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Scrivi un racconto che inizi così:
D'accordo, ti racconterò la storia della mia vita, come tu desideri ....


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Vedi cara

D'accordo, ti racconterò la storia della mia vita, come tu desideri cara, mettiti seduta! Una premessa: sto per descrivere un vizio tipico di questi tempi, del quale ben pochi possono dirsi esenti. Il buonismo è un vero e proprio virus che si manifesta in forme più o meno acute e del quale tantissimi sono i portatori sani. Buonisti sono sempre e solo gli altri; il buonismo è un vizio la cui ammissione è un tabù, pena l’emarginazione e la derisione. Se da un lato l’inclinazione al cinismo (che del buonismo, in fin dei conti, è il rovescio della medaglia) incute sempre una sottile ammirazione, quasi un timore reverenziale, il buonista sarà sempre e solo una buffa e patetica macchietta, incline alla retorica dell’accondiscendenza, del sorriso facile, dei buoni sentimenti, del compromesso inteso soltanto nella sua accezione nobile. Ci conosciamo si può dire da sempre; sai le mie origini e vuoi che ti racconti le stesse cose per l’ennesima volta: ho fatto del buonismo la mia malattia morale di uno che è convinto che l’erba del vicino sia sempre più verde, peraltro, poiché mi è stato insegnato che l’invidia è un difetto, devo ostentare ammirazione per quel vicino. Non sono un uomo sicuro di sé, mi nascondo dietro sorrisi, i miei assillanti sensi di colpa, sono terrorizzato dall’idea di non essere apprezzato. Sono continuamente alla ricerca di mediazioni e non credendo nell’esistenza di una verità ultima, mi adeguo alle tante verità contingenti che individuo intorno a me. Anche a livello mentale sono fondamentalmente un pigro e parlo per slogan, per luoghi comuni, per “sentito dire”, non sono incline alla riflessione profonda, né alla messa in discussione delle mie piccole certezze quotidiane. Un po’ come il dottor Adattati, protagonista del racconto “Un uomo tranquillo di Stefano Benni”, che ha una sola idea chiara, irrinunciabile, trainante: non avere idee. Per dare una buona immagine di me, manifesto spesso sentimenti e ideali umanitari. Non ho una vera consapevolezza degli effetti delle mie azioni e la qualità indiscussa è quella di non adirarmi quasi mai, eppure qualora mi capiti di essere sbugiardato, vado in preda al panico o all’isteria, oppure rimango silente e attonito. La mia etica non è mai fondata su verità oggettive, quanto sullo spirito dei tempi, al quale tendo ad attenermi in modo maniacale e quasi dogmatico, e in nome del quale mi ergo, a severo censore e fustigatore di costumi. Sono forte coi deboli e debole coi forti, spesso e volentieri, sono un candido, una sorte di "utile idiota" a volte dotato di un discreto carisma che i più spregiudicati sono abili a strumentalizzare. Non mancano quindi i casi in cui sono un vero e proprio lupo travestito da agnello, un freddo calcolatore che, studiando nel dettaglio i tic e gli stereotipi dei “candidi di successo”, tento di riprodurne i modelli comportamentali su grande scala: un “filantropo, pieno di compassione e non solo degli uomini, ma anche amico degli animali”, un “convinto spiritualista”, un “asceta” che afferma di credere in Dio ma, in realtà, amo solo me stesso. Figlio del pensiero liberale del ’68, di quei moti di rivolta studentesca e che adesso incarno il “volto umano”, assimilabile da moderato e anche da conservatore. Sul piano sociale questa mia attitudine ha portato danni irreparabili in ambito pedagogico e qui è più pertinente parlare di “lassismo” o “permissivismo”, che hanno sottratto i miei figli, il senso del sacrificio e della disciplina. Si è, in altre parole, ritenuto che l’amore genitoriale potesse limitarsi soltanto all’aspetto affettivo, senza alcun potere correttivo o sanzionatorio. Niente punizoni, solo comprensione e ascolto. Le conseguenze di ciò sono sotto gli occhi di tutti: comportamenti devianti, imbarbarimento dei costumi, mancanza di rispetto per i soggettivi educativi, siano essi la famiglia che la scuola. Il massimo del paradosso, tuttavia, il mio buonismo lo esprimo nei dibattiti sull’immigrazione e sul multiculturalismo: anche in questo ambito non sono in grado di guardare serenamente la realtà oggettiva, schiavo dei miei “pregiudizi al contrario”, per cui lo straniero è sempre e comunque una persona da accogliere, una vittima dei nostri antenati colonialisti brutti, sporchi e cattivi. E anche qui le conseguenze sono state nefaste: sfruttamento della manovalanza extracomunitaria, microcriminalità diffusa, rigurgiti di razzismo, ghettizzazione, difficoltà di integrazione, per non parlare dell’ascesa del fondamentalismo islamico, insomma, di fronte ad un autentico “cancro della volontà”, un ottenebramento della ragione e dell’autonomia di giudizio. Cara ti ho raccontata ciò che tu preferisci ascoltare di me: essere accondiscendenti e sorridente, ma al contrario, amo la verità senza compromessi. Il buonismo che volevi ti descrivessi, non ha nulla a che vedere con la bontà, né con l’onestà o la rettitudine: ne è soltanto una grottesca caricatura. L’uomo veramente buono ha una mente ed un cuore molto più profondi. Sa guardare oltre le apparenze e la sua fame di giustizia lo spinge a battaglie controcorrente. L’uomo buono si inchina umilmente dinnanzi alla realtà e la osserva senza le lenti deformanti dall’ideologia. Ama la verità senza distinguo e la afferma con vigore, se necessario. È consapevole che per cambiare il mondo servono scelte coraggiose e che, per portarle avanti, non bisogna avere paura di perdere il consenso, di finire in minoranza o di farsi nemici. Mantenere un buon equilibrio mentale è un processo che può essere sostenuto attivamente, in primis accettando quello che si è; guardarci allo specchio con onestà e umiltà per riconoscere i limiti e le imperfezioni che ci caratterizzano. Accettare il malessere, laddove i limiti e le difficoltà emergono provocando inquietudine o sofferenza è importante uscire dall'idea che tali condizioni debbano essere necessariamente eliminate in breve tempo. E' importante vivere le proprie emozioni, anche quelle negative, e capire che per poterle meglio elaborare e superare bisogna anche imparare a conviverci. Mantenersi attivi e acquisire padronanza su qualcosa che non abbiamo mai fatto prima, provoca sensazioni positive e ci permette di fare esperienza pratica nel tempo, possa portare miglioramenti significativi e soprattutto crescere l'autostima. Rimanere in contatto con il mondo intorno a noi, aiuta a sentirsi parte di esso. Impegnarci in attività finalizzate ad uno scopo comune può contribuire a dare un senso alla nostra vita quotidiana e a percepire di poterci appassionare ad un obiettivo e raccoglierne i frutti. Lasciare sfogare il nostro lato creativo può essere liberatorio e permette di esprimere noi stessi. Non importa quale sia il livello della nostra produzione, la bellezza è insita in ciò che viene creato perché esso rappresenta la manifestazione del nostro sforzo e del nostro pensiero. Di fronte alle difficoltà che la vita spesso riserva, molti scelgono di non guardarle in faccia e di fare finta che esse non esistano, cercando di portare avanti la loro vita normalmente. Tuttavia, esse permangono e agiscono i loro effetti in modo evidente. Non c'è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto, spesso infatti permette di risolvere difficoltà e malesseri più velocemente e adeguatamente di quanto sapremmo fare da soli. Molti pensano che se le circostanze della loro vita cambiassero, otterrebbero la pace interiore, non ci sono circostanze ideali o assenza totale di prove e difficoltà, ma stabilità interiore! Il sistema non vuole prepararci alla vita con programmi rivolti ad accrescere la stima di se stessi. Si lavora solo su obsoleti meccanismi di insegnamento, basati sulla trasmissione di nozioni, che probabilmente non useremo mai finché campiamo. In un contesto simile possiamo solo accumulare stati emotivi deprimenti, soprattutto se per noi tutte quelle informazioni, che ci vengono "inculcate", sono noiose e facciamo fatica ad assimilarle. Questo inizia fin da piccoli a generare una grande frustrazione in noi, che ci porteremo dietro a vita, a meno che non siamo disposti a trovare le strade per operare un radicale cambiamento. Ed è proprio nelle mani di tali uomini buoni e coraggiosi il futuro dell’umanità. Vedi cara, cosa ti dico: prendi in mano la tua vita, riempila di significati, liberati dalle catene convenzionali, dai libero sfogo alla tua creatività, non lasciarti intrappolare dai falsi moralismi e schemi mentali; hai un bel cervello usalo! Poniti come obiettivo di raggiungere la serenità; non importa che potrebbero essere in contrasto con la mia filosofia di vita, ciò che conta e la cosa che più ti fa star bene e siccome è la tua felicità e serenità, fai come credi!



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Scrittura creativa scritta il 06/01/2017 - 02:42
Da Savino Spina
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Commenti


D'accordo e non d'accordo
Chi può stabilire con onestà il vero filo sottile che distingue il buonismo dalla purezza d'intenti? Noi stessi? No...nn credo
Rivoluzionare le ns azioni a costo di diventare impopolari?
Bene...ma in Francia lo chiamano rivoluzione e comunità di intenti...noi, temo, siamo italiani e, singolarmente, possiamo fare molto poco...ma questa nn è una giustificazione

laisa azzurra 08/01/2017 - 14:58

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Angelo Lanzaro, 43enne senza fissa dimora, originario di Visciano in provincia di Napoli. Angelo, aveva una compagna e 3 figli. Da circa un anno, però, aveva avuto enormi difficoltà che lo avevano costretto a vivere di stenti, accampandosi nella struttura abbandonata e malridotta.Morto soprattutto per l'idifferenza! Adesso siamo tutti indignati, ma noi cosa facciamo, affinché episodi del genere non si verifichino più? Provo una rabbia indescrivibile, perchè sono convinto che questa morte annunciata, non servirà da monito per quelle future! Non mi ci vedo in questo mondo cinico senza umanità!

Savino Spina 07/01/2017 - 14:59

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BUONISMO: IL CANCRO DELLA VOLONTA'
Essere accondiscendenti e sorridenti con tutti porta alla catastrofe; l'uomo retto, al contrario, ama la verità senza compromessi!

Savino Spina 06/01/2017 - 10:21

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