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Le istruzioni sono:

Da questo incipit scrivi un racconto breve: "La bottiglia venne lanciata in acqua in una calda serata estiva, poche ore prima che incominciasse a piovere"


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Il vostro amore mi farà tornare

La bottiglia venne lanciata in acqua in una calda serata estiva, poche ore prima che cominciasse a piovere. Ora aveva spiovuto e la bambina non faceva altro che insistere per tornare alla spiaggia.
<<Mammina andiamo a vedere se la bottiglia è partita.>> Chiara scrutava il cielo da dietro la finestra:gli occhi colmi di lacrime.
<<Adesso andiamo >> disse: asciugandosi due lacrimoni con il dorso della mano. Non voleva che Angelica la vedesse piangere. Poche ore prima erano state al mare. La sua piccolina aveva voluto mandare un messaggio dentro una bottiglia. Un messaggio d’amore per il suo papà lontano.
Chiara e Stefano si erano conosciuti giovanissimi lei aveva quindici anni lui diciassette. Chiara era una ragazzina timida e frequentava ancora la scuola. Stefano, finite le medie si era ritirato perché ancora non aveva le idee chiare sul futuro. Non amava stare sui libri, preferiva la vita all’aria aperta il sole, il mare. Così aveva pensato di andare a lavorare su un peschereccio.In attesa di raggiungere la maggiore età: andava bighellonando ogni giorno davanti la scuola a fare il filo alle ragazzine. Era un bel ragazzone Stefano, alto e forte con il sorriso sempre sulle labbra, fra le ragazzine era quasi una celebrità. Chiara lo aveva adocchiato subito ma non lo trovava particolarmente simpatico a lei sembrava più un gallo circondato da numerose galline, perciò gli stava alla larga.
Un giorno,davanti alla scuola mentre si era creata la fila per entrare,"aveva da poco suonato la campanella": se lo era ritrovato di fianco: un pacco di merendine fiesta fra le mani che le diceva.
<<Snacckiamoci.>> Chiara lo aveva guardato di sbieco e a voce alta infastidita gli aveva risposto.
<<Snacckiati le palle.>> Subito si era pentita e avrebbe voluto scusarsi (Non era sua abitudine esprimersi in modo così volgare) ma non aveva potuto perché la fila spingeva per entrare e in un attimo si era ritrovata dentro la scuola. Tuttavia aveva fatto in tempo a vedere la sua espressione e questa: non prometteva niente di buono. All’uscita un po’ timorosa si era guardata intorno ma non lo aveva visto. Mentre svoltava l’angolo vicino a casa, all’improvviso: se lo ritrovò davanti, alla guida di uno scooter.<<Così la signorina che non vuole gli snack dice le parolacce e mi costringe a mangiare da solo le merendine.>> le disse apostrofandola. <<Scusa … io credevo.>>
<<Credevi?>>
Lo lasciò, senza una risposta perché arrivata a casa era riuscita a sgattaiolare dentro il portone. Da quel giorno Stefano cominciò a seguirla come un’ombra. L’aspettava all’uscita di scuola, passava davanti casa a tutte le ore e spesso dalla finestra della scuola le lanciava dei bigliettini affettuosi. Alla fine era riuscito a diventare simpatico anche alla professoressa di lettere che aveva fama di essere severa e tutta d’un pezzo.Pian pianino la stava conquistando. Ci riuscì il giorno di San Valentino. Lo trovò ad attenderla all’uscita di scuola: tirato a lucido e sorridente più che mai. Le venne in contro canticchiando un motivetto e con le braccia dietro la schiena come a nascondere qualcosa.
<<Se tu dai una cosa a me io poi do una cosa a te,>> ripeteva porgendole le labbra. Chiara divertita e incuriosita si era avvicinata per dargli il bacio sulle labbra poi lo aveva schivato e glielo aveva stampato sulla guancia. Lui allora con un reverente e teatrale inchino le aveva offerto una bellissima rosa rossa. Da quel giorno non si erano più lasciati. Stefano era un ragazzo dolcissimo e Chiara lo adorava; si fidanzarono.
Finita la scuola, Chiara andò a lavorare come apprendista in un salone di parrucchiera. Stefano trovò lavoro in una flotta peschereccia. Passarono alcuni anni, il loro amore malgrado le difficoltà della vita si rafforzava. Se per qualche ricorrenza era via: Stefano faceva in modo di essere comunque presente inviando le rose rosse che lei amava tanto. Si sposarono e da questa unione nacque la loro Angelica: una bella bambina dagli occhi color del mare.
Poi quell’ultimo viaggio. Si era imbarcato sul peschereccio due settimane prima e oggi avrebbe dovuto far ritorno. Le previsioni parlavano di mare calmo: ma l’improvviso e forte rovescio aveva scurito il cielo e portato con se fulmini e lampi: forti raffiche di vento avevano mutato l’umore al mare che ora mugghiava gonfio e agitato. Chiara come ogni volta che Stefano era via tremava di paura, era la moglie di un marinaio e sapeva quanto il mare può diventare spietato. Aveva visto altre mogli attendere invano. Angelica la risvegliò dai suoi malinconici pensieri
<<mammina andiamo>> le disse la piccola tirandole il vestito <<ricordi cosa diceva papà? Se dovessi perdermi mandatemi un messaggio e io troverò la strada per tornare.>> Chiara prese la mano della piccola e si avviarono verso il porticciolo.In cielo rasserenante l’arcobaleno a sigillare la pace fatta con il mare ora in bonaccia. Lontano, sulla spiaggia una figura alta, le mani dietro la schiena.
Gli corsero incontro.
Con un inchino e un sorriso prima di abbracciarle strette: Stefano offrì loro; non una rosa rossa ma qualcosa di più importante.
Il suo cuore, insieme a un messaggio d’amore: dentro una bottiglia.



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Scrittura creativa scritta il 09/01/2013 - 17:20
Da Claretta Frau
Letta n.1342 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


è bellissima!

Sofia V 14/04/2013 - 15:45

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Novella che, per la sua caratteristica, lascia doverosamente impronta di commozione nell'animo del lettore. Splendido tema.

Gianmarco Dosselli 14/04/2013 - 13:40

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Bella storia Claretta! Non manca veramente nulla! Grazie per il commento sulla mia poesia! E' la prima volta che pubblico qualcosa e fa piacere sentire apprezzamenti!

Alexander Schnabel 17/01/2013 - 20:02

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Bella storia ... ed un bel lieto fine.Complimenti

Carla Davì 10/01/2013 - 17:17

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Ottimo stile, come sempre e bellissima storia. Brava Claretta

Daniela Cavazzi 10/01/2013 - 07:30

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