CONSEGNA A DOMICILIO
Le istruzioni sono:
scrivi un racconto sviluppando tue libere considerazioni, fatti, avvenimenti od altro.
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Diciannove anni fa
Qualche chilo di troppo, e ventitre anni ad aprile. Dozzine di idee scartate a priori e questo vinile di mio padre, le sole certezze stasera. Ho raccolto tante volte le mie cose ma non ho mai trovato un motivo per partire, non ricordo quante…
Due oche si rincorrono per tutto il lago. Poi si fermano, sembrano osservarmi.
C’è un vecchietto che getta loro qualche mollica. Borbotta qualcosa, e va via.
Attraverso due mancate nevicate le sono stato vicino, tutto qui. Troppo vicino. Così lui che per andare al lavoro ogni santo giorno allungava per il centro, come le rose dal suo balcone…
Quasi non contino le volte che ho stondato le spine, e ho tolto e poi rimesso il cuore dentro la stagnola. Con l’anima sul vetro fino a tardi, e i pugni chiusi vuoti come la carta di gelato lasciata nell’aiola. Un passatempo. Come il negozio che mi noleggia i films di cassetta. Allo stesso modo che per il ragazzo della pizza, che arriva calda e che va di fretta.
Ho raccolto troppe volte le mie cose, ma sono rimasto.
Non odo che i miei passi nella foschia. Ho paura. Non mi sono mai sentito così solo: ho perso il lavoro, e ho perso ogni donna per non amarla. E chiuderla in un verso.
Ma raccogliere immondizia e portarmela a casa non è ciò che sogno.
Non mi sento carne, o accanto al pesce nel banco dei surgelati tutto a un tratto.
Attraverso un mancato amore vorrei innamorarmi ancora, e non avere solo il padrone di casa che mi consegna una raccomandata a mano con l’avviso di sfratto.
Non ci pagherò la spesa con idee in naftalina, un vinile, o l’emotività che mi fa scrivere.
Non ho mai desiderato davvero partire. E a che mi serve la poesia, se stento a vivere…
Due oche si rincorrono per tutto il lago. Poi si fermano, sembrano osservarmi.
C’è un vecchietto che getta loro qualche mollica. Borbotta qualcosa, e va via.
Attraverso due mancate nevicate le sono stato vicino, tutto qui. Troppo vicino. Così lui che per andare al lavoro ogni santo giorno allungava per il centro, come le rose dal suo balcone…
Quasi non contino le volte che ho stondato le spine, e ho tolto e poi rimesso il cuore dentro la stagnola. Con l’anima sul vetro fino a tardi, e i pugni chiusi vuoti come la carta di gelato lasciata nell’aiola. Un passatempo. Come il negozio che mi noleggia i films di cassetta. Allo stesso modo che per il ragazzo della pizza, che arriva calda e che va di fretta.
Ho raccolto troppe volte le mie cose, ma sono rimasto.
Non odo che i miei passi nella foschia. Ho paura. Non mi sono mai sentito così solo: ho perso il lavoro, e ho perso ogni donna per non amarla. E chiuderla in un verso.
Ma raccogliere immondizia e portarmela a casa non è ciò che sogno.
Non mi sento carne, o accanto al pesce nel banco dei surgelati tutto a un tratto.
Attraverso un mancato amore vorrei innamorarmi ancora, e non avere solo il padrone di casa che mi consegna una raccomandata a mano con l’avviso di sfratto.
Non ci pagherò la spesa con idee in naftalina, un vinile, o l’emotività che mi fa scrivere.
Non ho mai desiderato davvero partire. E a che mi serve la poesia, se stento a vivere…
(da “Più di qualcuno guardò in alto” -5 marzo 2021, Mirko D. Mastro)
Scrittura creativa scritta il 13/03/2021 - 10:38
Letta n.707 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Correggo: alleggeriti
Afrodite T 14/03/2021 - 09:43
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Un racconto molto bello anche se amaro, in cui colpiscono molto il timore per il futuro e la mancanza dell'amore, che diventano una costante fra significative immagini di vita, anche se alleggerite nel finale, da piccoli sprazzi di desideri e speranze.
Afrodite T 14/03/2021 - 09:38
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Grazie
Mirko D. Mastro(Poeta) 13/03/2021 - 19:03
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Ci sono tutte le più forti emozioni in questo tuo racconto che direi all'insegna del rammarico e dei rimpianti.
Maria Luisa Bandiera 13/03/2021 - 17:13
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Molteplici i temi toccati, il racconto sfiora la prosa poetica e oltrepassa la Poesia proprio in senso lato, Poesia come forma di necessità, che già 19 anni prima occupava un posto di rilievo nell'animo dell'autore. Attraverso essa, Mirko si lasciava andare, colmando il cuore d'emozioni in ogni frammento del vivere, pagando il prezzo delle rinunce, delle mancanze...
Non mancano i tormenti, le ansie, la paura e lo smarrimento, le inquietudini interiore... tipiche di un animo sensibile nella quale il nostro Mirko l'arte poetica l'ha sempre legata a sé.
Il componimento si avvale di immagini che risultano un "Back in the Past", l'autore rammenta vividamente oltre che poeticamente.
Cinque stelline senza ma e senza però.
Non mancano i tormenti, le ansie, la paura e lo smarrimento, le inquietudini interiore... tipiche di un animo sensibile nella quale il nostro Mirko l'arte poetica l'ha sempre legata a sé.
Il componimento si avvale di immagini che risultano un "Back in the Past", l'autore rammenta vividamente oltre che poeticamente.
Cinque stelline senza ma e senza però.
Giuseppe Scilipoti 13/03/2021 - 14:20
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Delusione, amarezza, impotenza...eppure anche um lumicino di speranza...tutto espresso con originali immagini poetiche.
Buon sabato Mirko
Buon sabato Mirko
Anna Maria Foglia 13/03/2021 - 12:47
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Come una corsa ogni passo è un'immagine intervallata da un respiro faticoso che sputa un'emozione. Il ritmo è indefinito, è una corsa eppure sembra lenta. Quanti rimpianti calpesti durante il tragitto?
Bruno Gais 13/03/2021 - 11:49
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