A N S I A
Chiunque ha un mostro con cui avere a che fare. Chi poi e chi prima. Per me fu poi.
Dovetti affrontarlo quella sera di gennaio. Una sera particolarmente fredda e particolarmente felice. Mio figlio si era fermato a cena.
Quando lo riaccompagnai la madre mi invitò a salire per un caffè, si chiedeva se conoscessi una stamperia e a buon prezzo.
I due altri ragazzi, dei bravi figli, dopo un bacio soffiato tra sguardi complici, ripresero la partita a Scarabeo. Sulla tavola una A e accanto una N; coi biscotti parevano S, I e di nuovo A.
Dall'altra stanza come anch'io sulla cinquantina, abiti comodi e pianelle.
-Lui è Giovanni- una voce di donna nel fumo della tazza -fino a non troppo tempo fa stava come te in Lombardia-.
Annuii, l'indirizzo ANCORA nella penna.
Piccoli pezzi di NOTTE erano chiusi tra le STOFFE dei battenti.
Una piega al foglio bianco, salutai portando via con me sulla camicia un piccolo mostro che si era fatto con l'INCHIOSTRO.
A svegliarmi giri di lancette dopo fu la notizia nell'AUTORADIO dell'invasione di una qualche specie di coleottero dalla Bassa Bergamasca.
(da Crestomazia)
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