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= Poesia
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= Scrittura Creativa


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INCIPIT PER UN NOIR

Le istruzioni sono:

partendo da questo incipit scrivi un racconto noir: "Era morta. Mortissima. Stramorta. La cosa dentro la vasca era morta. Sì, perché quella non era più la professoressa Marini, ma una cosa gonfia e livida che galleggiava come una camera d’aria. Era stato lui. Era stato lui a fare quello. Arretrò con le spalle al muro. L’aveva uccisa per davvero. Come aveva potuto avere ucciso un essere umano? Si gettò sul water e vomitò. Me ne devo andare subito, si disse."


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Giostra Cavalli Carillon

“Era morta. Mortissima. Stramorta. La cosa dentro la vasca era morta. Sì, perché quella non era più la professoressa Marini, ma una cosa gonfia e livida che galleggiava come una camera d’aria. Era stato lui. Era stato lui a fare quello. Arretrò con le spalle al muro. L’aveva uccisa per davvero. Come aveva potuto uccidere un essere umano? Si gettò sul water e vomitò. Me ne devo andare subito, si disse". Gocce di sangue sul vetro lurido del mobiletto da bagno. Immagini che arrivano ai suoi occhi deformate. Immagini artefatte da strati di ricordi lontani. Buttò lo sguardo oltre quello che restava della salma. Cancellò alla meglio le impronte digitali e cercò di mettere un pò d’ordine in bagno, ma l’ansia e il panico ebbero il sopravvento e fuggì senza voltarsi indietro. Nel correre ansimava e percorse il luna park, tratto di urbanizzazione di periferia, ceduti all’origine della terra, ferro corroso, legno marcio che diventa terreno fertile e un appezzamento spoglio e grigio. Anche il cielo è grigio, che rende ancora più cupo il pensiero di non avere eliminato del tutto le tracce del delitto, mentre l’umidità sembra fagocitare i colori nelle sue particelle impalpabili. I colori vividi, le luci colorate, le musichette divertenti, tutto è passato, non si sente più nemmeno l’odore dello zucchero filato. Che il tempo passa lo sapeva, ogni tanto si guarda dietro, poi si guarda ad uno specchio e ancora le mani segnate da piccoli solchi, snelle, ossute, scarne; le osserva e non riesce a capacitarsi, come hanno potuto prendere alla gola l’insegnante e nella colluttazione facendole sbattere la testa sull’angolo del mobiletto. La poveretta cadde tramortita a terra in un bagno di sangue e a lui non rimase che riempire la vasca da bagno e buttarla dentro. Oltre la recinzione del luna park c’erano solamente cataste deformi, relitti arrugginiti, scheletri di ciò che c’era prima. Fu sulla piattaforma girevole, una dozzina di cavalli, il tutto condito da colori sgargianti e melodie tipo carillon, che aveva conosciuto la professoressa Marini, due anni fa. A pensarci bene era stato proprio questo grande carillon sospeso fuori dal tempo, fuori da ogni logica della vita, a far si, che diventassero amanti. Era una quarantenne d’altri tempi, con in testa il grande amore, quello a lungo agognato nei classici della letteratura, che assegnava ai suoi alunni a scuola. Lui è una persona molto matura rispetto ai suoi coetanei, quel giorno bevve molto, ma detesta le sbronze. Fuma Marlboro morbide e si recò alle giostre con una vecchia Alfa Duetto rossa. E’ un giornalista, ma si rifiuta di far parte dell’ordine dei giornalisti. Una sorta di ripudio all’idea di far parte di un ordine, soprattutto se di retaggio al potere. Vive quasi esclusivamente di notte, se non fosse per l’ingrata mansione di dover coprire il cronista di nera al “Gazzettino Vesuviano”. Inoltre, è un ghostwriter di professione, cosa che lui detesta. E’ una forma di libera espressione, divincolata dalla morsa degli editori: non ha un padrone e non si definisce dipendente, non ha alcun interesse a farsi largo a gomitate con i colleghi. Scrive perché si diverte, perché i suoi personaggi lo tengono compagnia quando rientra la notte in casa e ha bisogno di rendere spettacolare una serata passata al bancone. Il più delle volte noiosa. Ama vestirsi in giacca e camicia (a volte indossa anche un ascot foulard) ed è un amante della cucina napoletana. L’unico passatempo che lo facesse dimenticare quanto poco aveva, l’unico svago oltre la partita al campetto con gli amici. Circonferenze cicliche, mosse sul perno di quello spicchio di vita nel paese dei balocchi. Essere fermi e muoversi allo stesso tempo, essere per quei pochi istanti al centro della vita, ammirato e desiderato. Lei sapeva già che sarebbe durato troppo poco, ma non importava, sognava che almeno per quella volta durasse un pò di più, che fosse la fortunata ad essere ammirata più delle altre. Lui a cavallo di un ronzino di legno diventava il più impavido dei cavalieri, il più azzurro di tutti i principi. Poi suonava la campana e la vita iniziava a girare per qualcun altro, questa volta restavate a guardare da fuori, ancora euforici. Anche oggi guardi da fuori, lo sguardo è ancora fisso al di là della recinzione, stai cercando la chiave, quella che carica il grosso carillon, quella che carica il tuo cuore di ricordi piacevoli, perché solo quelli oramai ti sono rimasti. Il Luna park abbandonato è un set noir, che ha il pregio di essere molto tranquillo e silenzioso, con i suoi fantasmi. Tutto tace e nulla si muove. Ora per scherzo del destino è lui stesso uno dei suoi personaggi braccato dalla volante e lascia che i volti degli amici, delle amanti e le strade umide si intreccino e creino un bel noir, pieno di alcol, di storie assurde e di femme fatale del sud. Ignaro del mondo reale e vagabondo in una vita che non immaginava sua. L’amore per Giovanna, che la Marini non voleva rassegnarsi e lo ha ostacolato in tutti i modi; fino a chiedergli l’ultimo appuntamento d’addio e lui non ci voleva andare e bene faceva. Gli ha rubato la vita, l’ha separato dall’amore (quello vero), ha rotto quell’incantesimo, oltre ogni decenza e soprattutto una profonda sensazione di disagio; come un tossire sabbia dai polmoni in un posto dove il resto del mondo respira aria di montagna. Fatale incontro, di una realtà come quello che resta della giostra in fondo al piazzale, un cumulo di assi rotte e colori smorti. Sono quello che resta della professoressa Marini e di un uomo distrutto, un altro fottuto whisky era quello di cui aveva bisogno, per avviarsi verso la caserma dei carabinieri per costituirsi.



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Scrittura creativa scritta il 10/06/2017 - 10:37
Da Savino Spina
Letta n.2019 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Ciao Savino. Quante letture hai! Dovresti essere felice. Io lo sarei, dopotutto uno scrittore scrive prima di tutto per sè e poi, se pubblica, per essere letto, per comunicare la propria visione del mondo e vedere se interessa, per confrontarsi.
A me la tua scrittura creativa è piaciuta perchè hai unito quell'elemento del luna park che l'ha reso particolare.
Bravo! Adesso leggo anche il tuo racconto di amicizia
Buon fine settimana
Nicol
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Nicol Marcier 11/06/2017 - 09:59

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Mi sono collegata adesso e ho letto il racconto senza leggere i commenti...a parte le polemiche , credo che sia attinente al tema e ben scritto...tutto il resto...a voi...

Anna Rossi 11/06/2017 - 09:31

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Discorso generale: il conteggio delle letture è fuorviante. Basta anche soltanto cliccare sul titolo, mettiamo per 1000 volte, ecco che hai 1000 letture. Ma è un numero assolutamente fittizio.

andrea guidi 10/06/2017 - 23:49

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Appena torno a casa lo leggerò, però 830 letture senza neanche un commento...

Millina Spina 10/06/2017 - 22:55

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Il racconto di scrittura creativa, l'ho tagliato per ben due volte, perché mi si accusa di essere molto lungo e che avete poco tempo per leggerlo. Il racconto intero maldestramente l'ho cancellato, ma il primo taglio non ho commesso l'errore di cancellarlo e l'ho sottoposto alla lettura (solo di alcuni amici).

Savino Spina 10/06/2017 - 22:33

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