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Le istruzioni sono:

scrivi un racconto che abbia questo tema e non necessariamente il titolo: "Quella estate meravigliosa"


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SORRIDI ANCORA

Era una assolato pomeriggio d'estate, ogni cosa, sembrava tingersi di giallo, nel sole del primo pomeriggio. Si prospettava una bella serata, il cielo era limpido e luminoso. Era lì, seduta sui gradini, sotto casa indecisa su cosa fare. Ormai aveva finito di lavorare, e le vacanze erano cominciate. Ancora non aveva pensato a nulla, eppure sentiva che quell'estate era diversa, non avrebbe saputo dire perché. Lo sentiva e basta. Si alzò, era arrivato il momento di fare quattro passi, fino al lungo mare del suo paesino. Le strade erano per lo più deserte, i pochi che come lei, ancora non erano partiti, di sicuro erano scesi in spiaggia, e i turisti, che quell'anno non erano molti, non si facevano mai vedere prima di sera, quando assalivano in massa l'unico bar che c'era e si riversavano, rumorosi nelle strade, impedendo di dormire. Ma anche quella era l'estate, si disse. I suoi tacchi riecheggiavano sulle pietre, mentre affrettava il passo. Ormai sentiva il rumore delle onde e non vedeva l'ora di raggiungere il mare. Ci andava spesso, ogni volta che voleva ricaricarsi, ma il mare d'estate era un'altra cosa. Sorrise avvicinandosi al muretto che separava il viale dalla spiaggia. Era bellissimo. Peccato per l'affollamento, ma cosa ci si poteva aspettare a luglio? Mentre camminava, il suo sguardo fu attratto, da quello di un uomo, altissimo, dallo sguardo cupo, che guardava il mare, ma sembrava lontano mille miglia, e più. Come si faceva a restare impassibili di fronte ad un simile spettacolo? Il mare riluceva, sembrava uno specchio fatato, e il vento leggero era piacevole. L'aveva visto altre volte, ma non era del luogo, doveva essere un turista, anche se si comportava in modo diverso, più misterioso, o forse era solo la sua immaginazione. Senza accorgersene gli si avvicinò.
<<Non è bellissimo, il mare?>> Chiese. Lui la guardò stranito.
<<Ah, sì. Lo è.>> Non era giovanissimo, forse aveva il doppio dei suoi anni, ma da vicino era ancora più bello. Stupendo. Arrossì dei suoi stessi pensieri, e distolse lo sguardo da lui.
<<È un turista, vero?>> Gli chiese, più che altro per trovare un punto d'incontro.
<<No. Non proprio.>>
<<Come scusi?>> Chiese a bruciapelo. Poi si portò le mani alla bocca, santo cielo, quando avrebbe imparato a tenere la bocca chiusa? L'uomo sorrise appena.
<<Tanto tempo fa vivevo qui. Ora ci sono tornato. Ma sì, forse ha ragione, sono un turista.>> Le disse un poco amaro.
<<Io non potrei mai allontanarmi da qui. Sì non offre tanto...ma è il posto più bello del mondo.>> Lui la guardò scettico.
<<Lei è ancora una bambina, di mondo deve averne visto ben poco.>> Lei lo sfidò apertamente, non gli piaceva che qualcuno le si rivolgesse in quel modo. Soprattutto quel qualcuno. Santo cielo, ma cosa le prendeva?
<<Secondo me, lei ne ha visto pure troppo di mondo.>>
<<Forse ha ragione.>> L'uomo girò sui tacchi, lasciandola sola ed esterrefatta. Ma chi si credeva di essere? Tornò a guardare il mare, eppure non riusciva a cancellare il suo viso dalla mente. Chi era? Molti erano andati via, e tornavano per le vacanze, altri erano andati e basta. Lei era troppo giovane, per poterlo conoscere, anche se era nata lì, e i suoi erano di fuori, si erano stabiliti lì poco più di 20 anni prima, quando dopo una vacanza si erano innamorati del luogo. Sospirò. Doveva togliersi lo sconosciuto dalla testa, o si sarebbe rovinata la vacanza, ma il cuore le batteva a mille, e i suoi occhi la torturavano.


Era uscita con gli amici, ma non riusciva a divertirsi. Ci era sempre riuscita, ma la musica, e i balli, quella sera non l'allettavano. Aveva la testa altrove. E per quanto si sforzava, non riusciva a tenere il ritmo dei suoi amici. Che doveva fare? Era troppo presto per tornare a casa, troppo tardi per mettersi a passeggiare da sola. Poi vide l'uomo che aveva incontrato qualche giorno prima, e senza esitazione, lasciò il gruppo per raggiungerlo.
<<Mi scusi...lei di sicuro vuole stare solo...posso farle compagnia?>> Lui la fissava come se fosse scesa direttamente da Marte.
<<Perché?>> Chiese quasi scioccato.
<<Ecco...è tardi...ma anch'io voglio stare un po' da sola...>> L'uomo inarcò un sopracciglio.
<<Se ci tieni.>> Le rispose. Cielo come era arrogante! Ma qualcosa le si agitava nel petto, molto simile alla felicità. Possibile?
<<Grazie.>> >Risalirono la strada fino al lungo mare, in silenzio. Lei aveva il cuore in gola e la mente confusa, l'uomo sembrava lontanissimo. A cosa pensava? Aveva un'aria così seria...avrebbe voluto tanto che sorridesse, che le sorridesse. Era impazzita? Camminarono,vicini, sempre in silenzio e quando l'uomo scese i gradini che portavano alla spiaggia, lo seguì. A quell'ora era quasi sempre deserta, e anche quella sera, c'erano solo loro due, e qualche ombra lontana...forse qualche coppia. Ogni tanto lo guardava. Era davvero un uomo magnifico. Distolse lo sguardo.
<<Allora ha detto per davvero.>> Le disse l'uomo all'improvviso.
<<Come, scusi?>> Lui la guardò a lungo. A lei mancò il respiro.
<<Pensavo fosse una scusa. Ed invece non ha detto una sola parola:>>
<<Volevo riflettere. Ma avevo paura ad allontanarmi dagli altri.>>
<<E con me non hai paura?>> Il cuore le mancò un battito. Lui ora era vicinissimo.
<<Lei è una montagna d'uomo scoraggerebbe chiunque ad avvicinarsi.>>
Il sorriso dell'uomo si fece enigmatico. Lei aveva la gola secca.
<<In quanto ad avere paura di lei, be' sarò sciocca, ma non ne ho. Lei è così freddo e distante, che non penso neanche sia umano.>> E ora perché aveva detto quelle cose? Forse, perché lui era vicinissimo e sembrava così padrone di sé? Dannazione! Perché non imparava a tenere la bocca chiusa.
<<Capisco. Ti sbagli, sai. Neanche io sono immune ad un bel faccino. Ritorniamo.>> Riprese a muoversi e lei dovette correre per stare al passo. Cosa voleva dire? Si diede della sciocca.
Ormai erano tornati in piazza. La riaccompagnò dai suoi amici, e fece per allontanarsi.
<<Posso sapere il suo nome?>> Lui la fissò stupito.
<<Luca.>> Disse, andando via. Anche le sue spalle erano bellissime. Un'amica le si avvicinò per chiederle cos'era successo ma lei non disse nulla, tenendosi vaga. In realtà non lo sapeva neanche lei. Sapeva solo che non riusciva a togliersi Luca dalla testa, e forse neanche lo voleva. No! Non era possibile! Lei che non aveva mai creduto ai colpi di fulmine si era innamorata.


Nei giorni che seguirono s'imbatte in Luca più volte. E ogni tanto cercava una scusa per avvicinarglisi. In quelle occasioni parlavano per un po' ma poi lui la lasciava, andandosene chissà dove e a fare che. Avrebbe dato qualsiasi cosa per conoscerlo meglio. Ma come fare? Lui sembrava di un altro mondo. Le aveva detto che era di lì, ma sembrava così lontano da quel luogo, così diverso. Quando tempo era stato via? E perché era tornato? Ma forse non avrebbe mai dato una risposta a quelle domande. E intanto luglio, era a metà.


Luca, era sul balcone di casa. Mancava da quei luoghi da una vita. Se ne era andato per inseguire i suoi sogni...che l'avevano portato lontano, ad un amore troppo fragile, che si era chiuso, subito e ad un altro, che sembrava per sempre e poi era naufragato in un divorzio. Non aveva figli, e forse era meglio così, la sua vita era un mezzo disastro, tranne per la sua carriera, era un ottimo avvocato, serio ed affermato, stimato da colleghi e clienti e solo. Tremendamente solo. Rientrò dentro, e poi scese. Aveva voglia di fare due passi, e schiarirsi le idee. Era tornato lì, perché era stufo della città, voleva un po' di pace. Ed invece aveva trovato Teresa, con un viso dolcissimo, e un temperamento solare e diretto. E ora non riusciva a dimenticarla. Era troppo giovane, troppo solare per uno come lui...eppure ogni tanto gli capitava di fantasticare, sulla possibilità di una storia, o meglio di un legame tra loro. Ma non avrebbe funzionato.


Teresa, era nel suo posto preferito. Alla fine del lungo mare, camminando un po' c'era un piccolo sentiero, molto stretto, che passava per la pineta, e portava ad una specie di terrazza naturale, da dove s poteva ammirare sia il paese che il mare. Era un posto che aveva sempre considerato suo. E poi lo vide, mentre la raggiungeva. Un sogno? Un'allucinazione?
<<Cosa ci fai qui?>> Le chiese, stupito. Pensava che una ragazza tanto giovane non conoscesse quel luogo, che durante la sua gioventù era piuttosto frequentato, ma ora deserto.
<<L'ho scoperto per caso da piccola e ci vengo sempre. Lei come lo conosce?>>
<<Ci passavo le estati con gli amici...organizzavamo anche dei falò e delle feste, più o meno.>> Le disse sedendole accanto. Poi si sdraiò sull'erba.
<<Ma perché finisco sempre per imbattermi in te?>> Disse rivolto più a sé stesso che a lei.
<<Forse è destino.>> Lo punzecchiò. Lui fece una smorfia.
<<Non dire certe cose.>> Lei si voltò verso di lui, sdraiandosi a sua volta, per guardarlo in viso. I loro volti erano vicinissimi.
<<Perché no, se lo penso?>> Lui la scrutò.
<<Non giocare col fuoco.>>L'avvertì con un pallido sorriso sulle labbra. Il cuore di Teresa fece le capriole.
<<Lei è un mistero.>> Si lasciò sfuggire, lui l'attrasse a sé.
<<Cosa c'è di misterioso in un uomo attratto da una bella ragazza?>> La voce era più bassa del solito, gli occhi più scuri. A Teresa mancava il respiro, il cuore minacciava di uscirle dal petto. Fu un attimo e le loro labbra si fusero in un bacio lungo e dolcissimo al quale rispose con tutta se stessa. Poi lui la lasciò e si rimise a sedere. Sembrava distante. Lei sedette a sua volta.
<<Scusami. Non avrei dovuto.>> Dannazione! Cosa aveva fatto? Perdere il controllo così... ma lei era così bella.
<<Perché no?>> Si sentiva strana. Il bacio l'aveva resa felice, quelle parole la stavano annientando.
<<Sono troppo vecchio per te.>> Teresa lo guardò negli occhi, e con tutto il coraggio che aveva alzò una mano per accarezzargli il viso.
<<Questo lascialo decidere a me. Io mi sono innamorata, di te.>> Gli disse, d'un fiato, dandogli del tu. Lui sorrise. Il minuto dopo stavano di nuovo baciandosi.


I giorni volarono via veloci. Teresa era felice, lei e Luca erano sempre più vicini, sempre più innamorati. Il tempo speso insieme era perfetto. Certo non mancavano le opinioni differenti, e i diversi punti di vista, e un paio di volte, avevano litigato per delle assurdità, ma da quando lui era al suo fianco, la vita le sembrava meravigliosa, ed era convinta che per loro l'estate sarebbe stata eterna. Erano giorni, i loro, fatti di passeggiate e chiacchiere e baci appassionati. Qualcuno nel paese parlava, ma loro lasciavano che le chiacchiere volassero via. Accanto a lui, lei si sentiva più forte, più sicura e amata. E lui a poco a poco era tornato a sorridere. Quando sorrideva era ancora più bello e lei sentiva di amarlo sempre di più.
Il primo vero “ti amo”, della loro storia, se lo scambiarono sulla spiaggia, alla fine di agosto, dopo una delle loro lunghe passeggiate, ed erano due parole ricche di futuro, una promessa, forte e immensa come il mare che gli faceva da testimone, muto e maestoso.




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Scrittura creativa scritta il 28/06/2018 - 18:10
Da Marirosa Tomaselli
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