Tutto passa......niente se ne va.
e curato? Può darsi. Per il resto niente è più come prima:
ha rinnovato il suo look adottando un abbigliamento sportivo fatto di capi rigorosamente firmati e costosissimi, ha sostituito la sua utilitaria con una Mercedes classe A, frequenta ristoranti a 5 stelle, si concede numerosi viaggi anche se di breve durata, ammira le belle donne, nonostante l'età, e si lusinga della loro considerazione. Insomma una bella vita.
Di Gabriele (mi piace chiamarlo confidenzialmente per nome) so molte cose perché la finestra della mia camera da letto guarda sulla sua villa sicchè posso seguire tutti i suoi movimenti . Conoscendo le sue abitudini spesso, all'orario del suo rientro dal bar dove si reca ogni mattina per la colazione, sono scesa giù in strada e, tra un sorriso e l'altro, ho stretto con lui una sorta di amicizia "itinerante"fatta di fuggevoli conversazioni in cui io parlo e faccio domande e lui risponde, spesso solo con cenni della testa, di diniego o di assenso. So per certo che, da quando è andato in pensione, al suo lavoro, che pure ha svolto con passione, non pensa quasi mai; non ne sente la mancanza; ormai ha girato pagina, il mondo della medicina non lo interessa più. Era un bravo pediatra; con i bambini aveva un tatto speciale che lo rendeva benaccetto ai piccoli pazienti e alle loro mamme.
In effetti Gabriele mi fa simpatia e mi interessa seguire, per quanto posso e anche un po' di più, le sue vicende, conoscere le persone che lo frequentano, farmi un'idea delle riunioni che organizza, specialmente ora che apre la sua casa a persone di un certo livello, soprattutto sotto il profilo dell'agiatezza.
Oggi, per esempio, so che è il suo settantatreesimo compleanno e dall'andirivieni di fattorini e corrieri posso immaginare che abbia organizzato per stasera una riunione di quelle destinate a restare nel cassetto della memoria degli invitati.
Ma... un momento.....c'è qualcosa che attira la mia attenzione. Vedo una vecchia automobile imboccare il viale d'ingresso della villetta di Gabriele; da essa scende un uomo sulla quarantina, si muove guardingo ed ha un aspetto che non ispira fiducia. Si gira ripetutamente intorno, poi frettolosamente getta una lettera nella cassetta postale collocata all'esterno e ritorna verso l'auto. È il caso di annotare le sue caratteristiche fisiche, il suo abbigliamento e, soprattutto, il modello e la targa del veicolo.
Non chiamatemi pazza ma sono fatta così; se qualcosa mi colpisce e insospettisce vesto i panni di Sherlock Holmes.
Affacciata alla finestra continuo a spiare e vedo arrivare Gabriele elegante come sempre e carico di pacchetti e buste che poggia sul muricciolo di cinta per aprire la cassetta postale dalla quale ritira degli opuscoli pubblicitari e la lettera che io ho visto imbucare. La apre, legge, è palesemente contrariato, con un moto di stizza la appallottola tra le mani e la scaglia a terra prima di rientrare in casa.
Devo entrare in azione, la mia curiosità è stata sollecitata a sufficienza. Con cautela percorro il vialetto di accesso a villa Silvana e mi approprio della lettera, rientro a casa e leggo:
" Ce la spassiamo alla grande eh?
Noi, gli amici di una volta, siamo nei guai fino al collo.
Ci penserò io a regolare i conti con te.
Non sarà oggi, non sarà domani, ma succederà.
Ti è piaciuto fare la grana con il traffico degli"organetti", come li chiamavi tu, e credi di scappottartela .
No, signor pediatra, o tutti fuori o tutti nella m....fino al collo!"
Sono terribili le parole a stampatello che mi stanno sotto gli occhi, terribili per la minaccia alla vita di Gabriele e per i retroscena che lasciano intravedere. Siamo di fronte a un folle mitomane o a un "regolamento di conti" ? In ogni caso non sembra uno scherzo e bisogna fare qualcosa.
Questo compleanno potrebbe diventare l'ultimo per Gabriele!
Ho bisogno di parlare con lui. Busso, mi apre subito, appena sente la mia voce. Non nasconde comunque un moto di sorpresa; si vede che é turbato.
Senza giri di parole lo ragguaglio su quel che ho letto e visto e gli chiedo che intende fare.
- Niente, mi dice, è solo un scherzo.....è da parecchi giorni che squilla il telefono e, quando alzo la cornetta, nessuno risponde ma...chissà se avrà a che vedere con queste minacce.
Il suo sguardo è cupo e concentratissimo. È evidente che nella sua mente è cominciato il lavorio per individuare chi ce la possa avere con lui tanto da minacciarlo e infamarlo in misura così grave.
- È solo un brutto scherzo, continua, un maledetto brutto scherzo.
Ma io non la penso così; vuol dire che agirò di testa mia.
Dopo aver stampato una fotocopia della lettera ( ho l'abitudine di farlo per le cose che reputo importanti ), mi affretto a raggiungere il Commissariato di Polizia, fortunatamente sfollato per cui vengo subito ascoltata.
Colgo un'aria di rimprovero negli occhi dell'agente che mi interroga come a volermi dire: Troppo zelo, troppa curiosità! ....ma di fatto pare intenzionato a compiere fino in fondo il suo dovere. Trascrive le mie generalità, mi fa un dettagliato interrogatorio, mette agli atti la lettera, segna tutti i dati da me raccolti quindi mi congeda ricordandomi di tenermi a disposizione dell' autorità giudiziaria per qualsiasi evenienza. Mi acccingo a tornare a casa ma lungo la strada decido di fermarmi al Bari(n)centro. Lo vedo subito e, sebbene di spalle, riconosco la corporatura e la camicia verde limone del malintenzionato dagli intenti omicidi. Lo osservo con attenzione; sono certa, è lui. Col mio cellulare mando al funzionario di polizia un messaggio nel quale lo informo della cosa. Non passa molto tempo. A sirene spiegate arriva una volante. La polizia irrompe nel bar; l'uomo dalla camicia verde viene fermato e condotto al Comando di polizia .Gabriele, messo al corrente da me sull'accaduto, sembra rassicurato ma resta ugualmente scosso per quanto ha letto.
Per riconoscenza ma anche per dividere con me l'amarezza di un evento inaspettato e gravido di interrogativi mi invita a pranzo al Garden restaurant. Ovviamente non parliamo d'altro ma è all'improvviso che il volto di Gabriele cambia espressione e dalle sue labbra esce un bisbiglio quasi incomprensibile : Virginia.......sì.......ma io non potevo fare di più....non ho nessuna colpa io......i genitori hanno dichiarato subito la loro disponibilità all'espianto degli organi.....
Inutile ogni mio tentativo di portargli su il morale ma non perché tema la giustizia o le tardive ritorsioni dei familiari; la sua amarezza è di non essere riuscito a far niente per Virginia pur nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile. Il resto sarà compito dei giudici e della polizia ed è un'altra storia.
Ci salutiamo; faccio gli auguri a Gabriele ma sappiamo entrambi che la festa di stasera è compromessa.
Me ne vado ma, non so perché, il prestigioso Vacheron-Costantin ammirato al polso di Gabriele mi ha procurato un certo disagio.
Scrittura creativa scritta il 26/07/2017 - 12:34Voto: | su 3 votanti |
Aurelia Strada 
29/07/2017 - 15:49 Buona notte Nicol
Ps merito un ringraziamento doppio perché ti ho letto da cell ed ora ho gli occhi da ipertiroidea
5 stelle almeno
Nicol Marcier 26/07/2017 - 22:22 originale e molto scorrevole
Grazia Giuliani 26/07/2017 - 21:45 Spartaco Messina 26/07/2017 - 19:22 
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 26/07/2017 - 14:13