La lettera
-Margherita, sali-
-No Carla , ho fretta, lascio una cosa nella buca delle lettere, scendi a prenderla subito-
“Margherita, spiego tutto a te perché solo tu puoi capire. Ci ho pensato tanto e solo questo posso fare, l’ultima cosa che posso fare per aiutare i nostri figli. Non ne posso più di vederli così delusi e sofferenti e non poter fare nulla per aiutarli. Non ho conoscenze, non abbiamo conoscenze, quelle poche che avevo le ho tastate e Dio solo sa quanto per me sia stato difficile chiedere, e non ho sortito nessuno straccio di risultato, nessuno. Disoccupati, punto e basta. Sono quattro anni che Mara e Luca si sono laureati,o meglio hanno finito di procrastinare gli studi…laurea di primo, di secondo livello, master uno e master due…, ma, dico io, dovevano proprio innamorarsi frequentando la stessa università?se avessero trovato altri compagni almeno…e invece hanno sommato le loro frustrazioni (lo so sembra che io stia ragionando da cinica, ma sto ragionando da madre).Hanno cercato, hanno fatto concorsi e continuano ancora, ma cosa hanno ottenuto?Solo proposte di schiavitù, stage non pagati per fare bassa manovalanza e pulizie Sono arrivati a 32 anni e non hanno prospettive di futuro. Ora che poi la mia Mara aspetta un bimbo dal tuo Luca, come possono costruire una famiglia senza lavoro e senza futuro?La nostra generazione, Margherita ha avuto il lavoro e quando c’è quello c’è tutto, lo sappiamo. Noi abbiamo anche una pensione decente, loro niente, non l’avranno. Mi sento in colpa come generazione, mi sembra di aver rubato ai nostri figli, sento la responsabilità sociale di questo(anche se ovviamente a livello personale no, anzi ho fatto tutto il possibile per loro)Ora voglio aiutarli nell’unico modo che posso. Sì, è vero, Luca si è adattato ora a lavorare come rappresentante di dolciumi, chissà dici tu, prenderà per ora qualche soldo solo a percentuale ma magari un domani….No, Margherita,io sono realista, so che Luca qualcosa troverà ma non basterà e io li devo aiutare , ora. Ora è il momento giusto, Mara troverà la forza perché tra tre mesi nascerà la loro bambina. Non possono continuare a dormire a turno nella cameretta di Mara e in quella di Luca, una casa, almeno una casa, piccola come la mia ( ma intanto io non ho nessuno, a me non serve e non servo neanche io, tu almeno potrai aiutarli a crescere la bimba mentre loro si sbatteranno per lavorare… Allora ci ho riflettuto molto e ho deciso, me ne andrò, all’ istante, così sistemeranno la casa e…una sorpresa li aspetta!
La lettera non era finita ma la dovette piegare nella tasca della vestaglietta perché tra il sentire la chiave girare nella porta e vedere Mara sconvolta e pietrificata fu un atttimo di esplosione di terrore:
Poi le urla di Mara : -Margherita….le lacrime la inondarono…-.mamma ha avuto un incidente stradale ….mi hanno telefonato adesso dall’ospedale
-Calmati, calmati, adesso andiamo a vedere, ti accompagno, non ti preoccupare…non sarà niente..-
-No, mamma è morta, sul colpo, si è schiantata contro un albero…-
-Aspetta, mi tolgo la vestaglietta e andiamo, non può essere-
Nel bagno continuò a leggere:
Pensa , Margherita, stipulai una polizza dopo che morì mio marito, una piccola cifra mensile ma sono passati tanti anni e nel caso di morte la sommetta è “niente male”! Riceveranno anche questi soldini così potranno contare su qualcosa, magari aprire una piccola attività. Un incidente stradale è più che regolare per poter incassare! D’altronde non posso andare via in altra maniera,(non mi posso permettere altro con la mia pensione)e poi così, sarò vile, lo so, ma mi salverò anche da me, dalla pena, dal macigno che non reggo più e mi schiaccia il petto. Preferisco non vedere più(semmai vederli e proteggerli dall’alto se esiste un seguito dopo la morte), e non vedrò la quercia sulla curva dopo la tua casa. Metto questa lettera nella tua buca, ti suono per dirti di andare a prenderla e sparisco in cinque minuti.
Margherita strappò la lettera e la buttò nel water. Era completamente sotto choc, si infilò un vestito e raggiunse Mara
-Margherita non è giusto, perché mamma correva così…in genere va così piano….-
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-Vieni qui Mara, piangi, piangiamo insieme. Tua madre è morta , è una cosa orribile, non mi capacito possa essere vero-…le lacrime non le impedirono di dire quello che doveva dire… -ma la vita deve continuare. Hai la tua bambina, devi pensare a lei come lei ha pensato sempre a te, un esempio di dedizione unico, una fonte di amore inesauribile, lei ti continuerà ad amare e ti proteggerà ancora…lo sento. Io vi sarò vicina anche per lei.
Era di pietra ora perché doveva completare il lavoro di Margherita
-Andiamo all’ospedale, telefono a Luca in modo che vada a casa di mamma a togliere le sue cose subito, vederle ti farebbe stare male di più…Gli faccio prendere tutti i documenti che tiene nel cassetto dell’ingresso, i vestiti e gli dico di dare una sistemata alle cose e di raggiungerci in ospedale, intanto noi andiamo, sono pronta-
-Sì Margherita…Mara si asciugò le lacrime e una specie di fierezza le illuminò il volto sfatto: -ma io voglio vivere li’, nella sua casa, è irrazionale che mi venga questo pensiero ora , ma è un impulso forte….come faccio senza di lei…nella sua casa forse la sentirò ancora vicina-
-Certo , dopo il funerale vi sistemerete lì….nella casetta di mamma, lei ne sarà contenta-
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Una vera forza, raccontato benissimo.
Commovente fino alle lacrime...
Complimenti. Ciao Silvia.
Perché mi è davvero piaciuto tanto e commosso.
La forza dell'amore era così grande che per fare un futuro ha rinunciato lei...alla vita drammaticamente.
Brava complimenti! Buona serata