Bird and Lady Day
Così quello iniziò a fargli suonare ciò che gli dettava la sua anima
Lacrime al telefono. Lacrime su un viso di bimba.
Lacrime per la strada, nascoste dietro la scusa di allacciare una stringa.
Lacrime parcheggiate in gola. Sotto la pioggia. Lacrime dal finestrino di un treno in corsa.
Lacrime di un amore che è solo un’istantanea in fondo alla borsa.
Billie Holiday lo avrebbe forse guardato, e in un filo di voce si sarebbe lasciata sfuggire che si sentiva come se suonasse uno strumento a fiato, senza figurarsi di cantare
Non sei che un principe scalzo riposto in un cuore cavo di bambù
ma se schiocchi le dita, il mondo si lascerà guardare a testa in giù.
Dinanzi alla sua purezza di azzurro possiedi solo una lacrima cadente,
gelosa custode di quelle note da sussurrarle a luci spente.
L’azzurro non è privilegio degli occhi, bensì fragilità e patrimonio del cuore
e questa notte che sta così stretta, dovresti forse portarla dove osa solo l’amore.
Allora lui, da far arrossire la chiave di sol…
Lacrime perché è difficile rinunciare alla fame di un’abitudine, lacrime per qualcosa
che non c’è più e per ciò che di nuovo resta. Lacrime tediose sedute su quella stringa,
comunque lacrime…
le tue, ancora lacrime di bimba.
Parve pensare Billie che le avevano detto che nessuno canta la parola "fame" e la parola "amore" come le canta lei… forse, si disse che era perché sapeva cosa avevano voluto dire queste parole per lei, e quanto le fossero costate
Quando il principe dei sogni sognati troverà la pace fuori da un assolo,
forse il rospo potrà guardarla dormire, nella carezza di un lenzuolo.
Lascia lo spartito lui, e si avvicina dal cantuccio dove solitamente lavora
per coprirle le spalle. Forse lei sogna, e neppure la sfiora.
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Complimenti, splendido racconto!
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