Amnesia/Risveglio
Con leggere onde mormorava melodie di pace e lentamente si apriva al nuovo giorno per incontrare la luce del sole in un'alba appena sorta.
Si rigirò nelle lenzuola colorate come il suo cuore, ancora addormentata si stiracchiò le gambe racchiuse in un abbraccio confuso e naturale come la posizione fetale.
Lei era il silenzio deciso di una donna che amava la vita e il sole anche quando il tutto sfrontatamente prendeva una piega diversa sotto lenzuola gonfiate dal vento o nella brezza di un mare in tormento.
Aprii gli occhi e rigiro lo sguardo per scoprire quel raggio di sole che filtrava dalla finestra socchiusa.
- Non riconosceva niente di quel posto, guardava sorpresa l'armadio celeste come il cielo terso, ma scopriva di non sapere nulla di quel che vedeva.
Il suo cuore batteva all'impazzata dentro il suo petto e la paura inizio a possederla come si possiede la morte nella notte più scura.
Guardava cercando di svegliarsi da quell'incubo oscuro che avvolgeva la sua mente, senza capire chi era quel corpo disteso tra lenzuola distratte e colorate di giallo.
"Martina non sapeva neppure il suo nome ... finito nell'oblio più scuro della sua mente, non ricordava niente di niente.
Si alzò tremante dal letto e poggiò i suoi piedi candidi sul pavimento di ceramica colorata in quella stanza sconosciuta.
Fece fatica a stare eretta perché la testa girava come in un baratro terribile o in un vortice violento che voleva annientarla con la paura, o meglio il terrore di essere vittima in un posto sconosciuto che non le apparteneva assolutamente.
Il telefono squillo come un diapason lento e intenso allo stesso tempo, le bucò il cervello e le fece perdere l'equilibrio.
Il letto vicino sostenne il suo corpo e si ritrovò di nuovo in posizione supina.
Quel trillo continuò per un tempo infinito a ferire le sue orecchie e dovette fare un sforzo per raggiungere il telefono e rispondere ...
Sentii la sua voce distante come se non gli appartenesse e tremò tra i suoi seni la paura viscida, come una serpe, la possedeva.
Una voce sensuale, dolce maschile la chiamava dall'altra parte del filo invisibile...
-Pronto tesoro ci sei?
Pronto, pronto continuava a sentire senza capire chi fosse quella persona che invece intuiva, la conosceva molto bene.
La chiamava Martina,oppure tesoro con molta dolcezza.
Il suo cuore fece una capriola come se con un barlume di vero riconoscesse quel suono dolce e sensuale come il vento di aprile che lei forse amava ... quando la brezza leggera sfiorava la sua pelle e la faceva vibrare dentro l'anima.
Provò a formulare una domanda, ma le sue labbra rimasero mute, serrate e in preda alla paura.
Riprovo di nuovo mentre sentiva lui che la chiamava con dolcezza ancora e ancora .
Così finalmente sentii la sua voce flebile che chiedeva
- chi è lei ?
- Martina tesoro sono io Gabriele...
chi vuoi che io sia tesoro?
Ci sei?
Che cos'hai perché sei così spaventata, dormi ancora?
Domande e punti interrogativi che non riusciva a focalizzare su di un volto, nessuna identità apparteneva a quella voce sconosciuta per la sua mente, caduta nell'oblio profondo come la notte più scura senza stelle e senza Luna.
Cercò di fare uno sforzo terribile per riconoscere quel suono, ma non ci riuscì.
Intanto lui parlava continuamente di giorni accaduti
e condivisi insieme nella passione gioiosa dell' amore.
Gabriele, Gabriele chi era?
Si chiedeva, cercando di visualizzare due occhi sorridenti come la voce che sentiva attraverso quel filo invisibile che teneva tra le mani serrate, come se fosse l'unico contatto con il mondo interno ed esterno, dove si era persa tra cunicoli e atri della sua mente lontana da lei, dal suo cuore che pulsava ferocemente nel suo petto, quasi a ricordarle che era viva pulsante e vera.
Voleva ascoltare e strinse ancora più forte quel filo che la teneva legata ad un giorno diverso, opaco dove la sua mente era scappata con tutti i ricordi.
Poi la luce invase la stanza e un barlume di vero
si conficco nelle tenebre e con fatica inizio a visualizzare i tratti di un volto sorridente e dolce che forse tanto l'amava.
Lo sentiva attraverso la nebbia opaca senza il tepore del sole.
Piano piano quel volto si riempì di due occhi scuri, un naso, una fronte superba e intelligente, aperta a lei.
Poi un sorriso completò il tutto e due labbra piene fecero il resto...
dando un'identità a quel suono di voce e un volto molto familiare che le apparteneva da sempre.
La sua mente fece un guizzo strano e finalmente ricordo tutto.
Lui parlava ancora con dolcezza e la sua voce sensuale le fece battere più forte il cuore...era innamorata e lui era...
si era l'unico amore della sua vita.
Suo marito.
Socchiuse gli occhi e scoprii di essersi svegliata in quell'istante con due braccia attorno al suo corpo che l'avvolgevano con amore.
Lui era lì nel suo letto colorato di giallo ad augurarle il suo dolcissimo risveglio.
Felice si strinse a lui, è inizio a baciarlo dolcemente.
L'alba era sorta e quel giorno pieno di sole sarebbe stato fantastico tra lei e il mare, dentro l'isola del suo amore, nel pieno risveglio!
Voto: | su 3 votanti |
Ciao Margy, quando incontro un tuo scritto non perdo l'occasione di leggerti
Complimenti, e un salutone
...e poi, il lieto fine tra quelle lenzuola giallo sole
il dolce risveglio
Molto bello Margy