INCIPIT
Le istruzioni sono:
Da questo incipit scrivi un racconto BREVE:
"Non riuscivo a nascondere la mia impazienza, d’altra parte era la prima volta che ……"
"Non riuscivo a nascondere la mia impazienza, d’altra parte era la prima volta che ……"
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Il mio Pinocchio di legno
Non riuscivo a nascondere la mia impazienza, d’altra parte era la prima volta che incontravo l’amore della mia vita, quel ragazzo dai lunghi, folti capelli di un colore indefinibile...tra il melanzana e il melograno che ero solita guardare attraverso i vetri non proprio lindi delle finestre della pensioncina in cui trascorrevo le mie giornate segnate dal tedio di una vita solitaria.
Era un venditore di stoffe invendute perché difettate. Soleva annunciare il suo passaggio attraverso le stradine tipiche dei paesini di montagna abitati da poche anime con una frase pronunciata a gran voce “ecco le robe di Umbertino, scendete belle signore, il vostro Umbertino ha scelto per voi le più belle stoffe sulla piazza”. Aveva una voce poderosa, un timbro inconfondibile, che faceva vibrare il mio cuore e mi trasfondeva un senso di pudore e di vergogna per il sentimento che suscitava dentro di me. Le parole non sono adatte a comunicarvi le mie sensazioni, ma mi veniva la pelle d’oca.
Non era bello, quando camminava si dinoccolava tutto come il Pinocchio di legno quando si pigia il bottone che lo fa dinoccolare, aveva un che di fascinoso che traspariva dai modi cordiali e a tratti infantili e dal sorriso accattivante.
Quel giorno mi feci coraggio, scesi in strada e gli chiesi di mostrarmi le sue sete: “Umbertino, hai qualche bella stoffa economica per una camicetta?
“In omaggio a tanta bellezza voglio darti a prezzo di realizzo questo bel shantung di seta del colore del cielo che si specchia nei tuoi meravigliosi, grandi occhi a mandorla”. Un sorriso smagliante illuminò il suo volto quando i suoi occhi di un verde…come dire quello delle foglie morte e con tante pagliuzze gialle, che alla luce del sole sembravano dei fari nella notte fonda… si posarono su di me. Il mio cuore fece un balzo nel mio petto e cominciò a battere vorticosamente, le forze mi stavano venendo meno, le gambe stavano cedendo…mi trovai a terra immobile: solo i miei occhi seguivano i gesti di Umbertino che preoccupato, ma imbranato dalla paura di perdermi subito dopo avermi trovata, non faceva che balbettare: “mia dolce donzella,
non mi lasciare, hai rubato il mio cuore ed ora te ne devi occupare. Ho una piccola capanna con un tavolo, una credenza, appena tre sedie e due materassi pieni di foglie di pannocchie poggiate sul pavimento. Non c’è nessuno che rallegra la mia esistenza, le giornate scorrono lente, senza una compagna con cui chiacchierare delle prodezze di un giovane impertinente, ma semplice, sincero, amabile quale sono io. Dimmi che verrai ad allietare le mie giornate, piccolo fiore del giardino dei miei sogni.”
Credetti di sognare quando udii come una voce venire da lontano le parole che uscivano dalla mia bocca: “se sto sognando spero di non svegliarmi mai più, ti ho nel cuore e nell’anima dal primo mattino che ho udito la tua voce in lontananza. Non avevo il coraggio di scendere per incontrarti, ma ti osservavo di nascosto da dietro i vetri delle mie finestre.”
Mi ripresi in pochi minuti. Il rintocco dell’orologio della torre che ci dava le ore ogni quindici minuti mi disse che stavo vivendo la realtà. Avevo trovato l’amore!
Era un venditore di stoffe invendute perché difettate. Soleva annunciare il suo passaggio attraverso le stradine tipiche dei paesini di montagna abitati da poche anime con una frase pronunciata a gran voce “ecco le robe di Umbertino, scendete belle signore, il vostro Umbertino ha scelto per voi le più belle stoffe sulla piazza”. Aveva una voce poderosa, un timbro inconfondibile, che faceva vibrare il mio cuore e mi trasfondeva un senso di pudore e di vergogna per il sentimento che suscitava dentro di me. Le parole non sono adatte a comunicarvi le mie sensazioni, ma mi veniva la pelle d’oca.
Non era bello, quando camminava si dinoccolava tutto come il Pinocchio di legno quando si pigia il bottone che lo fa dinoccolare, aveva un che di fascinoso che traspariva dai modi cordiali e a tratti infantili e dal sorriso accattivante.
Quel giorno mi feci coraggio, scesi in strada e gli chiesi di mostrarmi le sue sete: “Umbertino, hai qualche bella stoffa economica per una camicetta?
“In omaggio a tanta bellezza voglio darti a prezzo di realizzo questo bel shantung di seta del colore del cielo che si specchia nei tuoi meravigliosi, grandi occhi a mandorla”. Un sorriso smagliante illuminò il suo volto quando i suoi occhi di un verde…come dire quello delle foglie morte e con tante pagliuzze gialle, che alla luce del sole sembravano dei fari nella notte fonda… si posarono su di me. Il mio cuore fece un balzo nel mio petto e cominciò a battere vorticosamente, le forze mi stavano venendo meno, le gambe stavano cedendo…mi trovai a terra immobile: solo i miei occhi seguivano i gesti di Umbertino che preoccupato, ma imbranato dalla paura di perdermi subito dopo avermi trovata, non faceva che balbettare: “mia dolce donzella,
non mi lasciare, hai rubato il mio cuore ed ora te ne devi occupare. Ho una piccola capanna con un tavolo, una credenza, appena tre sedie e due materassi pieni di foglie di pannocchie poggiate sul pavimento. Non c’è nessuno che rallegra la mia esistenza, le giornate scorrono lente, senza una compagna con cui chiacchierare delle prodezze di un giovane impertinente, ma semplice, sincero, amabile quale sono io. Dimmi che verrai ad allietare le mie giornate, piccolo fiore del giardino dei miei sogni.”
Credetti di sognare quando udii come una voce venire da lontano le parole che uscivano dalla mia bocca: “se sto sognando spero di non svegliarmi mai più, ti ho nel cuore e nell’anima dal primo mattino che ho udito la tua voce in lontananza. Non avevo il coraggio di scendere per incontrarti, ma ti osservavo di nascosto da dietro i vetri delle mie finestre.”
Mi ripresi in pochi minuti. Il rintocco dell’orologio della torre che ci dava le ore ogni quindici minuti mi disse che stavo vivendo la realtà. Avevo trovato l’amore!
Scrittura creativa scritta il 03/09/2013 - 10:34
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Voto: | su 12 votanti |
Commenti
Sì, questa è una storia inventata, creata appunto dalla fantasia e scritta con lo stile semplice e lineare che deve contraddistinguere il linguaggio della fiaba. C'è molto sentimento in questa pagina, quasi un volersi catapultare nel mondo di Collodi per dare alla finzione uno spunto più reale. Molto buono il taglio web, sinonimo di sintesi e di capacità reattiva alle nuove esigenze della comunicazione. Un plauso per la vittoria.
Un saluto.
Un saluto.
sergio boldini 04/10/2013 - 14:35
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Aiuto! Sono tre metri sopra il cielo! Non riesco a respirare! Se qualcuno non mi tira giù per il piede rischio di soffocare! Ritenere ‘il mio pinocchio di legno’ meritevole di tanta attenzione… senza preavviso mi lascia davvero senza parole. Ringrazio voi tutti che l’avete reso possibile, anche considerando che, contrariamente alla mia natura, mi sono fatta coraggio e ho tirato fuori la…grinta.
Siete …come dire…GRANDI...OSI!?
Siete …come dire…GRANDI...OSI!?
Marianna Bonno 03/10/2013 - 21:51
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Ti ringrazio per le parole scelte per esprimere il tuo apprezzamento, in verità inaspettato (possiamo dire l'azzeccata della principiante?) che mi mi hanno messa veramente su di giri!!! Non sono ancora scesa....
Marianna Bonno 05/09/2013 - 12:51
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Scrittura e contenuto egregi ,in una splendida esplosione d'amore...bravissima!
costanza lai 04/09/2013 - 08:24
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