"Dov'era l'ombra or sè la quercia spande".........Inizia cosi' una bella poesia del Pascoli.......,ma quell'albero non era una quercia, ma un grande gelso posto ai margini di un esteso uliveto.
La sua ombra ci teneva tutti noi bambini, quando nei pomeriggi d'estate, restii al sonno sfuggivamo alle grinfie delle nostre mamme e li' inventavamo giochi e cantavamo in sordina per non svegliare i grandi.
Quante arrampicate sui suoi rami e quanti frutti ha elargito ad intere generazioni, e quanti grembiulini sporchi di macchie che non sarebbero andate piu' via!!!. Gelsi rossi, gusto di insaziabili palati, mani appiccicose e disperazione delle nostre mamme.
Man mano che crescevo vagheggiavo il mio avvenire: Volevo fare l'insegnate e gia' d'allora sognavo di avere una classe tutta mia.
Salivo sul gelso e di fronte e me c'era tutta una fila di ulivi ai quali avevo dato il nome. Erano i miei alunni. Facevo loro l'appello, li interrogavo, li castigavo, e loro sembrava mi ascoltassero. Una volta pensai che tutti mi avessero disobbedito perche' ad un tratto era cambiato qualcosa....Si era alzato un vento di maestrale e l'aria si era fatta scura, un vento violento aveva cambiato il colore delle foglie, non erano piu' verdi ma d'argento e sembrava che si fossero tutte girate di spalla. Li sgridai molto.....finche' non mi giunse il grido disperato di mia madre che mi incitava a scendere da lassu' perche' era pericoloso. Non mi ero accorta di essere arrivata molto in alto. .......
Ora quell'albero non c'e' piu', solo case su case hanno cancellato i miei ricordi piu' belli. Era una campagna di mio zio a Mungivacca vicino Bari, e si sa che la citta' ingradisce e il cemento negli anni invade tutto....ma sono sicura che nel silenzio della notte sono ancora tutti li' gli echi delle care voci che nel tempo man mano sono andate via.......
(Annamaria - Stralci dal mio diario...)
La sua ombra ci teneva tutti noi bambini, quando nei pomeriggi d'estate, restii al sonno sfuggivamo alle grinfie delle nostre mamme e li' inventavamo giochi e cantavamo in sordina per non svegliare i grandi.
Quante arrampicate sui suoi rami e quanti frutti ha elargito ad intere generazioni, e quanti grembiulini sporchi di macchie che non sarebbero andate piu' via!!!. Gelsi rossi, gusto di insaziabili palati, mani appiccicose e disperazione delle nostre mamme.
Man mano che crescevo vagheggiavo il mio avvenire: Volevo fare l'insegnate e gia' d'allora sognavo di avere una classe tutta mia.
Salivo sul gelso e di fronte e me c'era tutta una fila di ulivi ai quali avevo dato il nome. Erano i miei alunni. Facevo loro l'appello, li interrogavo, li castigavo, e loro sembrava mi ascoltassero. Una volta pensai che tutti mi avessero disobbedito perche' ad un tratto era cambiato qualcosa....Si era alzato un vento di maestrale e l'aria si era fatta scura, un vento violento aveva cambiato il colore delle foglie, non erano piu' verdi ma d'argento e sembrava che si fossero tutte girate di spalla. Li sgridai molto.....finche' non mi giunse il grido disperato di mia madre che mi incitava a scendere da lassu' perche' era pericoloso. Non mi ero accorta di essere arrivata molto in alto. .......
Ora quell'albero non c'e' piu', solo case su case hanno cancellato i miei ricordi piu' belli. Era una campagna di mio zio a Mungivacca vicino Bari, e si sa che la citta' ingradisce e il cemento negli anni invade tutto....ma sono sicura che nel silenzio della notte sono ancora tutti li' gli echi delle care voci che nel tempo man mano sono andate via.......
(Annamaria - Stralci dal mio diario...)

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Commenti
Un episodio di infanzia raccontato molto bene e in cui ci si immedesima volentieri. Bello davvero. Giulio Soro 



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Benvenuta su questo sito... un buonissimo racconto-diario il tuo, e confesso che a me piace sia lo stile narrativo, in prima persona, che il tema del ricordo, a me caro. Ti segnalo un refuso, Pascolo anziché Pascoli...solo che per correggerlo poi scompare dalla home. magari in un secondo tempo...
Che dire ancora: credo che tu sia una narratrice con la vena poetica, infatti ne ho trovati parecchi di riferimenti lirici in questo tuo esordio. Ciaociao...5 stelle a te.
Che dire ancora: credo che tu sia una narratrice con la vena poetica, infatti ne ho trovati parecchi di riferimenti lirici in questo tuo esordio. Ciaociao...5 stelle a te.



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La nostalgia rende ancor più vivide le immagini dei nostri ricordi, e ciò che abbiamo visto, respirato e vissuto rimane, nonostante le partenze, nonostante le colate di cemento.
Anch'io penso che quel gelso ci sia ancora, ad accogliere ancora l'eco di quelle voci amate e mai dimenticate.
Ciao.
Anch'io penso che quel gelso ci sia ancora, ad accogliere ancora l'eco di quelle voci amate e mai dimenticate.
Ciao.


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