MINIRICORDI
Le istruzioni sono:
Scegli un interlocutore qualsiasi (es. persona che ami o che non ami più o che non ti ama più) e scrivi una storia fatta di ricordi a forma di domanda (es.Ti ricordi quel giorno che ti ho conosciuto? Ti ricordi che portavo sempre i maglioncini a V? Ti ricordi che mangiavamo i gelati sui gradini della chiesa? Ti ricordi che...)
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LA BELLA NUOTATRICE DEL VEZZA
Ti ricordi quando ci siamo incontrati per la prima volta, e tu nuotavi allegramente e spensierata, sulle limpide acque, lungo le fresche ed ombreggiate rive del Torrente Vezza?
Ricordi quanto tempo sono stato ad osservarti dalla riva e a lanciarti continuamente segnali per esternarti la mia ammirazione, con ampi movimenti delle braccia e delle mani! Ma poiché tu impegnata a nuotare, non ti accorgevi di me, ho iniziato a sventolare un fazzoletto rosso sperando che ti accorgessi della mia presenza.
Tu però continuavi a nuotare con impegno e passione, ammaliata da quelle acque limpide e pure, estraniandoti da resto del mondo! Sperando di farmi notare, ho deciso di salire sul ramo di un robusto Salice Piangente che sporgeva sopra le acque del torrente. Mi sono sistemato tra le verdeggianti frasche da dove avevo una visuale perfetta, potevo osservarti ed ammirarti tranquillamente per un lungo tratto in un’ansa del fiume, mentre tu continuavi a nuotare con grande agilità e naturalezza!
Eri talmente presa dalla tua attività, che neanche questa volta ti sei accorta di me, e hai proseguito velocemente con lunghe e rapide bracciate, dirigendoti continuamente a monte e a valle di quell’ampio bacino fluviale!
Io sono rimasto affascinato e incantato, non solo dal tuo perfetto stile di nuoto, ma anche dalla tua agilità e resistenza allo sforzo; eri proprio una Ninfa con i capelli ricci e neri raccolti dietro la nuca,
sembravi veramente una splendida Amazzone!
Ti ricordi? Hai nuotato per oltre mezz’ora e non ti sei nemmeno accorta della mia presenza sull’albero, dal quale ogni tanto rischiavo di cadere in acqua, a causa delle precarie condizioni di stabilità sul ramo del vecchio Salice Piangente!
Io ero completamente impegnato ad ammirare la tua silhouette che sfrecciava veloce, percorrendo avanti e in dietro quel largo tratto del fiume, e non mi rendevo conto dei rischi e dei pericoli che correvo nel restare in quelle precarie condizioni. A un certo punto però, forse un po stanco e provato fisicamente dai dolori muscolari, sono scivolato e quasi caduto in acqua, rimanendo fortunatamente penzoloni, aggrappato sul ramo dell’albero, toccando appena l’acqua con i piedi!
Ricordi lo spavento che hai avuto, mentre stavi passando proprio sotto quell’albero!?
Mi hai quasi sfiorato e hai emesso un grido di spavento e sorpresa per quella improvvisa e inaspettata visione di un corpo penzolante! Anch’io ho avuto tanta paura e sono rimasto ancorato con forza all’albero, chiedendo più volte aiuto, perché non solo non conoscevo la profondità dell’acqua, ma purtroppo non sapevo nemmeno nuotare! Ero un ragazzo nato e cresciuto in un paese di montagna e nessuno mi aveva mai insegnato a nuotare!
Ti ricordi? tu hai smesso di nuotare e hai gridato con una certa agitazione: ma tu chi sei, cosa fai in quella posizione, da dove sei arrivato? Perché non ti lasci cadere in acqua?
Ti ho risposto implorandoti: ti spiegherò con calma il motivo per il quale mi trovo in queste deprecabili condizioni, ma adesso ti prego, aiutami, salvami, io ho paura, non conosco la profondità del fiume e non so nemmeno nuotare!
A quel punto, da brava ragazza atletica e coraggiosa, hai detto: stai tranquillo mio caro giovanotto, non aver paura, l’acqua è poco profonda, ma adesso ti prendo e ti porto in salvo sulla riva! Mi hai afferrato per le gambe ed io mi sono lasciato cadere subito tra le tue braccia! Ma a causa del mio fisico non proprio atletico, anzi un po' in sovrappeso, e nonostante tu fossi un’atleta forte e ben allenata agli sforzi, siamo finiti entrambi in acqua! Io tutto intimorito e dispiaciuto per la figuraccia da sprovveduto che stavo facendo avrei voluto affogare d’avvero, ma tu energicamente hai gridato: forza, usciamo dall’acqua e abbracciandomi, mi hai accompagnato sulla sponda del fiume, togliendomi dal pericolo e aiutandomi anche a ritrovare un po di tranquillità e a riprendere subito la normale respirazione!
Ti ricordi di quella caotica e imprevedibile giornata, così strana e movimentata?
E’ stato un incontro casuale, in un contesto particolare con degli avvenimenti inimmaginabili, sfociati rapidamente in momenti di tragica comicità e confusione!
Io ricordo ancora tutto con chiarezza, anche se ci siamo lasciati improvvisamente senza tante
spiegazioni.
Ti ho detto: io sono Tino, ti ringrazio e ti chiedo scusa per aver portato così tanto scompiglio, mentre eri intenta nei tuoi allenamenti; tu con delicatezza hai risposto sorridendo: io sono Mena e mi sto allenando per i prossimi campionati Regionali di nuoto e poi cercando di incoraggiarmi hai sottolineato che per te, era stato comunque un piacere incontrarmi, aggiungendo: speriamo di rivederci in altre occasioni, magari più tranquille e … un po meno imbarazzanti!
Poi, te lo ricordi? un forte e spontaneo abbraccio, culminato con un tenero, caldo e interminabile bacio, ha messo fine al nostro inconsueto incontro. Improvvisamente, sei fuggita tuffandoti di nuovo in acqua e riprendendo velocemente a nuotare scomparendo tra le anse del fiume!
Anch’io sono fuggito più confuso che mai, da una parte avrei voluto dimenticare quell’incontro, ma nello stesso tempo, in quei pochi attimi, tu eri entrata prepotentemente nella mia mente e forse anche nel profondo del mio cuore!
Per questo, io sono tornato ancora tante altre volte per mesi e per anni a cercarti in quelle rive del fiume, tra i boschi, le valli e i prati fioriti, ma tu non c’eri, non c’era più la mia bella Ninfa, la nuotatrice che una volta, mi ha salvato la vita e che io da quel giorno, ho sempre portato e continuo ancora a portare nel mio cuore!
Sono passati oltre cinquant’anni, da quell’insolito incontro che comunque io non ho mai dimenticato e al quale spesso ho ripensato con una certa fiducia, anche se mista a tanta malinconia. La mia mente tornava ogni tanto su quelle limpide acque del fiume, ma soprattutto a quel tenero, dolce e furtivo bacio e speravo con ottimismo di rincontrare un giorno la bellissima e sfuggente Mena!
Una mattina, mentre con un gruppo di amici e colleghi, viaggiavamo in pullman per una visita guidata alla città di Firenze, per puro caso mi sono ritrovato seduto a fianco di una bella signora dai capelli ricci e dai modi cortesi. Fin dal primo sguardo e dalle prime parole, abbiamo esclamato quasi contemporaneamente: ma tu … , tu sei la nuotatrice del Vezza! E tu … certamente sei Tino … il timido e inesperto ragazzo … caduto per caso da un salice piangente e che che io ho salvato dalle profonde e … agitate acque … del grande fiume! Così dicendo, ci siamo riabbracciati, scambiandoci di nuovo un tenero e dolcissimo bacio!
Da quel giorno però ci siamo scambiati i nostri indirizzi e i numeri telefonici, perchè questa volta, non vogliamo più perderci, ma vogliamo incontrarci molto spesso e magari … tornare insieme per rinverdire i ricordi e per una bella e salutare nuotata in quel fiume che tanti anni fa ci ha fatto incontrare e chissà, forse ci ha fatto anche un po' … innamorare!!! …
Ricordi quanto tempo sono stato ad osservarti dalla riva e a lanciarti continuamente segnali per esternarti la mia ammirazione, con ampi movimenti delle braccia e delle mani! Ma poiché tu impegnata a nuotare, non ti accorgevi di me, ho iniziato a sventolare un fazzoletto rosso sperando che ti accorgessi della mia presenza.
Tu però continuavi a nuotare con impegno e passione, ammaliata da quelle acque limpide e pure, estraniandoti da resto del mondo! Sperando di farmi notare, ho deciso di salire sul ramo di un robusto Salice Piangente che sporgeva sopra le acque del torrente. Mi sono sistemato tra le verdeggianti frasche da dove avevo una visuale perfetta, potevo osservarti ed ammirarti tranquillamente per un lungo tratto in un’ansa del fiume, mentre tu continuavi a nuotare con grande agilità e naturalezza!
Eri talmente presa dalla tua attività, che neanche questa volta ti sei accorta di me, e hai proseguito velocemente con lunghe e rapide bracciate, dirigendoti continuamente a monte e a valle di quell’ampio bacino fluviale!
Io sono rimasto affascinato e incantato, non solo dal tuo perfetto stile di nuoto, ma anche dalla tua agilità e resistenza allo sforzo; eri proprio una Ninfa con i capelli ricci e neri raccolti dietro la nuca,
sembravi veramente una splendida Amazzone!
Ti ricordi? Hai nuotato per oltre mezz’ora e non ti sei nemmeno accorta della mia presenza sull’albero, dal quale ogni tanto rischiavo di cadere in acqua, a causa delle precarie condizioni di stabilità sul ramo del vecchio Salice Piangente!
Io ero completamente impegnato ad ammirare la tua silhouette che sfrecciava veloce, percorrendo avanti e in dietro quel largo tratto del fiume, e non mi rendevo conto dei rischi e dei pericoli che correvo nel restare in quelle precarie condizioni. A un certo punto però, forse un po stanco e provato fisicamente dai dolori muscolari, sono scivolato e quasi caduto in acqua, rimanendo fortunatamente penzoloni, aggrappato sul ramo dell’albero, toccando appena l’acqua con i piedi!
Ricordi lo spavento che hai avuto, mentre stavi passando proprio sotto quell’albero!?
Mi hai quasi sfiorato e hai emesso un grido di spavento e sorpresa per quella improvvisa e inaspettata visione di un corpo penzolante! Anch’io ho avuto tanta paura e sono rimasto ancorato con forza all’albero, chiedendo più volte aiuto, perché non solo non conoscevo la profondità dell’acqua, ma purtroppo non sapevo nemmeno nuotare! Ero un ragazzo nato e cresciuto in un paese di montagna e nessuno mi aveva mai insegnato a nuotare!
Ti ricordi? tu hai smesso di nuotare e hai gridato con una certa agitazione: ma tu chi sei, cosa fai in quella posizione, da dove sei arrivato? Perché non ti lasci cadere in acqua?
Ti ho risposto implorandoti: ti spiegherò con calma il motivo per il quale mi trovo in queste deprecabili condizioni, ma adesso ti prego, aiutami, salvami, io ho paura, non conosco la profondità del fiume e non so nemmeno nuotare!
A quel punto, da brava ragazza atletica e coraggiosa, hai detto: stai tranquillo mio caro giovanotto, non aver paura, l’acqua è poco profonda, ma adesso ti prendo e ti porto in salvo sulla riva! Mi hai afferrato per le gambe ed io mi sono lasciato cadere subito tra le tue braccia! Ma a causa del mio fisico non proprio atletico, anzi un po' in sovrappeso, e nonostante tu fossi un’atleta forte e ben allenata agli sforzi, siamo finiti entrambi in acqua! Io tutto intimorito e dispiaciuto per la figuraccia da sprovveduto che stavo facendo avrei voluto affogare d’avvero, ma tu energicamente hai gridato: forza, usciamo dall’acqua e abbracciandomi, mi hai accompagnato sulla sponda del fiume, togliendomi dal pericolo e aiutandomi anche a ritrovare un po di tranquillità e a riprendere subito la normale respirazione!
Ti ricordi di quella caotica e imprevedibile giornata, così strana e movimentata?
E’ stato un incontro casuale, in un contesto particolare con degli avvenimenti inimmaginabili, sfociati rapidamente in momenti di tragica comicità e confusione!
Io ricordo ancora tutto con chiarezza, anche se ci siamo lasciati improvvisamente senza tante
spiegazioni.
Ti ho detto: io sono Tino, ti ringrazio e ti chiedo scusa per aver portato così tanto scompiglio, mentre eri intenta nei tuoi allenamenti; tu con delicatezza hai risposto sorridendo: io sono Mena e mi sto allenando per i prossimi campionati Regionali di nuoto e poi cercando di incoraggiarmi hai sottolineato che per te, era stato comunque un piacere incontrarmi, aggiungendo: speriamo di rivederci in altre occasioni, magari più tranquille e … un po meno imbarazzanti!
Poi, te lo ricordi? un forte e spontaneo abbraccio, culminato con un tenero, caldo e interminabile bacio, ha messo fine al nostro inconsueto incontro. Improvvisamente, sei fuggita tuffandoti di nuovo in acqua e riprendendo velocemente a nuotare scomparendo tra le anse del fiume!
Anch’io sono fuggito più confuso che mai, da una parte avrei voluto dimenticare quell’incontro, ma nello stesso tempo, in quei pochi attimi, tu eri entrata prepotentemente nella mia mente e forse anche nel profondo del mio cuore!
Per questo, io sono tornato ancora tante altre volte per mesi e per anni a cercarti in quelle rive del fiume, tra i boschi, le valli e i prati fioriti, ma tu non c’eri, non c’era più la mia bella Ninfa, la nuotatrice che una volta, mi ha salvato la vita e che io da quel giorno, ho sempre portato e continuo ancora a portare nel mio cuore!
Sono passati oltre cinquant’anni, da quell’insolito incontro che comunque io non ho mai dimenticato e al quale spesso ho ripensato con una certa fiducia, anche se mista a tanta malinconia. La mia mente tornava ogni tanto su quelle limpide acque del fiume, ma soprattutto a quel tenero, dolce e furtivo bacio e speravo con ottimismo di rincontrare un giorno la bellissima e sfuggente Mena!
Una mattina, mentre con un gruppo di amici e colleghi, viaggiavamo in pullman per una visita guidata alla città di Firenze, per puro caso mi sono ritrovato seduto a fianco di una bella signora dai capelli ricci e dai modi cortesi. Fin dal primo sguardo e dalle prime parole, abbiamo esclamato quasi contemporaneamente: ma tu … , tu sei la nuotatrice del Vezza! E tu … certamente sei Tino … il timido e inesperto ragazzo … caduto per caso da un salice piangente e che che io ho salvato dalle profonde e … agitate acque … del grande fiume! Così dicendo, ci siamo riabbracciati, scambiandoci di nuovo un tenero e dolcissimo bacio!
Da quel giorno però ci siamo scambiati i nostri indirizzi e i numeri telefonici, perchè questa volta, non vogliamo più perderci, ma vogliamo incontrarci molto spesso e magari … tornare insieme per rinverdire i ricordi e per una bella e salutare nuotata in quel fiume che tanti anni fa ci ha fatto incontrare e chissà, forse ci ha fatto anche un po' … innamorare!!! …
Scrittura creativa scritta il 20/02/2017 - 23:25
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