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= Poesia
= Racconto
= Aforisma
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UN SEGRETO

Le istruzioni sono:

Un segreto mai rivelato lega alcuni personaggi tra loro. Scrivete un racconto incentrato su un mistero che dovrà essere svelato solo nel finale.


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Il male dentro

Come medico condotto entravo in tutte le case di Collelieto e conoscevo tutti. Mi erano note, naturalmente, le loro condizioni di salute ma non solo giacché ai più piaceva mettermi al corrente dei problemi, dei progetti, delle situazioni belle o brutte che si trovavano a vivere. Mi fermavo volentieri a scambiare quattro chiacchiere e mi interessavo sinceramente alle loro cose; quando potevo, davo anche una mano.
La famiglia Toselli abitava quasi in campagna; la loro casa era l'ultima del paese e si poteva considerare una fattoria per il numero e le specie di animali che vi si allevavano e per le attività produttive che vi si svolgevano finalizzate al mantenimento della famiglia e alla vendita. Quando sono arrivato in paese, cioè nel 1952, i Toselli erano sei : Saverio con la moglie Clara, il figlio Silvio sposato con Gilda dalla quale aveva avuto due figli, Matilde e Filippo, rispettivamente ,all'epoca, di otto e cinque anni.
Ad aiutarli , durante il giorno, sei o sette operai adibiti a svariate mansioni.
In qualsiasi giornata, a qualsiasi ora nella casa c'era un fervore di attività che incuriosiva e lasciava ammirati. Nessuno stava con le mani in mano, si davano tutti un gran da fare. Le mie visite si fecero molto frequenti quando si ammalò Clara e, purtroppo, in maniera insanabile. Dopo la sua morte il clima della fattoria non fu più lo stesso; Saverio si chiuse in una sorta di mutismo da cui era difficile farlo uscire. I due ragazzini avevano un'aria troppo seria e Matilde, in particolare, appariva sempre crucciata e scontrosa. Era una bella ragazza e aveva tutti i motivi per essere contenta ma non lo era. Forse la vita impegnativa della fattoria non le andava più bene; avrebbe avuto bisogno di distrazioni, di incontrare giovani della sua età, di fare altre esperienze. Filippo, invece, pur risentendo del regime piuttosto duro imposto dalle attività lavorative che obbligavano tutti, ciascuno per la sua parte, alla collaborazione, era sostanzialmente più
sereno e psicologicamente più stabile.
Diradai le mie visite non essendo necessaria la mia opera di medico e non trovando più il clima cordiale e accogliente di un tempo. Quando mi decisi a tornare alla fattoria per ricordare che Filippo era in notevole ritardo
per il richiamo dell'antitetanica presi atto che c'erano solo Silvio e Filippo mentre Gilda, Saverio e Matilde erano fuori.
Silvio, laconicamente, accennò alla necessità di Gilda di dare una mano ai suoi genitori in difficoltà per gravi motivi di salute per cui aveva portato con sè il suocero e la figlia per farsi aiutare.
Passarono pochi mesi e in paese si diffuse la notizia della morte di Saverio, comunicata da un manifesto funebre che ne annunciava la dipartita ad esequie avvenute.
In casa Toselli ci fu, per le condoglianze di prassi, un viavai di parenti e conoscenti che da Silvio furono informati della improvvisa morte per attacco cardiaco del padre sepolto a Colavetere, nel paesino della nuora, in Basilicata, in attesa della traslazione, in tempi più opportuni, della salma nel cimitero di Collelieto in ossequio alla volontà più volte espressa dal padre quando era ancora in vita.
La scomparsa di Saverio non turbò più di tanto i suoi compaesani e meno che mai i lavoranti della fattoria che non simpatizzavano troppo col vecchio fattore
Quello che invece suscitò una vera e propria ondata di stupore fu l'apprendere che Gilda era diventata madre per la terza volta di una bambina di nome Aurora concepita, a conti fatti, poco prima della partenza per la Basilicata. Aurora aveva cinque mesi quando Gilda si decise a ritornare a Collelieto insieme ai suoi genitori ancora bisognosi di lei e piuttosto malandati per cui venivo spesso chiamato per controlli ed emergenze.
Di solito, al mio arrivo, chiedevo sempre della piccola che cresceva bene ed era molto carina: - Beh..che dice questa bambolina?
- Perché non lo chiede a lei? - rispondeva scorbutica Matilde indirizzando lo sguardo verso Gilda- è lei la madre, lei sa tutto. Si sarebbe detta gelosa Matilde se non che, quando la sorprendevi con Aurora tra le braccia, aveva un'aria così protettiva ed affettuosa che ispirava meraviglia e tenerezza. Ed era diventata molto abile anche nell'accudirla, le dava il biberon e le cambiava le fasce con molta destrezza.
La sorellina le somigliava molto e questo la rendeva felice; sottolineava molto spesso:- Aurora ha gli occhi neri come i miei, non azzurri. Meno male!
In qualche altra circostanza :-Aurora somiglia a me e a mamma - diceva - della famiglia Toselli non ha preso niente. Meno male!
Tornava insistentemente sul tema delle somiglianze attirandosi gli sguardi accigliati e seccati di Gilda che sembravano invitarla a stare zitta e a farla finita. Si coglieva un certo disagio quando si accapigliavano per questi motivi davvero assai futili ma non lo si poteva impedire. Si sarebbe detto che per Matilde era un bisogno irrinunciabile quello di ribadire la distanza tra la fisionomia della sorella e quella dei Toselli al punto da dire una volta, rivolgendosi alla madre:- Vorrei che Aurora ed io portassimo il tuo cognome, Prosperi .Toselli non mi piace.
- E tuo fratello?
- Lui non c'entra. E poi lui è Toselli dalla testa ai piedi.È rossiccio ed ha gli occhi azzurrognoli. Lui non c'entra.
Gilda non ribadì nulla ma era chiaro che queste puntualizzazioni non le erano piaciute.
- Ma insomma, la tieni chiusa la bocca? Ci tieni tanto a far sapere i fatti nostri?- gridò, in un'altra occasione, Gilda contro Matilde, non accorgendosi che io ero appena entrato ,in tempo per ascoltare le sue parole e coglierne il tono piuttosto irritato e tale da destare sospetto. Perchè tanta asprezza nella voce di Gilda ?
E quali potevano essere ' i fatti nostri' da tenere al riparo da orecchie indiscrete? La frase di Gilda da me sentita involontariamente mise in moto, dentro di me, l'esigenza di indagare per dare un senso a parole e comportamenti che ora apparivano ai miei occhi piuttosto strani e inspiegabili. Mi fermai più spesso a parlare con gli operai per tentare di raccogliere le loro opinioni. Dopo un'iniziale reticenza qualcuno cominciò a sbottonarsi. Il più giovane,Roberto :- Ho pena per la ragazza-disse-.Ne avrà dovuto portare di pazienza dopo la morte della signora Clara !
- Che intendi dire?- lo interruppi io.
- Eh, che intendo dire!! A me il vecchio Saverio non piaceva proprio. Aveva uno strano modo di rivolgersi a Matilde e la signora Gilda non proteggeva la figlia come avrebbe dovuto. Per non far chiacchierare la gente! Dottore, non mi faccia dire più del necessario ma io non ci credo alla storia del suocero che va in Basilicata per aiutare la nuora ad accudire i consuoceri! Bah! Molto strano!
Roberto aveva detto troppo perché, dentro di me, non si accendesse in modo ossessivo la volontà di ricomporre i tasselli di un mosaico che si annunciava inquietante.
Se Roberto era nel giusto negando l'andata di Saverio a Colavetere Saverio dov'era o era stato?
Quale terribile segreto custodivano i Toselli?
Non osavo dare corpo alle mie intuizioni ma avevo bisogno di sapere.
L'andata a Colavetere fu per un verso illuminante, per un altro mi creò uno stato perenne di agitazione.
Nel cimitero di Colavetere non risultava seppellito nessuno che rispondesse al nome di Saverio Toselli.E allora ? Che ne era stato del vecchio?
I parenti ne avevano ufficializzato la morte in modo niente affatto corrispondente al vero. Ma come giungere alla verità?
Io non so se fosse mio dovere occuparmene ma non riuscivo a disinteressarmene nonostante facessi trascorrere il tempo senza assumere iniziative.
Aurora compiva il suo terzo anno di età e si parlava di mandarla all'asilo, Matilde era una splendida diciannovenne piuttosto cinica chiusa a qualsiasi interesse che non riguardasse la fattoria, Silvio e Gilda non facevano progetti pur avendo tre figli, pensando solo al lavoro e al danaro.
Fu in una fredda serata d'autunno che mi trovò insieme ai Toselli davanti al focolare che la mia domanda esplose come una granata:- Ma Saverio come è morto e dove è sepolto? A Colavetere non c'è.
Il silenzio si poteva tagliare a fette, nessuno proferiva parola.
- Allora?
Silvio annaspava e mi invitò a seguirlo nell'altra stanza.
Di spalle, in preda a un tremito che non riusciva a placare:- Io,disse, gli ho tolto la vita......con queste mie stesse mani....... per il male che da troppo tempo faceva a Matilde. Aurora non è nata da me e da Gilda.........Non gliel'ho perdonato. Non ce l'ho fatta.......È sepolto nel canneto.
Avrei voluto cancellare le ultime ore dal mio tempo. Perché avevo cercato la verità a tutti i costi?
Era più terribile e sconcertante di ogni previsione.
Mi allontanai dalla fattoria senza dire una parola,sapendo di lasciare dietro di me una situazione di enorme sofferenza che avrebbe coinvolto tutti ma il cui peso sarebbe ricaduto specie su lei, Matilde, e sulla creatura da lei generata.
Non molto tempo dopo il nostro drammatico colloquio Silvio venne a trovarmi. Un abbraccio affettuoso ci chiarì i nostri sentimenti più di qualsiasi discorso. Egli voleva pagare il suo debito con la giustizia e:- Non si deve sentire in colpa - mi disse- per quello che ha fatto e detto. Mi ha aiutato a prendere la decisione giusta; sarà terribile per tutti ma va fatto. A ognuno il suo destino. ....Posso contare sul suo appoggio?
- È scontato. ....tutto quello che potrò lo farò....per tutti .
......ma dovremo agire soprattutto per il bene di Aurora e Matilde....Matilde, solo che lei lo volesse, potrebbe avere il mio sostegno per sempre.
Uno sguardo di sorpresa e, insieme, di intesa da parte di Silvio colorò di speranza le mie ultime parole.



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Scrittura creativa scritta il 11/08/2016 - 17:00
Da Aurelia Strada
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Commenti


Grazie Loris. Oltre che come bravo autore ti distingui per il tono garbato e discreto dei tuoi interventi.Ti ringrazio per la tua attenzione e ti auguro una serena giornata.Ciao
Aurelia

Aurelia Strada 12/08/2016 - 09:54

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Non l'avevo visto...
Complimenti per il riconoscimento mensile. Di nuovo, buona giornata.

Loris Marcato 12/08/2016 - 07:30

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Bel racconto.
Chissà quante altre storie come questa rimangono celate dietro la vergogna.
Se è autobiografico, è un bel tassello della tua vita.
Ho letto il racconto sull'autobiografia impossibile.
Complimemti Aurelia, buona giornata.

Loris Marcato 12/08/2016 - 07:18

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