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PUNTI DI VISTA

Le istruzioni sono:

Ricavate dal racconto tradizionale di Cappuccetto Rosso un racconto secondo il punto di vista di uno dei seguenti quattro personaggi coinvolti:

Il lupo cattivo
La nonna
Il cacciatore
Cappuccetto Rosso

Scrivete il racconto in prima persona singolare (io) ed in modo umoristico ...ad esempio la nonna si fa le canne, il lupo è vegetariano, il cacciatore si è montato la testa perchè è stato sull'isola dei famosi, tanto per dirne qualcuna



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Un solo colpo

Sono un cacciatore. Non vi allarmate, sono solo un cacciatore, ormai pentito, che ha appeso la doppietta al classico chiodo, metaforicamente. In effetti ho venduto il mio fucile e tutta la mia attrezzatura. Ho portato il mio fido Alì nel giardinetto sotto casa facendogli fare la vita del pensionato, con pochi soldi ma molta tranquillità. Ero stato invogliato a questa attività dai discorsi degli amici del circolo dei cacciatori che spesso si riunivano al bar sotto casa mia e raccontavano di meravigliose avventure a contatto della natura e di altrettanta fantastiche stragi di prede nemmeno esistenti alle nostre latitudini. Ammetto, ne fui condizionato tantissimo. Ragion per cui, preso il porto d’armi e, acquistato al canile il mio meraviglioso Alì, mi predisposi ad iniziare quella che io credevo una bellissima avventura. Mica pensavo che poi sarebbe andata a finire così ! Per iniziare divenni lo zimbello degli altri cacciatori con il nomignolo de “il Padellaro”per via delle mie notevoli deffaillances balistiche ed anche per i miei…digiuni. Si, avete capito bene, i digiuni ! Infatti, prima di partire per una battuta avvertivo mia moglie di non cucinare perché sicuramente avremmo pranzato con una delle innumerevoli prede che avrei portato io. E invece… Invece, a casa, non portavo mai niente, nemmeno un passero, perché anche se avessi trovato il coraggio di uccidere, lo avrei sbagliato. Però confesso, mi piaceva andare a caccia anche se non era lo scopo della mia giornata. In fondo mi piaceva alzarmi presto al mattino, quando tutto è silenzio, caricare Alì sulla macchina e avviarmi in montagna in posti inaccessibili. Poi quando il sole sorgeva, mi piaceva sedermi sotto un albero e consumare una sostanziosa colazione che mia moglie mi preparava sempre. A volte mi coglieva l’abiocco e mi addormentavo. Mi svegliava Alì che, incuriosito, vegliava i miei sonni. Era giunta l’ora di tornare a casa….senza prede, naturalmente. Eppure avrei dovuto stare attento, trovandomi in Sila, terra nota per la presenza di lupi feroci. E ciò che, irresponsabilmente, non temevo per me, un giorno avvenne ! Alì, quel giorno era particolarmente eccitato. Pensai avesse riposato male. Cercava tracce sul terreno che lo portassero a scovare la regina dei boschi, la beccaccia. Così facendo ci avvicinammo ad una casetta appartata nel bosco. Una casetta linda e pulita nella sua struttura esterna. Piccolina, da fiabe per come era curata. La mia discrezione mi diceva di passare oltre ma la curiosità mi fecce avvicinare ad una finestrella per dare una sbirciatina. Guardai e sussultai. Vidi una signora, anziana, imbacuccata oltremodo, che parlava con una bambina vestita di rosso. Giusto per rendere l’idea di quel rosso tipo Cappuccetto rosso o simile. Sorrisi e pensai di essere caduto nel mondo delle favole, nel mio girovagare. Non ebbi tempo di prendere atto di questa considerazione che la donna anziana, con un movimento rapido si liberò degli indumenti che la opprimevano e si mostrò per quella…o meglio, quello che era : un Lupo. Il famigerato lupo della Sila ! Non esitai. Dovevo ucciderlo per salvare la piccola che era già tra le sue grinfie. Pensai pure alla storia del “Padellaro” e fui colto da dubbi. Presi il coraggio a due mani, cioè presi il fucile a due mani e mi accorsi di avere inserito un solo colpo, poco per la mia mira ma dovevo provarci. Così feci il solito errore. Invece di chiudere un occhio per mirare, li chiusi tutt’e due e…sparai ! Con mia grande sorpresa il lupo crollò al suolo lasciando libera la bimba. Il tiratore che era in me provò un misto d’orgoglio e di commozione. Entrai in casa e dietro indicazioni della piccola, col mio coltellaccio ,col quale fino ad allora avevo tagliato solo la busta delle colazioni, squarciai la pancia del lupo da cui ne uscì una nonnetta alquanto accaldata che soccorsi immediatamente. Per riconoscenza la piccola prese dal suo cestino qualche fungo e me lo offrì. Almeno quel giorno non sarei rimasto a digiuno ! Però mi restò il cruccio di aver ucciso un lupo con un unico colpo. Presi la decisione di non sparare più. Avevo deciso che se proprio un lupo doveva morire era meglio per un’indigestione. Pensai a mia suocera e…..



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Scrittura creativa scritta il 10/12/2017 - 08:14
Da Nino Curatola
Letta n.903 volte.
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Commenti


ti commento e non ti do voto perchè con lo scritto hai ucciso un lupo, tu cacciatore smesso, io difensore del lupo
ti saluto

GIANCARLO POETA DELL'AMORE 10/12/2017 - 18:48

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