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INCIPIT DIALOGATO

Le istruzioni sono:

Scrivi un racconto che inizi con il seguente dialogo: "Allora, non mi fai entrare?" Il racconto deve contenere molto dialogo e la storia deve essere di tipo sentimentale.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

È BELLO RIAVERTI.

«Allora non mi fai entrare?»Sandro, era lì, davanti a lei. Chiuse gli occhi. Cosa voleva?
«Che vuoi?» Disse spiccia, la innervosiva, vederlo lì.
«Voglio entrare.» Il sorriso era tirato ed amaro. Perché dopo tanto tempo?
«Davvero...non mi va di scherzare.»
«Neanche a me, credimi.» Crederlo?
«Buona notte, Sandro.» Disse, cercando di chiudere la porta, ma lui la bloccò.
«Per favore. Dobbiamo parlare.»
«E quanto mai abbiamo parlato?»Non voleva vederlo. Non così. Non era pronta.
«C'è sempre una prima volta.»
«Se c'è qualcosa che devi dirmi, fallo, e poi va via.» Cosa doveva fare, per mandarlo via? Si sentiva esausta.
«Qui sulla porta? Vuoi davvero parlare qui?» No. Lei non voleva parlare, era quello il punto. Ma nonostante fosse, tardi, le tendine, della casa di fronte si mossero. Non potevano dare spettacolo così.
«Va bene, entra.» Disse riluttante.
«Tante grazie! Finalmente ti sei decisa.» Lo lasciò entrare e chiuse la porta. E ora?
«Sandro, perché sei venuto qui?»
«Dobbiamo parlare.»
«E di cosa?»
«Di noi.» Alzò gli occhi al cielo.
«Non c'è nessun noi.»
«Ti sbagli.»Come poteva esserci ancora un noi?
«Sono passati tre anni!» Sbottò.
«Pensi che non lo sappia?» Ancora un sorriso tirato, gli increspò le labbra. Era cambiato, ma era ancora un bell'uomo. Ma che sciocchi pensieri erano quelli?
«E allora, perché sei qui?»
«Non è facile.» La voce era più bassa, ora.
«Vieni, andiamo di là. È sciocco rimanere in piedi. Ormai sei entrato.» Si sentiva nervosa.
«Grazie.» Che scena, surreale, pensò mentre lo faceva entrare nel salotto. Mai avrebbe pensato di rivederlo, e men che meno a casa sua.
«Vuoi, qualcosa, un caffè?» Era sulle spine. Ancora, era convinta, che parlargli fosse inutile.
«No. Ma sembri tesa.»
«Forse perché lo sono?»
«Non ti fa piacere vedermi. Stai con qualcuno?» Sarebbe bastato un sì, e forse, sarebbe riuscita a mandarlo via, ma le bugie non le sapeva dire.
«No. Ma non ti voglio qui.»
«Perché?»
«Tu sei il passato, poco più di un fantasma.»
«Vuoi dire, che mi hai cancellato, che hai dimenticato tutto?»
«Ho solo girato pagina. E sulla nostra storia, c'era la parola fine.» Lui fece un gesto stizzito con la mano.
«Dannazione, Elena, non è finita per niente!» Lei tremò, nel sentire il suo nome, dalla voce di lui.
«Non puoi cambiare il passato.»
«Non voglio cambiare il passato. Voglio costruire il futuro, con te.»
«Per favore, smettila di scherzare!»
«Ti sembra che mi stia divertendo?» Il volto era tirato. Si alzò di colpo, e andò verso il balcone.
«Sandro, sei stato tu a mollare tutto.»
«Lo so. È un errore che ho pagato. Ora voglio ricominciare.»
«E pensi che io sia disposta? Sei pazzo.»
«No. Ma, non mi aspettavo che fossi così prevenuta.»
«E che ti aspettavi? Che ti buttassi le braccia al collo?»
«Santo cielo! No! Ma che almeno mi ascoltassi.» Ascoltare. Scosse la testa.
«Ascoltare? E cosa? le tue scuse?»
«I miei progetti.» Elena scosse ancora la testa.
«Non si può costruire sulla cenere!» Lui si scostò con uno scatto, e le andò vicino.
«Sei sicura che tra noi ci sia solo cenere?»Era piegato su di lei, che era rimasta seduta, il volto vicinissimo. Il suo cuore mancò un colpo.
Elena non rispose.
«Lo vedi?»
«Vedo cosa?» Disse un po' a fatica.
«C'è ancora il fuoco, sotto quella che chiami cenere.» Lei lo allontanò, con un gesto della mano. Lui fece due passi indietro.
«Questo lo dici tu. A me non sembra proprio!» Mentì. Lui rise.
«Le bugie non le sai proprio dire, Elena.» Il tono si era addolcito nel pronunciare il suo nome, e mille ricordi, le si affollarono alla mente.
«Lasciami in pace.» Lui girò lo sguardo un attimo, poi tornò a guardarla.
«Sei felice?»
Abbassò lo sguardo, e non rispose. Perché quella domanda, e perché così all'improvviso?
«Neanche io.»
«È un tuo problema.»
«Dici? Elena, dannazione! Ho pagato abbastanza!»
«Tu? Sandro, va via, parlare non serve a niente.»
«Questo, non è parlare.»
«No?»
«No, perché non stai ascoltando.»
«Cosa, vuoi?»
«Era tutto così sbagliato?»
«Sei andato via.»
«Dannazione Elena! Così faresti perdere la pazienza anche a un santo!»
«Sandro arriva al punto!» Lui tornò verso il balcone. E per un po' calò il silenzio. Un silenzio carico di tensione.
«Ti sei calmata?»La voce era più bassa, stanca.
«Perché te ne sei andato, tre anni fa?»
«Sapevo, che me lo avresti chiesto. Ti conosco sai?»
«Non tergiversare!»
«Ho avuto paura.» Elena alzò gli occhi al cielo.
«Paura? E di cosa?» Mise una mano sul vetro e poi vi appoggiò la testa. Non rispose subito.
«Non lo so. Non con esattezza. Le storie importanti spaventano, credo.»
«Sandro, parlare non ci porterà a niente.»
«Prima o poi dobbiamo affrontare il passato, o non ci sarà il futuro.»
«E se non lo volessi un futuro con te?»
«Ho sbagliato. Ho buttato all'aria, l'unica cosa bella che avevo.»
«Ora sei tu che non ascolti.» Lo rimbeccò.
«È vero, stavo inseguendo i miei pensieri. Ma è così. Ho buttato via l'unica cosa bella.»
«Se la nostra storia, era così bella, perché sei andato via?Ti rendi conto che dici cose senza senso?»
«E invece un senso ce l'hanno, eccome! Eppure dovresti conoscermi Elena!»
«È proprio questo il punto. Pensavo di conoscerti. Pensavo che fossimo felici.»
«E lo eravamo. Dannazione, conosci il mio passato!»
«Cosa c'entra ora?»
«C'entra. Sei stata l'unica storia seria. Ti ho amato, ti amo ancora.»
«Ma ti senti?» Lui la ignorò.
«Ad un certo punto, ho capito, che con te, era diverso. Non volevo legami. Sai quante volte mi sono detto questa frase? Quante volte l'ho ripetuta, prima d'incontrarti?»
«Sandro...»
«Lasciami dire. Troppe. Talmente tante che ho finito per crederci.» Fece una pausa. «Quando ho capito che a te ci tenevo, ci tenevo davvero ho avuto paura. Paura, d'ingannarmi, paura di perderti, e che so io. Sono stato un codardo. Ho avuto paura e basta. E sono scappato.»
«Avevi paura di perdermi? Ma scappando mi hai persa!»
«Dannazione! Elena, mi ero convinto, che ti avrei persa comunque! Che era meglio che a chiudere fossi io.»
«Sandro, di fatti hai ripreso in mando la tua vita, già il giorno dopo, no?»
«No! Non è come credi!»
«Bella scusa! Soprattutto originale!»
«Mi chiedi se ho cercato altre donne? Se sono tornato a girare per locali? Sì non lo nego. Ma non è questo il punto.»
«Ah, no?»
«Fatti una domanda, se davvero fossi riuscito a riprendere la mia vita, perché sarei qui, secondo te?»
«Sai è quello che mi sto chiedendo da quando ho aperto la porta.» E ora cominciava a girarle la testa.
«Non ci sono riuscito. Ho passato tre anni cercando di dimenticarti., ma non ci sono riuscito.»
«E ora?»
«Ora? Dannazione, ora sono distrutto. Forse dovrei andare.»
«Certo, vieni qui, lanci la bomba, dicendo che mi ami ancora, distruggi la mia vita per la seconda volta, e poi te ne vai?» Lui si staccò dal balcone.
«Il punto è che io non sto andando da nessuna parte. È solo che non so cosa fare, ora.»
«Come non scappi? Non hai paura?» La raggiunse, con due falcate.
«No. Non mi muovo da qui. Non questa volta.»
«Sei sparito, senza una parola.»
«E ora forse le parole le sto sprecando. Diamine! Sono qui, per chiederti scusa, per ricominciare.»
«Perché sei cambiato, vero?»
«No. Sono invecchiato. Questo sì. Ma ho capito una cosa.»
«Cosa?»
«Che la mia vita, non ha più senso senza di te.»
«In questi anni, pensi che sia, stata ad aspettarti?»
«So bene quello che hai fatto. Ho cercato, sempre di sapere come stavi o cosa facevi. Abbiamo ancora qualche amicizia comune, no?»
«Già. Perché ora?»
«Non potevo più aspettare. Giusto o sbagliato, dovevo provarci.»
«Sapevi di poter fallire vero?»
«Non mi aspetto una fine da romanzo. Sei così bella!»
«Davvero? Non cambiare discorso.»
«Non lo sto facendo. Senti Elena, so che è difficile, che le nostre vite, sono andate avanti, ma non pretendo di ricominciare da dove ci siamo interrotti.»
«No?»
«No. Voglio cominciare da zero.»
«E la paura?»
«Questa volta, non rinuncerò così facilmente.»
«Non lo so. Sono stanca. È tutto diverso.»
«Non tutto.» Disse sorridendo, e intanto l'aveva fatta alzare.
«Cosa pensi di fare?»Lui sorrise.
«Questo?» L'attimo dopo, la stava baciando. Sulle prime Elena non reagì era troppo stupita. Ma quel bacio, le risvegliò dentro ricordi che non si erano mai davvero sopiti. Tre anni,, si dissolsero nella nebbia di quel bacio. Era davvero possibile ricominciare? Una debole speranza fece capolino nel suo cuore.
Sandro si allontanò, ponendo fine al bacio. «Scusami, forse, non avrei dovuto ma sei troppo bella.» Elena abbassò lo sguardo.
«Non è vero. »
«Sì che lo è. Ascoltami, so che non sarà facile, ma non voglio rinunciarci.» Scosse la testa.
«Sì, lo dici, ma come posso fidarmi di te?»
«Sono sincero, e ti amo ancora. Forse, più di prima. La domanda ora, è se tu ami ancora me.»La voce era più incerta, mentre cercava di interpretare le reazioni di lei. La passione tra loro, era innegabile, e quel bacio l'aveva confermato, ma era sufficiente per poter sperare che lei lo amasse ancora?
«Sandro...» Non finì la frase.
«Non rispondermi, se non vuoi. Ma non fare, il mio stesso sbaglio.»
«Il tuo stesso sbaglio?»
«Non buttare via tutto, per la paura. Per favore.» Elena chiuse gli occhi. Voleva pensare. Era stanca. Ma non poteva ignorare quello che era accaduto quando lui l'aveva baciata. Lo amava? Non era mai riuscita a dimenticarlo. Ma lui le aveva distrutto la vita. I suoi pensieri erano disordinati ed incoerenti, ma non poteva fermarli. Erano passati tre anni, pensava che fosse una storia chiusa, eppure, era bastato rivederlo, per mandare tutte le sue certezze, all'aria. Aveva paura? Sì. Ne aveva, e tanta. Ma era giusto lasciare che la bloccasse, ora? Quando lui era andato via, le era crollato il mondo addosso. Cosa sarebbe successo, se lui fosse andato via, adesso? Non voleva pensarci. Riaprì gli occhi, e lo guardò era pur sempre il suo Sandro, e se il tempo, passato, non era riuscito ad attenuare, né la passione, né l'amore, che aveva provato, che provava, per lui, allora, forse Sandro, aveva ragione, non darsi una seconda possibilità sarebbe stato un errore.
«Forse, hai ragione tu.» Lui la guardò, facendosi più attento.
«Elena,vuoi dire che...» Ma lei lo interruppe.
«Che ti amo ancora.»
L'attimo dopo erano ancora uno nelle braccia dell'altra.



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Scrittura creativa scritta il 23/02/2019 - 22:33
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.914 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Molto piaciuto, Mariarosa. Sei molto brava

laisa azzurra 24/02/2019 - 21:23

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Te la cavi bene in poesia ma in prosa scrivi da campionessa: ottimo il rispetto della consegna! Ad Maiora!

Ernesto D'Onise 24/02/2019 - 20:27

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...da quando ti leggo i dialoghi sono una tua particolarità...
Brava!

Grazia Giuliani 24/02/2019 - 18:07

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Bello il racconto, molto bella la trama e molto brava tu che sei riuscita a costruire il racconto con molto dialogo, come chiesto nella traccia.
Ciao!

Millina Spina 24/02/2019 - 11:54

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