IL LAGO DI MONTAGNA
segreto a chi non è di queste parti.
Il passo s’affretta
raggiunge le sponde
fresche carezzevoli.
Giorni lontani queste rive
hanno nascosto piccole impronte curiose
che per mille volte si son rincorse in tondo.
Ora adulta ritrovo la pace
che le dolci acque infondono.
La loro calma perpetua
mi fa dimenticare il male degli uomini.
Mi soffermo ancora un po…
per rubare il silenzio, il profumo
e l’aria di questo luogo.
Lascerò orme vicino all’acqua
per ricordare al lago
che sono cresciuta
e non l’ho mai dimenticato.
Racconto ispirato dalla mia poesia.
E' trascorso molto tempo, ero bambina e accompagnavo la mamma ad una vacanza forzata per lei, lasciando a casa le sorelle e il babbo. Ferie particolari, per me una gioia immensa, avrei avuto mia madre tutta per me. Lei si allontanava dalla città su consiglio del medico, era caduta in una brutta depressione il solo modo di uscirne era di allontanarsi dai problemi, dalla vita caotica della città. Portava me per compagnia perché piccola e scevra da impegni di qualsiasi genere. Il luogo era un vero paradiso, in montagna non altissima, vegetazione lussureggiante, era in primavera periodo del risveglio della natura. L'Hotel in realtà era un centro benessere, la Beauty Farm offriva trattamenti mirati per ogni ospite. Di piccolina c'ero solo io, era bellissimo tutti mi coccolavano, passavo le giornate intere giocando con la mia bambola eravamo due principessine che giravano per tutti gli ambienti dell'area piscine idromassaggi, compresi i giardini. Parlavo sempre con la mia pupa di pezza di fate, di principi e cavalli alati.Era il posto adatto per rilassare il corpo e la mente. Quando la mamma riposava mi avventuravo nei vicini boschetti. Un giorno durante il mio vagabondare scoprii un laghetto alimentato da una piccola cascata. Mi tolsi le scarpette e sulle sue rive m'inventai una danza con dei folletti immaginari.Sul più bello il cielo cambiò colore si avvicinava un temporale, capita in montagna. Rimisi le scarpe e a malincuore tornai all'albergo, lasciando le orme sulla sponda del laghetto che stavano di già sparendo. Quando arrivai tutto il personale era in allarme, mia madre bianchissima era spaventatissima ma appena mi videro anche se tutta zuppa di pioggia mi abbracciarono felici. Anche mia madre mi baciò a lungo, mentre io la rassicuravo che ero stata con le fate e non doveva temere. Ma da quel giorno mi fu proibito d’uscire. Il tempo passò in fretta tornammo a casa la mamma guarì e la sera prima di andare a dormire s'inventava favole sul lago di montagna e gli gnomi, io mi addormentavo sognando quel luogo meraviglioso. Sapete da grande ci sono tornata ed è rimasto uguale, le mie impronte sulla riva non ci sono più, ma vi ho trovato tanti ricordi.
Mirella Narducci
Voto: | su 9 votanti |
Bellissimo, commovente...e tanto emozionante. Complimenti 5*
Lieto meriggio.
*****
grande Mirella ***** e ancora*****
Come te,tu sei la ninfa di quel lago
e se hai gli occhi verdi
sei proprio tu.
Colei che fece innamorare il
cacciatore.Per questo io non ti guardo
negli occhi, sarei perduto.
Ma forse un giorno
rischierò.
Un bacio.
a te Mirella buona giornata
la magia di momenti importanti (per noi), indelebili...francobolli che han fatto di noi quel che siamo, nel bene e nel male...
e quel laghetto è limpido come il tuo cuore...