Il lasso di tempo
in cui persiste
la nostra presenza
nello spazio
è il dono dell'esserci,
è l'attimo dell'esistenza.
I giorni passano
a prescindere dal movimento,
non c'è soggettività,
ma apparenza ingannevole,
oggettivo è l'aggettivo del tempo.
Fuggire da esso è inutile
mentre l'ossessione del ritardo
incombe.
Nessuna visibilità,
solo percezione,
supera i sensi stessi
e ciò che non ha logica
è quello che temiamo di più
perchè nel non senso
la razionalità del controllo
svanisce
nell'oblio dell'ignoto.
in cui persiste
la nostra presenza
nello spazio
è il dono dell'esserci,
è l'attimo dell'esistenza.
I giorni passano
a prescindere dal movimento,
non c'è soggettività,
ma apparenza ingannevole,
oggettivo è l'aggettivo del tempo.
Fuggire da esso è inutile
mentre l'ossessione del ritardo
incombe.
Nessuna visibilità,
solo percezione,
supera i sensi stessi
e ciò che non ha logica
è quello che temiamo di più
perchè nel non senso
la razionalità del controllo
svanisce
nell'oblio dell'ignoto.
Opera scritta il 14/05/2016 - 18:06Letta n.1317 volte.
                        			
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Commenti
Percezione smisurata della realtà, è un capolavoro!
Giulia Sbattella  
 16/05/2016 - 21:01 --------------------------------------
  
            
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