MINIRICORDI
Le istruzioni sono:
Scegli un interlocutore (persona che ami, che non ami più o non ti ama più) e dà a tutti i ricordi la forma di una domanda: < ti ricordi quella volta che avevo…che mangiavamo insieme…che tu eri vestita …ecc…) >. In questo modo racconta una storia.
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I respiri della mia prosa
Guardo quelle due uniche nubi nere che camminano nel cielo, e forse un po’ sorrido. Devo aver pensato per un istante che quelle, insieme alle altre nuvole, assomigliano alla mia anima… bianca so di averla, ma solo quando lei diventa come l’inchiostro arriva il tempo di regalarla a voi.
William Somerset Maugham disse che “uno scrittore non scrive soltanto quando è a tavolino, scrive tutto il giorno, quando pensa, quando legge, quando fa esperienza. Immagazzina ogni sensazione, ogni persona che incontra”. Ricordi nonno quando ti leggevo “moom” ? La luna e sei soldi… lo abbiamo consumato insieme. Ti piaceva ripetere “tutti i giorni mi sono alzato e sono andato a letto”, poi sei solo restato a letto… E ancora “uno scrittore scrive quando fa colazione. Scrive quando fa l’amore. Un lavoro a tempo pieno”. Come è stato per te accudirmi quando ero un fuscello alla scuola elementare. Te lo ricordi? Mi facesti riscrivere FUSCIELLO ogni mattina… latte e Nesquik, e SCIenza e coSCIenza. Non fa niente nonno se non ricordi…
E Franz Kafka nel rimboccarti le coperte… “forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire. Scrivere è una totale solitudine, la discesa nel freddo abisso di se stessi”. Invece scrivo alle prime luci dell’alba quando ancora dormi, e nella tazza del caffè mi chiedo cosa io stia cercando di dire. O con quali parole posso esprimerlo… dentro il fumo della prima sigaretta. Nonno, cosa cerchi di dirmi quando le mani ti diventano ingarbugliate e allora ti aiuto ad allacciare le scarpe? Ma anche questo in fondo non conta poi molto.
Seduto alla scrivania presa tra le offerte dell’usato all’Ikea mi domando quali immagini o espressioni renderanno più chiaro il racconto; e se l’immagine che sto per utilizzare è abbastanza attuale per suscitare l’effetto desiderato… mentre fisso la pila di libri che permette al letto di non far finire il materasso sul pavimento. Dei libri mi fa impazzire “che quando hai finito di leggerli vorresti che l’autore fosse il tuo migliore amico, per telefonargli ogni volta”, J.D. Salinger. Ma probabilmente me lo avevi detto prima tu, tanto tempo fa, nonno. Questo… lo ricordi?
Ernest Hemingway, il tuo preferito, scrisse che “tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci”. E così ho fatto. Io, come affermò un grande scrittore, sono due: quello che vive e quello che scrive, e il primo vive solo perché l’altro scriva.
Quando scrivo, scrivo “soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore”, Joseph Conrad.
Così nonno ti ho lasciato una pagina di quaderno con una matita sulle parole crociate accanto alla tua poltrona… 9, verticale come le tue nuvole dopo l’ictus, Punto di vista astratto: Ideale.
Ci ho scritto in un angolo Piccoli ricordi. Chissà se lo hai visto!?
“Essere uno scrittore è un tipo di lavoro molto particolare: sei sempre tu contro un foglio di carta bianco, e molto spesso vince il pezzo di carta bianco”, questa l’ho presa in prestito da Neil Gaiman.
Ti spio come facevo quando ero bambino, e tu ora mi guardi come quello che è stato “tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio la ha tolta”, Oscar Wilde.
Sembri volermi dire qualcosa. Con gli occhi sembri chiedermi se in fondo scrivere non “è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”? Dev’essere Italo Calvino.
Che importa se non ricordi dove hai messo gli occhiali!? Capita un po’ a tutti. O altre volte il mio nome…
A un tratto, nonno, inizi a scrivere… Seguo la matita con sopra la tua mano, e da lontano provo a leggere “Scrivere bene è sempre nuotare sott’acqua e trattenere il fiato”, Francis Scott Fitzgerald.
Mi avvicino. Ti infilo piano il bottone nell’asola, ricordi che battaglie quando cercavi di insegnarmelo alla scuola elementare? Sbircio, sul foglio hai scritto traballante FUSCIELLO.
“C’è qualcosa di delizioso nello scrivere le prime parole di una storia. Non sai mai dove ti porteranno”. E’ di Beatrix Potter, nonno?
William Somerset Maugham disse che “uno scrittore non scrive soltanto quando è a tavolino, scrive tutto il giorno, quando pensa, quando legge, quando fa esperienza. Immagazzina ogni sensazione, ogni persona che incontra”. Ricordi nonno quando ti leggevo “moom” ? La luna e sei soldi… lo abbiamo consumato insieme. Ti piaceva ripetere “tutti i giorni mi sono alzato e sono andato a letto”, poi sei solo restato a letto… E ancora “uno scrittore scrive quando fa colazione. Scrive quando fa l’amore. Un lavoro a tempo pieno”. Come è stato per te accudirmi quando ero un fuscello alla scuola elementare. Te lo ricordi? Mi facesti riscrivere FUSCIELLO ogni mattina… latte e Nesquik, e SCIenza e coSCIenza. Non fa niente nonno se non ricordi…
E Franz Kafka nel rimboccarti le coperte… “forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire. Scrivere è una totale solitudine, la discesa nel freddo abisso di se stessi”. Invece scrivo alle prime luci dell’alba quando ancora dormi, e nella tazza del caffè mi chiedo cosa io stia cercando di dire. O con quali parole posso esprimerlo… dentro il fumo della prima sigaretta. Nonno, cosa cerchi di dirmi quando le mani ti diventano ingarbugliate e allora ti aiuto ad allacciare le scarpe? Ma anche questo in fondo non conta poi molto.
Seduto alla scrivania presa tra le offerte dell’usato all’Ikea mi domando quali immagini o espressioni renderanno più chiaro il racconto; e se l’immagine che sto per utilizzare è abbastanza attuale per suscitare l’effetto desiderato… mentre fisso la pila di libri che permette al letto di non far finire il materasso sul pavimento. Dei libri mi fa impazzire “che quando hai finito di leggerli vorresti che l’autore fosse il tuo migliore amico, per telefonargli ogni volta”, J.D. Salinger. Ma probabilmente me lo avevi detto prima tu, tanto tempo fa, nonno. Questo… lo ricordi?
Ernest Hemingway, il tuo preferito, scrisse che “tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci”. E così ho fatto. Io, come affermò un grande scrittore, sono due: quello che vive e quello che scrive, e il primo vive solo perché l’altro scriva.
Quando scrivo, scrivo “soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore”, Joseph Conrad.
Così nonno ti ho lasciato una pagina di quaderno con una matita sulle parole crociate accanto alla tua poltrona… 9, verticale come le tue nuvole dopo l’ictus, Punto di vista astratto: Ideale.
Ci ho scritto in un angolo Piccoli ricordi. Chissà se lo hai visto!?
“Essere uno scrittore è un tipo di lavoro molto particolare: sei sempre tu contro un foglio di carta bianco, e molto spesso vince il pezzo di carta bianco”, questa l’ho presa in prestito da Neil Gaiman.
Ti spio come facevo quando ero bambino, e tu ora mi guardi come quello che è stato “tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio la ha tolta”, Oscar Wilde.
Sembri volermi dire qualcosa. Con gli occhi sembri chiedermi se in fondo scrivere non “è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”? Dev’essere Italo Calvino.
Che importa se non ricordi dove hai messo gli occhiali!? Capita un po’ a tutti. O altre volte il mio nome…
A un tratto, nonno, inizi a scrivere… Seguo la matita con sopra la tua mano, e da lontano provo a leggere “Scrivere bene è sempre nuotare sott’acqua e trattenere il fiato”, Francis Scott Fitzgerald.
Mi avvicino. Ti infilo piano il bottone nell’asola, ricordi che battaglie quando cercavi di insegnarmelo alla scuola elementare? Sbircio, sul foglio hai scritto traballante FUSCIELLO.
“C’è qualcosa di delizioso nello scrivere le prime parole di una storia. Non sai mai dove ti porteranno”. E’ di Beatrix Potter, nonno?
- C’è chi nasce quercia e tale rimane, fino all’ultimo respiro. Perché questa è la natura delle persone umili, con gli occhi d’infinito ed il cuore frondoso e fresco, come un riparo (Carolina Turroni)
A nonno Silvano…
Mirko D. Mastro
Scrittura creativa scritta il 05/06/2020 - 17:13
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Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Un concentrato di pura bravura e riconoscerla è un privilegio. Ciao Mirko.
santa scardino 21/06/2020 - 22:43
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Ho visto adesso il mio commento fatto di numeri, non so cosa sia successo, volevo0 solo dire che è molto bello. Ciao Mirko.
Antonio Girardi 07/06/2020 - 10:40
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Mirko non so perché il telefono si prenda queste libertà... Scrivo un punto esclamativo e escono simboli...
Grazia Giuliani 06/06/2020 - 16:14
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Scritto attraverso immagini efficaci ma poetiche, un racconto pulito che conserva la purezza del bambino.
Un testo ricco... Come te.
Ciao Mirko 😘
Un testo ricco... Come te.
Ciao Mirko 😘
Grazia Giuliani 06/06/2020 - 15:39
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Mi piacciono molto i particolari, manifestano come una profonda devozione i momenti trascorsi. Sai scrivere coi sentimenti!
mare blu 06/06/2020 - 15:22
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🤔
Antonio Girardi 06/06/2020 - 09:36
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Un racconto come un bel cammino tra i ricordi o meglio a cercare di far ricordare durante il dialogo i lontani ricordi forse perduti dal nonno. Originale il percorso tra citazioni varie alla conquista dei giorni perduti!
Maria Luisa Bandiera 06/06/2020 - 08:25
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Quanta tenerezza tra queste due generazioni. e quanta originalità raccontarla attraverso grandi autori.
Valeria Germani 06/06/2020 - 08:03
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Bellissimo leggere la tua storia e leggere l'amore che ti lega a tuo nonno. Mi sono profondamente commossa e ritrovata nelle tue parole.E lo scrittore davvero lavora a tempo pieno, ha ragione nonno Silvano. Bellissimo.
Teresa Peluso 06/06/2020 - 04:30
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E poi ti leggo e il tempo si quieta come dopo un temporale...nulla che non sia respiro in questo vento di parole scritte, che non abbia un vero senso, nella dolcezza dell'affetto, nella sapienza di un volto amato che è custode del tuo animo, per sempre!
Margherita Pisano 06/06/2020 - 01:13
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Nonno Silvano mi ha conquistata, così come questo nipote, così ricco di parole e sentimenti...
Con me, vince sempre il foglio bianco, ma il "fusciello" lieve della mia anima, sa danzare col vento...
Ah, quel bottone è riuscito dall'asola... Occorrerà cucirla un pò ai lati, proprio come si fa quando si ergono muretti sulle sponde di un fiume
Dolcemente, s'accompagna lo sorrere dell'acqua
Ops, del tempo...
Con me, vince sempre il foglio bianco, ma il "fusciello" lieve della mia anima, sa danzare col vento...
Ah, quel bottone è riuscito dall'asola... Occorrerà cucirla un pò ai lati, proprio come si fa quando si ergono muretti sulle sponde di un fiume
Dolcemente, s'accompagna lo sorrere dell'acqua
Ops, del tempo...
laisa azzurra 05/06/2020 - 23:40
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Un bellissimo testo in ricordo del nonno sostanziato da innumerevoli citazioni sul senso dello scrivere per uno scrittore, laddove lo scrivere appunto è intrecciato indissolubilmente alla vita stessa.
Anna Maria Foglia 05/06/2020 - 21:07
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