SENTIMENTO
Le istruzioni sono:
Pensare a uno di questi sentimenti: odio, rabbia, invidia, gelosia, indifferenza, noia, orgoglio, vergogna, amarezza, tristezza e rimorso. Scrivere quindi un racconto ispirato a tale sentimento senza mai dirlo. Alla fine, tra parentesi, precisare il sentimento al quale ci si è ispirati.
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Sentimento e Passione
Ciro ha conosciuto Claudia, una ragazza speciale al mare, Claudia ora è la sua compagna, il caso alcune volte gioca strani scherzi, e sia Claudia che Ciro contemplando quel meraviglioso golfo di Napoli rimasero affascinati dallo spettacolare gioco di luci che si alternavano, lambendo le onde e il fragore dei fuochi d’artificio rompeva il silenzio. Grossi getti di acqua, alti decine di metri, formano degli intrecci e delle figure geometriche che cambiano a ritmo di musica; infatti lo spettacolo è cadenzato da note colonne sonore, che con effetti dinamici formano delle raffigurazioni che cambiano, in continuazione, forme e dimensioni.
Lo spettacolo intervallato da brevi pause e riproposto da generi e colonne sonore sempre diverse e all'unisono esclamano che bello! Subito seguita da una fragorosa risata che i due giovani non seppero trattenere. Si presentarono e galeotto furono i fuochi e l’atmosfera che resteranno per sempre nella memoria dei due adolescenti. Claudia non amante del calcio ne tanto meno di gossip, non sapeva che quel ragazzo era famosissimo e quello che più conta una delle menti geniali di questo secolo. Tra i due si instaura un feeling e una complicità istantanea ed è evidente che provano una forte attrazione fisica l’uno per l’altra. Claudia ha sedici anni, figlia di un ingegnere e di una insegnante di scuola elementare, una vitalità e un’energia che fuoriesce da tutti i pori.
Solare, affabile, accattivante, uno spirito libero che come Ciro si impegna nel sociale; è attivista di Lega Ambiente e si batte per rendere il pianeta Terra più pulito e soprattutto più sostenibile, avendo ben presente gli sprechi e della distruzione delle risorse planetarie.
Decidono di vedersi il giorno dopo a casa di Ciro.
Lei arriva a casa di lui con 45 minuti di ritardo, ampiamente giustificato dalla scelta del vestito: indossava un abito nero, quella sera e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fasce di brillanti.
I suoi occhi sono semplicemente neri accesi, lo sguardo ha una dolcezza languida e persistente che, talvolta, dopo qualche minuto di contemplazione, pare che si veli di lacrime per una profonda emozione. Sembra, quando guarda Ciro Imperiale che la sua anima si dissolva in una intima e malinconica tenerezza, assolutamente contraria alla sua apparenza di bellissima ragazza e di giovane elegantissima. Vi sono, o pare che vi siano, in quello sguardo tesori segreti e inesauribili di un sentimento nascosto con gelosa cura e trapelante, solo, in quella dolcezza ostinata e adombrata di lacrime.
Claudia viene ricevuta in smoking, musica soft, luce soffusa che viene da candele profumate, un enorme mazzo di rose rosse a dimostrazione del suo profondo cuore e di tutta la sentimentalità che vi era, come vi è, in ogni uomo, il più misero moralmente, in ogni più arido cuore. Lei fu molto tenera, di una tenerezza gaia che penetrò la sua anima, sorrise soddisfatta e accettò l'omaggio floreale.
A tavola, cena preparata da lui: carpaccio di pesce spada, tagliolini al tartufo bianco, aragosta alla griglia e champagne.
Il tutto in porzioni calibrate alla perfezione per la dieta di lei.
Finita la cena, regalino: anello di brillanti dentro la coppa di champagne che le offre mentre l'accompagna in salotto vicino al caminetto.
Accetta con un sorriso.
Accende l'impianto stereofonico, diffondendo per la casa la sua canzone preferita.
Ballo lento stretta al suo petto ampio e caldo.
Poesia d'amore scritta appositamente per l'occasione, sussurrata all'orecchio.
Seguite da ore violente di passione, in cui sembrò che il raro, l'altissimo miracolo della fusione delle anime fosse scandito dall'esplosione ormonale che aveva preso il sopravvento.
Labbra che si sfiorano e poi finalmente si incontrano in una passione senza fine.
Le mani di lui, che scorrono gentili sul corpo di lei.
Claudia si abbandona tra le sue forti braccia.
Ciro la solleva e la porta, sempre guardandola negli occhi, in camera, dove li aspetta un enorme letto a baldacchino bianco con cuscini dappertutto.
La spoglia lentamente con baci leggeri su tutto il corpo e l'adagia dolcemente sui cuscini.
Si spoglia, il corpo statuario di lui che scivola sul corpo di lei e si sofferma con la bocca nella sua intimità.
Lei raggiunge l'apice del piacere almeno un paio di volte, cercando di trattenere le sue sedate voglie.
Piatto forte: la sua perfetta virilità la riempie; lei rilassata, lui fa tutto il lavoro, con dolcezza e abilità.
Lei raggiunge parecchi orgasmi, in attesa di quello del ragazzo, ormai uomo.
Ciro la riempie di complimenti, lei si sente bella come un angelo e focosa come un diavolo.
Si appaga quando vede che con le sue grazie riesce a far raggiungere l'orgasmo anche lui più volte.
Ciro si accomoda su un fianco ed inizia una pratica di coccole, grattini e bacini che continuano anche durante il relax di lei.
Uno sbadiglio atroce contrasse la bella bocca di Claudia Risi che denota un piccolo grido esasperato di stanchezza, che le sfuggì dalle labbra:
- Che hai? - le disse Ciro uscendo dal torpore pieno di pensiero, dove era immerso.
- Niente un po’ di spossatezza e riflettevo che dopotutto: tutti gli uomini sono sciocchi, sentenziò Lei, con un atto sprezzante della mano.
- Tutte le donne sono ingiuste.
- Sciocchi e seccanti, gli uomini: così seccanti, tanto seccanti, soggiunse Claudia, tranne te!
Poi dopo una pausa di silenzio:
- Nessun uomo vale nulla, se non sa amare.
- E nessuna donna capisce niente, guardandola coi suoi larghi e severi occhi, se non coglie l’amore profuso.
- No, caro.
- Tu disprezzi gli uomini, per partito preso.
- Non li disprezzo.
- Allora cos’è? Non è commiserazione verso uomini e donne che si comportano in modo anomalo e t'inganni, su te stessa: non li disprezzi, li conosci poco, o male, ecco tutto.
- Tu li conosci meno di me, caro, che hai il raro e nobile lusso di essere virtuoso.
- Io non sono virtuoso, replicò Ciro, con un lieve sorriso sulle labbra vivide e sinuose, ma come suggellate in un volontario silenzio. Andiamo, tu ami la contraddizione, questa sera. Tu sei virtuosa! Te lo giuro: e io sono un ragazzo indegno.
- Claudia sorrideva ancora, in una posa così tranquilla, con le mani bianche abbandonate sulla copertina di seta antica del libro che aveva trovato sul comodino.
- Non mi farai mai credere che tu conosca gli uomini, per averne ben conosciuto uno, non crederò mai che tu abbia avuto molti uomini, esclamò Ciro Imperiale con un gesto risoluto e definitivo.
- Veramente, io ho avuto un uomo prima di te, dichiarò Claudia, con molta tranquillità.
- Ti amava, poi, costui?
- Immensamente.
- Come lo sai?
- La donna se ne accorge.
- È vero. Tu lo amavi?
- Moltissimo: meno di quello ch'egli meritava.
- Era bello?
- Non bello, probabilmente brutto....
- Ma ti piaceva?
- Era riuscito a farsi piacere molto.
- Basta così; era bellissimo! Giovane?
- Aveva vent’anni.
- Sicché, aveva amato, prima?
- Egli non mi disse mai nulla.
- Perché?
- Per rispetto, credo. E per riconoscenza, io non gli domandai nulla. Però, tanto nell'ardore, quanto in una certa ingenuità, mi parve che egli fosse al suo primo amore.
- Ti sarai ingannata?
- Allora, ha saputo ingannarmi. Ma, sai, alle volte il primo amore viene molto tardi.
- O mai - disse Ciro. Era geloso questo ragazzo?
- M'immagino di sì.
- T'immagini di sì o non lo sai?
- Non mi fece mai nessuna scena: ma era geloso. Lo vedevo dai suoi occhi, in certi momenti; pure, subito si reprimeva.
- Quello era un angelo!
- No, ti assicuro che era un uomo.
- Sentimentale?
- Mi amava.
- Fantastico?
- Mi amava.
- Molto appassionato?
- Mi amava.
- Ma che era, dunque?
- Niente altro che un uomo innamorato, senza divisioni e classifiche. Innamorato, ecco.
- Hai detto tutto. Quante lettere al giorno ti scriveva?
- Due, ordinariamente: talvolta tre.
- E tu?
- Nessuna.
- Come sarebbe a dire? Non gli scrivevi?
- Sì.
- Forse ti amava poco, - soggiunse Ciro, ricaduto nello scetticismo.
- Ma siete stati felici?
- Per quanto è possibile, felici.
- Poco felici, allora?
- Come tu vuoi. Giudica: due creature che si adorano, che s'intendono perfettamente, che vivono in un'armonia completa, che credono all'amore, che credono nella vita giudica.
- Io lo credo, disse con un fugace sorriso Ciro.
Un silenzio regnò tra di loro. Claudia aveva gli occhi assorti nel roseo, grande paralume che copriva la lampada.
- Ciro, che faceva questo ragazzo?
- Nulla. Mi amava.
- Non lavorava, non fumava, non andava al club, non scommetteva alle corse?
- Nessuna di queste cose.
- Era disoccupato, dunque?
- Era occupatissimo ad amarmi.
- Tutto il giorno?
- E la notte, anche. Pensa che le difficoltà erano enormi, che la pazienza doveva essere infinita e infinita l'audacia, che l'occasione fuggiva sempre, che la lotta era accanita e che egli ha sempre vinto.
- Sempre vinto?
- Sì, egli era forte, paziente, acuto, sagace, audace, ostinatissimo: e tutte queste qualità gli venivano dall'amore e all'amore servivano.
- I pericoli sono stati grandi?
- Grandi e imminenti. Non li ha curati. Era un uomo che credeva nell'amore. Tanto pochi uomini ci credono! Osservò tristemente Claudia.
- Alle volte, la semplicità viene da una raffinata corruzione.
È vero, ma che importa? Ciò che preme è la conseguenza, non la causa. Una virtù che si acquista vale una virtù naturale: vale di più talvolta.
- È una bizzarra teoria, ma mi piace. Forse il tuo ragazzo era un infame, e ha voluto essere una creatura celestiale.
- Non lo so. Io non ho mai vista la bruttura, e ho sempre vista la virtù.
- Dissimulava e nascondeva le sue vere intenzioni?
- Non credo! Pure, se ha dissimulato, anche questo era un omaggio dell'anima sua all'amore: Ciro, Ciro, nessuna delle azioni di quell'uomo, nessuno dei suoi pensieri, che non partisse e non ritornasse all'amore. Per l'amore egli poteva essere laido come un malfattore e apparire innocente come un fanciullo: per l'amore egli era profondamente buono, ma poteva arrivare al delitto.
- Oh Claudia, quanto lo hai amato!
- Molto!
- Era un uomo freddo?
- No, Ciro.
- Disprezzava le donne?
- Niente affatto: le stimava e le compiaceva.
- Le fuggiva, forse?
- Tutt'altro: le ricercava, con gentilezza: restava con loro, circondandole di un delicato rispetto.
- Dimmi come è finito, cara.
- Claudia lo guardò, silenziosamente, in un modo molto
doloroso!
- Questi grandi amori, questi amori unici, tu avrai tanto sofferto?
- Orribilmente.
- Dimmi, dimmi come è finito?
- Egli è morto.
- Come, morto? Chiese Ciro.
- Sì! Disse Claudia, morto tra le mie braccia morto nell'ardore della passione, morto quando il sogno era diventato realtà e quando la realtà pareva una visione, morto, strappato all'amore!
- Oh Cavolo, mi dispiace! Un infarto, mentre facevate l’amore; non voglio essere cinico: Il miglior modo di morire!
- Si chiamava Luigi Caracciolo, singhiozzò Claudia e pianse su quel ricordo così vivace e così fremente nel suo cuore. Ciro le asciugava le lacrime, senza dirle nulla, con una piccola carezza muta. Alla fine, le lacrime s'inaridirono; ma la ragazza dolente rimase immobile, con le mani incrociate sulle ginocchia, guardando nel vuoto.
Si rivestono e Ciro l’accompagna sotto casa, al ritorno il giovane respira ancora il profumo inebriante di lei, ma con il cuore triste per lo struggente racconto.
Secondo appuntamento i due fidanzatini passeggiano per Napoli, itinerario alla scoperta dei saperi e dei sapori della città.
Dopo l’ottimo riscontro della prima visita al Borgo dei Vergini e della Sanità e al cimitero delle Fontanelle, hanno proseguito alla scoperta dei Quartieri Spagnoli e della Napoli dei Castelli. Prima si sono recati sulla collina del Vomero al Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino, scendendo per la scalinata della Pedamentina, sono arrivati ai Quartieri Spagnoli con visita al convento di Trinità delle Monache, la chiesa della Concezione a Montecalvario, assaporando la vita nei vicoli, i personaggi, gli aneddoti, la chiesa di Santa Maria Francesca delle 5 piaghe e la “sedia miracolosa”, Via Toledo.
Giunti a Piazza del Plebiscito si sono mossi verso il Borgo marinari per godere del suggestivo panorama del golfo di Napoli (dove si sono incontrati la prima volta). Partecipando alla visita guidata del tutto particolare dove accanto alla spiegazione storico – artistica del luogo vengono abbinate la lettura di testi, poesie, stimolanti incursioni teatrali e gustosi assaggi gastronomici, che opportunamente Ciro ha prenotato inviando una e-mail a info@neseacapri.org.
La giovane coppia è stata inserita in un gruppo di giovani turisti francesi.
Di seguito il dettaglio della giornata: Domenica 18 novembre 2029 ore 10,30: La Napoli dei Castelli. Giornata tra i vicoli dei quartieri spagnoli ed i castelli napoletani (Appuntamento stazione funicolare di via Morghen, a pochi passi da stazione metrò Vanvitelli, linea 1),
Ore 10,30 durata 2 ore: CIEL e MAR la Napoli in verticale!
La passeggiata è stata arricchita da poesie e brani teatrali riproposti da attori della Nesea.
Ore 13,30: Pranzo da “Oste Pazzo”, Borgo marinari
Ore 14,30: ‘A Cartulina ‘e Napule”; dal Castel dell’Ovo, bagnato dalle acque del Golfo ed incastonato tra Posillipo ed il Vesuvio, al Maschio Angioino, attraversando Santa Lucia, Piazza del Plebiscito e Via Toledo, in un affascinante e romantico viaggio tra i luoghi simbolo della città, che ancora oggi fanno mostra di sé in cartolina e che hanno ispirato le più belle canzoni classiche napoletane, riproposte dal vivo da uno speciale cantastorie.
La giornata vola letteralmente e le ore scorrono inesorabilmente, è giunta l’ora di accompagnare Claudia. Arrivati sotto casa di lei, il distacco anche se momentaneo è duro da accettare, intanto continuano con le loro effusioni, ma arriva il momento di congedarsi con un tenero e appassionante bacio; ripromettendosi all’indomani di vedersi.
Dopo tre mesi di frequentazione, la coppia supera la fase dell’innamoramento con un sentimento più solido e duraturo che si vive in tutta la sua realtà. Superano i primi segnali di stanchezza dove pensavano di non essere più innamorati come prima, di sentirsi e vedersi come prima e pensare di essere troppo diversi, cosa stava succedendo, litigavano più spesso e cominciavano a vedere tutti i difetti che nella fase dell’innamoramento non vedevano.
- Non mi ami più o con la stessa intensità di prima, Ciro!
- Hai torto, il mio amore è sincero e più forte, solo più consolidato!
- Ma non mi piace la piega che ha preso!
- E perché?
- Perché non è troppo ardente!
- Ti lagni di non essere troppo amata?
- Vorrei esser amata meglio.
- Come, meglio?
- Con l'anima, col cuore, Ciro!
- Così ti amo e aggiungo anche col corpo!
- Non è vero.
Il lungo silenzio irritava i due pareva che confermasse questo criterio deprecabile che si erano fatti dell'amor proprio e che s’insinuava nelle loro menti.
- Non sai amarmi meglio? Gli chiedeva, non sai?
- Te lo sto dimostrando, diceva lui con i fatti e non con le parole!
- Ora si che sono serena!
Tutto ciò che è squisito sentimentalismo, raffinatezza spirituale, stima, rispetto, poesia, nell'amore, non gli erano ignoti. Ma valutati tutti gli aspetti nel giusto modo, parlandone insieme.
La coppia riesce a mantenere le stesse emozioni dell’innamoramento, alimenta interessi, complicità, comunicazione, imprevedibilità e capacità di emozionarsi e sorprendersi. Hanno costruito un rapporto su basi solide, dove poter costruire il loro futuro insieme.
Lo spettacolo intervallato da brevi pause e riproposto da generi e colonne sonore sempre diverse e all'unisono esclamano che bello! Subito seguita da una fragorosa risata che i due giovani non seppero trattenere. Si presentarono e galeotto furono i fuochi e l’atmosfera che resteranno per sempre nella memoria dei due adolescenti. Claudia non amante del calcio ne tanto meno di gossip, non sapeva che quel ragazzo era famosissimo e quello che più conta una delle menti geniali di questo secolo. Tra i due si instaura un feeling e una complicità istantanea ed è evidente che provano una forte attrazione fisica l’uno per l’altra. Claudia ha sedici anni, figlia di un ingegnere e di una insegnante di scuola elementare, una vitalità e un’energia che fuoriesce da tutti i pori.
Solare, affabile, accattivante, uno spirito libero che come Ciro si impegna nel sociale; è attivista di Lega Ambiente e si batte per rendere il pianeta Terra più pulito e soprattutto più sostenibile, avendo ben presente gli sprechi e della distruzione delle risorse planetarie.
Decidono di vedersi il giorno dopo a casa di Ciro.
Lei arriva a casa di lui con 45 minuti di ritardo, ampiamente giustificato dalla scelta del vestito: indossava un abito nero, quella sera e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fasce di brillanti.
I suoi occhi sono semplicemente neri accesi, lo sguardo ha una dolcezza languida e persistente che, talvolta, dopo qualche minuto di contemplazione, pare che si veli di lacrime per una profonda emozione. Sembra, quando guarda Ciro Imperiale che la sua anima si dissolva in una intima e malinconica tenerezza, assolutamente contraria alla sua apparenza di bellissima ragazza e di giovane elegantissima. Vi sono, o pare che vi siano, in quello sguardo tesori segreti e inesauribili di un sentimento nascosto con gelosa cura e trapelante, solo, in quella dolcezza ostinata e adombrata di lacrime.
Claudia viene ricevuta in smoking, musica soft, luce soffusa che viene da candele profumate, un enorme mazzo di rose rosse a dimostrazione del suo profondo cuore e di tutta la sentimentalità che vi era, come vi è, in ogni uomo, il più misero moralmente, in ogni più arido cuore. Lei fu molto tenera, di una tenerezza gaia che penetrò la sua anima, sorrise soddisfatta e accettò l'omaggio floreale.
A tavola, cena preparata da lui: carpaccio di pesce spada, tagliolini al tartufo bianco, aragosta alla griglia e champagne.
Il tutto in porzioni calibrate alla perfezione per la dieta di lei.
Finita la cena, regalino: anello di brillanti dentro la coppa di champagne che le offre mentre l'accompagna in salotto vicino al caminetto.
Accetta con un sorriso.
Accende l'impianto stereofonico, diffondendo per la casa la sua canzone preferita.
Ballo lento stretta al suo petto ampio e caldo.
Poesia d'amore scritta appositamente per l'occasione, sussurrata all'orecchio.
Seguite da ore violente di passione, in cui sembrò che il raro, l'altissimo miracolo della fusione delle anime fosse scandito dall'esplosione ormonale che aveva preso il sopravvento.
Labbra che si sfiorano e poi finalmente si incontrano in una passione senza fine.
Le mani di lui, che scorrono gentili sul corpo di lei.
Claudia si abbandona tra le sue forti braccia.
Ciro la solleva e la porta, sempre guardandola negli occhi, in camera, dove li aspetta un enorme letto a baldacchino bianco con cuscini dappertutto.
La spoglia lentamente con baci leggeri su tutto il corpo e l'adagia dolcemente sui cuscini.
Si spoglia, il corpo statuario di lui che scivola sul corpo di lei e si sofferma con la bocca nella sua intimità.
Lei raggiunge l'apice del piacere almeno un paio di volte, cercando di trattenere le sue sedate voglie.
Piatto forte: la sua perfetta virilità la riempie; lei rilassata, lui fa tutto il lavoro, con dolcezza e abilità.
Lei raggiunge parecchi orgasmi, in attesa di quello del ragazzo, ormai uomo.
Ciro la riempie di complimenti, lei si sente bella come un angelo e focosa come un diavolo.
Si appaga quando vede che con le sue grazie riesce a far raggiungere l'orgasmo anche lui più volte.
Ciro si accomoda su un fianco ed inizia una pratica di coccole, grattini e bacini che continuano anche durante il relax di lei.
Uno sbadiglio atroce contrasse la bella bocca di Claudia Risi che denota un piccolo grido esasperato di stanchezza, che le sfuggì dalle labbra:
- Che hai? - le disse Ciro uscendo dal torpore pieno di pensiero, dove era immerso.
- Niente un po’ di spossatezza e riflettevo che dopotutto: tutti gli uomini sono sciocchi, sentenziò Lei, con un atto sprezzante della mano.
- Tutte le donne sono ingiuste.
- Sciocchi e seccanti, gli uomini: così seccanti, tanto seccanti, soggiunse Claudia, tranne te!
Poi dopo una pausa di silenzio:
- Nessun uomo vale nulla, se non sa amare.
- E nessuna donna capisce niente, guardandola coi suoi larghi e severi occhi, se non coglie l’amore profuso.
- No, caro.
- Tu disprezzi gli uomini, per partito preso.
- Non li disprezzo.
- Allora cos’è? Non è commiserazione verso uomini e donne che si comportano in modo anomalo e t'inganni, su te stessa: non li disprezzi, li conosci poco, o male, ecco tutto.
- Tu li conosci meno di me, caro, che hai il raro e nobile lusso di essere virtuoso.
- Io non sono virtuoso, replicò Ciro, con un lieve sorriso sulle labbra vivide e sinuose, ma come suggellate in un volontario silenzio. Andiamo, tu ami la contraddizione, questa sera. Tu sei virtuosa! Te lo giuro: e io sono un ragazzo indegno.
- Claudia sorrideva ancora, in una posa così tranquilla, con le mani bianche abbandonate sulla copertina di seta antica del libro che aveva trovato sul comodino.
- Non mi farai mai credere che tu conosca gli uomini, per averne ben conosciuto uno, non crederò mai che tu abbia avuto molti uomini, esclamò Ciro Imperiale con un gesto risoluto e definitivo.
- Veramente, io ho avuto un uomo prima di te, dichiarò Claudia, con molta tranquillità.
- Ti amava, poi, costui?
- Immensamente.
- Come lo sai?
- La donna se ne accorge.
- È vero. Tu lo amavi?
- Moltissimo: meno di quello ch'egli meritava.
- Era bello?
- Non bello, probabilmente brutto....
- Ma ti piaceva?
- Era riuscito a farsi piacere molto.
- Basta così; era bellissimo! Giovane?
- Aveva vent’anni.
- Sicché, aveva amato, prima?
- Egli non mi disse mai nulla.
- Perché?
- Per rispetto, credo. E per riconoscenza, io non gli domandai nulla. Però, tanto nell'ardore, quanto in una certa ingenuità, mi parve che egli fosse al suo primo amore.
- Ti sarai ingannata?
- Allora, ha saputo ingannarmi. Ma, sai, alle volte il primo amore viene molto tardi.
- O mai - disse Ciro. Era geloso questo ragazzo?
- M'immagino di sì.
- T'immagini di sì o non lo sai?
- Non mi fece mai nessuna scena: ma era geloso. Lo vedevo dai suoi occhi, in certi momenti; pure, subito si reprimeva.
- Quello era un angelo!
- No, ti assicuro che era un uomo.
- Sentimentale?
- Mi amava.
- Fantastico?
- Mi amava.
- Molto appassionato?
- Mi amava.
- Ma che era, dunque?
- Niente altro che un uomo innamorato, senza divisioni e classifiche. Innamorato, ecco.
- Hai detto tutto. Quante lettere al giorno ti scriveva?
- Due, ordinariamente: talvolta tre.
- E tu?
- Nessuna.
- Come sarebbe a dire? Non gli scrivevi?
- Sì.
- Forse ti amava poco, - soggiunse Ciro, ricaduto nello scetticismo.
- Ma siete stati felici?
- Per quanto è possibile, felici.
- Poco felici, allora?
- Come tu vuoi. Giudica: due creature che si adorano, che s'intendono perfettamente, che vivono in un'armonia completa, che credono all'amore, che credono nella vita giudica.
- Io lo credo, disse con un fugace sorriso Ciro.
Un silenzio regnò tra di loro. Claudia aveva gli occhi assorti nel roseo, grande paralume che copriva la lampada.
- Ciro, che faceva questo ragazzo?
- Nulla. Mi amava.
- Non lavorava, non fumava, non andava al club, non scommetteva alle corse?
- Nessuna di queste cose.
- Era disoccupato, dunque?
- Era occupatissimo ad amarmi.
- Tutto il giorno?
- E la notte, anche. Pensa che le difficoltà erano enormi, che la pazienza doveva essere infinita e infinita l'audacia, che l'occasione fuggiva sempre, che la lotta era accanita e che egli ha sempre vinto.
- Sempre vinto?
- Sì, egli era forte, paziente, acuto, sagace, audace, ostinatissimo: e tutte queste qualità gli venivano dall'amore e all'amore servivano.
- I pericoli sono stati grandi?
- Grandi e imminenti. Non li ha curati. Era un uomo che credeva nell'amore. Tanto pochi uomini ci credono! Osservò tristemente Claudia.
- Alle volte, la semplicità viene da una raffinata corruzione.
È vero, ma che importa? Ciò che preme è la conseguenza, non la causa. Una virtù che si acquista vale una virtù naturale: vale di più talvolta.
- È una bizzarra teoria, ma mi piace. Forse il tuo ragazzo era un infame, e ha voluto essere una creatura celestiale.
- Non lo so. Io non ho mai vista la bruttura, e ho sempre vista la virtù.
- Dissimulava e nascondeva le sue vere intenzioni?
- Non credo! Pure, se ha dissimulato, anche questo era un omaggio dell'anima sua all'amore: Ciro, Ciro, nessuna delle azioni di quell'uomo, nessuno dei suoi pensieri, che non partisse e non ritornasse all'amore. Per l'amore egli poteva essere laido come un malfattore e apparire innocente come un fanciullo: per l'amore egli era profondamente buono, ma poteva arrivare al delitto.
- Oh Claudia, quanto lo hai amato!
- Molto!
- Era un uomo freddo?
- No, Ciro.
- Disprezzava le donne?
- Niente affatto: le stimava e le compiaceva.
- Le fuggiva, forse?
- Tutt'altro: le ricercava, con gentilezza: restava con loro, circondandole di un delicato rispetto.
- Dimmi come è finito, cara.
- Claudia lo guardò, silenziosamente, in un modo molto
doloroso!
- Questi grandi amori, questi amori unici, tu avrai tanto sofferto?
- Orribilmente.
- Dimmi, dimmi come è finito?
- Egli è morto.
- Come, morto? Chiese Ciro.
- Sì! Disse Claudia, morto tra le mie braccia morto nell'ardore della passione, morto quando il sogno era diventato realtà e quando la realtà pareva una visione, morto, strappato all'amore!
- Oh Cavolo, mi dispiace! Un infarto, mentre facevate l’amore; non voglio essere cinico: Il miglior modo di morire!
- Si chiamava Luigi Caracciolo, singhiozzò Claudia e pianse su quel ricordo così vivace e così fremente nel suo cuore. Ciro le asciugava le lacrime, senza dirle nulla, con una piccola carezza muta. Alla fine, le lacrime s'inaridirono; ma la ragazza dolente rimase immobile, con le mani incrociate sulle ginocchia, guardando nel vuoto.
Si rivestono e Ciro l’accompagna sotto casa, al ritorno il giovane respira ancora il profumo inebriante di lei, ma con il cuore triste per lo struggente racconto.
Secondo appuntamento i due fidanzatini passeggiano per Napoli, itinerario alla scoperta dei saperi e dei sapori della città.
Dopo l’ottimo riscontro della prima visita al Borgo dei Vergini e della Sanità e al cimitero delle Fontanelle, hanno proseguito alla scoperta dei Quartieri Spagnoli e della Napoli dei Castelli. Prima si sono recati sulla collina del Vomero al Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino, scendendo per la scalinata della Pedamentina, sono arrivati ai Quartieri Spagnoli con visita al convento di Trinità delle Monache, la chiesa della Concezione a Montecalvario, assaporando la vita nei vicoli, i personaggi, gli aneddoti, la chiesa di Santa Maria Francesca delle 5 piaghe e la “sedia miracolosa”, Via Toledo.
Giunti a Piazza del Plebiscito si sono mossi verso il Borgo marinari per godere del suggestivo panorama del golfo di Napoli (dove si sono incontrati la prima volta). Partecipando alla visita guidata del tutto particolare dove accanto alla spiegazione storico – artistica del luogo vengono abbinate la lettura di testi, poesie, stimolanti incursioni teatrali e gustosi assaggi gastronomici, che opportunamente Ciro ha prenotato inviando una e-mail a info@neseacapri.org.
La giovane coppia è stata inserita in un gruppo di giovani turisti francesi.
Di seguito il dettaglio della giornata: Domenica 18 novembre 2029 ore 10,30: La Napoli dei Castelli. Giornata tra i vicoli dei quartieri spagnoli ed i castelli napoletani (Appuntamento stazione funicolare di via Morghen, a pochi passi da stazione metrò Vanvitelli, linea 1),
Ore 10,30 durata 2 ore: CIEL e MAR la Napoli in verticale!
La passeggiata è stata arricchita da poesie e brani teatrali riproposti da attori della Nesea.
Ore 13,30: Pranzo da “Oste Pazzo”, Borgo marinari
Ore 14,30: ‘A Cartulina ‘e Napule”; dal Castel dell’Ovo, bagnato dalle acque del Golfo ed incastonato tra Posillipo ed il Vesuvio, al Maschio Angioino, attraversando Santa Lucia, Piazza del Plebiscito e Via Toledo, in un affascinante e romantico viaggio tra i luoghi simbolo della città, che ancora oggi fanno mostra di sé in cartolina e che hanno ispirato le più belle canzoni classiche napoletane, riproposte dal vivo da uno speciale cantastorie.
La giornata vola letteralmente e le ore scorrono inesorabilmente, è giunta l’ora di accompagnare Claudia. Arrivati sotto casa di lei, il distacco anche se momentaneo è duro da accettare, intanto continuano con le loro effusioni, ma arriva il momento di congedarsi con un tenero e appassionante bacio; ripromettendosi all’indomani di vedersi.
Dopo tre mesi di frequentazione, la coppia supera la fase dell’innamoramento con un sentimento più solido e duraturo che si vive in tutta la sua realtà. Superano i primi segnali di stanchezza dove pensavano di non essere più innamorati come prima, di sentirsi e vedersi come prima e pensare di essere troppo diversi, cosa stava succedendo, litigavano più spesso e cominciavano a vedere tutti i difetti che nella fase dell’innamoramento non vedevano.
- Non mi ami più o con la stessa intensità di prima, Ciro!
- Hai torto, il mio amore è sincero e più forte, solo più consolidato!
- Ma non mi piace la piega che ha preso!
- E perché?
- Perché non è troppo ardente!
- Ti lagni di non essere troppo amata?
- Vorrei esser amata meglio.
- Come, meglio?
- Con l'anima, col cuore, Ciro!
- Così ti amo e aggiungo anche col corpo!
- Non è vero.
Il lungo silenzio irritava i due pareva che confermasse questo criterio deprecabile che si erano fatti dell'amor proprio e che s’insinuava nelle loro menti.
- Non sai amarmi meglio? Gli chiedeva, non sai?
- Te lo sto dimostrando, diceva lui con i fatti e non con le parole!
- Ora si che sono serena!
Tutto ciò che è squisito sentimentalismo, raffinatezza spirituale, stima, rispetto, poesia, nell'amore, non gli erano ignoti. Ma valutati tutti gli aspetti nel giusto modo, parlandone insieme.
La coppia riesce a mantenere le stesse emozioni dell’innamoramento, alimenta interessi, complicità, comunicazione, imprevedibilità e capacità di emozionarsi e sorprendersi. Hanno costruito un rapporto su basi solide, dove poter costruire il loro futuro insieme.
Scrittura creativa scritta il 19/06/2016 - 18:29
Da Savino Spina
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Commenti
Ho partecipato ad un concorso letterario, con questo racconto che è stato incluso nell'Antologia Lazio (Historica Edizioni). Mi sono nutrito di questa vanità che stento a sopprimere: c’è bisogno comunque di vivere questa fase “stupida” della vita, di ricevere un riconoscimento pubblico che in seguito fortunatamente deprecheremo, soprattutto se vissuto come sintomo di una soddisfazione che non ha ragione di esistere e non come un’occasione di confronto da cui ripartire. Non ho partecipato alla premiazione e non intendo più iscrivermi a nuovi concorsi letterari! Io scrivo per il piacere esclusivo di scrivere, il significato dello scrivere assume connotazioni diverse, che sia pensiero reale o immaginario con il quale metto a nudo degli altri il mio mondo interiore, le mie aspettative, i miei desideri e progetti.
Savino Spina 19/06/2016 - 20:59
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