritate stelle.
Rosa Chiarini 07/05/2016 - 22:04
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Bello il racconto....suggestivo
ps. io amo Casteldelpiano!!
ps. io amo Casteldelpiano!!
Sabry L. 07/05/2016 - 22:02
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Caro Lupo immagino il bambino....che trauma.Bella descrizione..bravo, l'originalità catalizza sempre la mia attenzione. 5*
Gabriella De Gennaro 07/05/2016 - 21:33
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Un incontro ravvicinato del terzo tipo ad un "incrocio"? Da non credere.
Chissà quanti incubi notturni caro amico?
E quel povero disgraziato avrà sicuramente messo la parola fine alla misera vita. Ciao
Chissà quanti incubi notturni caro amico?
E quel povero disgraziato avrà sicuramente messo la parola fine alla misera vita. Ciao
salvo bonafè 07/05/2016 - 20:35
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Ciao Poeta, impressionante il tuo racconto. Penso sia vero, ho visto qualcosa di simile (non cavallo) in una struttura vicino a Padova, la chiamano Cottolengo. Comunque ben raccontato, ciao Poeta.
Loris Marcato 07/05/2016 - 20:24
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CIAO MILLINA IL PROBLEMA è CHE QUESTO UOMO ESISTEVA VERAMENTE, è MORTO NEL 1983 CIAO E GRAZIE
POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM 07/05/2016 - 19:59
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Ecco, un'immagine così come l'hai descritta fa veramente paura e rimane impressa nella mente, o negli incubi. Come fai a scordare una visione del genere? E' naturale che il bambino cresciuto abbia ancora tanti quesiti al riguardo!
Ciao Lupo!
Ciao Lupo!
Millina Spina 07/05/2016 - 19:55
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