“Non posso negare che ogni volta che ti vedo mi turbi alquanto”: INVIO.
“A chi lo dici”: INVIO.
Un tuffo nel passato. Votazioni al liceo. Occupazione sì occupazione no.
Ai miei compagni: “Ragazzi ma siete matti? Io voto assolutamente no. Non possiamo perdere giorni di scuola. Non possiamo occupare. È sbagliato.”
Cabina per votare: “Sì”.
Ecco com’è iniziata. A sedici anni. E non lo sapevo.
Innamorata persa, ma soprattutto era andare contro, contro i miei genitori, controcorrente. Lui più piccolo. Ma che importa, lo amo. Sarà l’uomo della mia vita. E se non lo sarà, almeno adesso lo è.
Farò l’amore con lui.
Sarà il primo.
Sarà bellissimo.
Ma Dio non vuole. Mi vede. È peccato.
Ma io vado controcorrente.
Decido di me e della mia vita. Scrivo il mio destino.
Si avvicina Natale.
Non devi stare con lui, lascialo. Si parte per le vacanze sulla neve. Lontano. Mille chilometri. A sciare.
Non voglio partire, non voglio separarmi da te. Ma sì dai, che saranno 15 giorni!!! Ci sono le cabine telefoniche per sentirci. Ti penserò. Ti manderò una cartolina.
Bella la neve. Bianca. Luminosa. Accecante.
Pattiniamo insieme. Di dove sei? Di Napoli. Quanti anni hai? 28. Non li dimostri per niente.
Dammi la mano, ti guido io. Rivedo il video. Era il 1990.
Nulla di più. Una mano. Un cappotto spigato. I capelli lisci col ciuffo. Un sorriso.
Torno a casa dal mio amore.
Continuo a lottare.
È bello lottare per qualcosa di veramente importante. E vincere.
Ma sono sempre io.
Il tempo scorre, io cresco, vivo.
Ti ho dato la mia verginità. Può bastare.
Mi dici che se un giorno dovessimo lasciarci prima o poi diventeremo amanti. E io voglio crederci. Perché quando le strade si dividono forse prima o poi si rincontrano.
Sento ancora il dolore alla bocca dello stomaco, la sensazione di vomito, le lacrime calde che mi solcano il viso, la sensazione di fine per sempre. Mangiare mi dava la nausea. Volevo solo dormire e dimenticare. E svegliarmi come se nulla fosse successo.
Ma il tempo aggiusta tutto, forse.
Era stato solo un bacio ma avevo omesso di dirtelo.
Pensavo di essere stata brava a nascondertelo.
Pensavo non ci fosse nulla di male. Un bacio innocente. Senza proseguo.
E, poi, quella maledetta lettera: “Il tuo ragazzo è fortunato ad averti. Grazie per il bacio che mi hai dato. Ho capito che tu sei innamorata di lui e per me non c’è nessuna speranza”.
Neanche per me c’è stata più speranza, di restare insieme, di vederti ancora innamorato, di baciarti, di guardare le stelle insieme, di accarezzarci nell’acqua salata, di ridere e sussurrarci all’orecchio.
Buono il Batik che mi hai comprato al bar della spiaggia. Ci ho creduto.
Di nuovo a lottare per stare con te, ma contro di te stavolta.
E vinco anche stavolta. Ma non sei più tu. Non sono più io. Il tempo ci plasma a suo piacimento. Nulla ci appartiene per sempre, neanche la nostra stessa vita.
Il vestito carino. Corro da te. Di nascosto dai tuoi coinquilini. Come una ladra. Nella tua stanza. Facciamo l’amore. È bellissimo. Ma non ci apparteniamo più. È un addio.
L’addio più bello della mia vita. Resteremo legati per sempre. Lo sai. Ogni volta che ci incontriamo. Ogni volta che parliamo. Ogni volta che ci raccontiamo le nostre vite. E nessuno potrà mai togliercelo.
Questa sono io.
Non riesco a tagliare il filo che mi lega a chi ho amato.
Forse spero che questi fili mi tengano qui, in questa vita e non mi facciano andare via, mai.
 
Capitolo secondo…me.
Rieccomi, voglia di lavorare zero. Forse zero virgola qualcosa ma qualcosa già ho fatto, quindi per oggi basta.
“Ho di nuovo voglia che facciamo”
“Ah dimenticavo stamattina poi ti ho….. ripensato”
E io leggo e rileggo 100 volte, prima di cancellarlo, per sempre, purtroppo.
La memoria inizia a farmi brutti scherzi e non ricordo tante cose che vorrei ricordare, le frasi che mi scrivi… a volte…
Ma tu ci sei e questo per me è importante.
Mi perdo nei miei pensieri e navigo nei ricordi, nel presente.
Brutta bastarda, falsa, ipocrita, bugiarda. Porti la fede al dito e tradisci. Coscientemente. Costantemente. Totalmente. Ma fedelmente con una persona sola.
Ma è la mia vita. Non appartengo a nessuno. Sono mia.
Nessun dolore. Vivo. Felice di vivere.
OGGI
Ecco un giorno nuovo. Quella foto mi mostra un’altra vita, una vita che non mi appartiene, una dimensione diversa.
Sorrido. Tanto in quest’ultimo periodo. Sembro diversa.
Eccomi a ritagliare momenti e ricordi.
Sensi di colpa e ansia.
E sogno te. Te e me. Mai.
Ad occhi chiusi: parmigiana di melanzane.
Questi siamo noi… ad occhi chiusi.
Se li riapro vedo i binari. Lunghi dritti all’infinito.
Ho preso il treno della vita e ho lasciato andare quello dei desideri.
La razionalità non fa parte della mia vita.
Perché non riesco a capire quando sbaglio, se sbaglio e dove sbaglio?
Sogno ad occhi aperti. Gioia, felicità, tristezza, noia.
Ho il cervello in pappa.
Devo reagire, ma non so come. Sarebbe troppo difficile dimenticare ma è troppo facile decidere di non farlo.
Cataclisma, apocalisse, terremoto.
Sbagliato. Sbagliato. Sbagliato.
Perché è sbagliato?
Perché non ci sono gli interruttori on e off?
C’è solo il tasto rosso dell’autodistruzione.
Sono venuta a vivere dentro di te e adesso mi giro e mi rigiro senza avere pace.
Devo fare pace con me stessa.
Ho il sole dentro, ma non può splendere anche fuori se non apro gli occhi e te li faccio vedere.
Oggi preparerò la crostata.
Buona. Con la marmellata di zucchine.
Per domani. Per stare con gli amici.
Anche dopodomani.
Tu sarai al mare.
Un mare trasparente. E ti bagnerai i piedi. E guarderai l’orizzonte. E riderai. E fumerai il tuo ciucciotto.
E io ti vedrò da lontano. Famiglia felice.
Io con la mia famiglia felice.
Io felice.
Tu felice.
Oggi.
(Rimorso)

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