FINALMENTE DONNA
Quella mattina mi svegliò la luce intensa che filtrava attraverso le persiane. I raggi di sole facevano capolino proiettando sull’armadio un reticolato luminoso e sembravano voler preannunciare una giornata serena, contrariamente al forte maltempo dei giorni precedenti.
Per me lo sarebbe stato di sicuro, una bella giornata. Avrei finalmente messo piede fuori di casa al termine della convalescenza dopo l’intervento chirurgico; l’indomani mi sarei anche riappropriata del lavoro di architetto presso lo studio che dividevo con Sergio, mio prezioso socio, nonché amico, uno dei pochi che aveva seguito tutto il percorso standomi accanto, senza giudicarmi.
Prima di scostare le lenzuola, stirai braccia e gambe: la camicia da notte, che durante il sonno si era alzata fino al bacino, scopriva le mie gambe lisce, slanciate, e le guardai compiaciuta. Mi alzai di scatto e andai in cucina dove mi concessi una colazione con tè al limone e biscotti al kamut, i miei preferiti, cercando di assaporarla lentamente, anche se, pervasa da un’incontenibile eccitazione, non stavo nella pelle.
Intenzionata a concedermi una doccia tonificante, in bagno lasciai cadere sul gres porcellanato la camicia, poi la vezzosa lingerie di pizzo che mi ero regalata per l’occasione. Prima di mettere piede nel box, nuda allo specchio osservai i miei seni pieni e morbidi, i fianchi ancora tonici (in fondo avevo appena 38 anni), ma soprattutto vidi finalmente riflessa la mia anima; mi armai di coraggio e, portando la mano all’altezza del pube, presi coscienza della mia definitiva e nuova condizione.
L’operazione era perfettamente riuscita, mi aveva confermato il chirurgo, certo mi sentivo ancora un po’ indolenzita, ma a suo dire quella sensazione sarebbe passata presto. Vedermi riflessa allo specchio con la pelle finalmente liscia e le forme morbide, provocò in me un vero e proprio attacco di felicità. Era una vita che combattevo, più o meno consapevolmente, contro il mio aspetto e la mia condizione, anche se da ragazzo ci avevo provato, eccome se ci avevo provato.
Quella mattina volevo sentirmi bella e soprattutto a mio agio. Così cominciai a truccarmi, stendendo un generoso velo di rossetto, e ravvivai i miei lunghi capelli mossi con alcuni colpi di phon. Scelsi poi di indossare un golf aderente su una gonna leggermente svasata sopra il ginocchio, abbinando il tutto ad un paio di sandali dal tacco alto.
Agguantai la borsa e mi incamminai verso l’ingresso: un attimo di esitazione…solo un attimo. Chiusi la porta alle spalle e scesi a piedi le scale, traendo piacere dall'incedere del mio corpo sui tacchi. In strada svoltai lungo il vialetto che portava allo studio: sarei passata a salutare Sergio, che era stato così comprensivo nel sostituirmi quasi un mese, quel mese necessario per riprendermi fisicamente e non solo.
Ero abbastanza agitata, lo devo ammettere. Mi stavo riprendendo l’esistenza, la “vera” me non voleva più rimanere in disparte a sognare, voleva spiccare il volo. Certo i clienti dello studio si erano resi conto del cambiamento a cui stavo andando incontro, ma ritornare al lavoro dopo l’operazione significava confermare e rendere definitiva quella scelta di vita, ponderata e sofferta scelta.
Nel camminare mi sentivo osservata: avvertivo il desiderio degli sguardi maschili che si posavano sul mio corpo (in fondo mi consideravo una donna piacente) e tutto ciò mi eccitava incredibilmente, godevo del piacere di piacere come femmina: lo ammetto, in precedenza avevo sempre invidiato le mie amiche per questo!
Non era stato facile diventare donna, era stato doloroso, difficile e costoso: il dover combattere contro i giudizi e i pregiudizi, le cure ormonali, le visite specialistiche, poi l’operazione. Ma da quel momento avrei vissuto da donna, avrei mostrato la mia sensibilità di donna, avrei fatto l’amore da donna, e forse un giorno avrei anche amato un uomo.
Sarei andata fiduciosa incontro alla vita, nonostante fossi ancora spaventata, ma era la mia vita, la mia unica vita e avevo deciso di viverla finalmente da donna.
Marco oramai non esisteva più.
Per me lo sarebbe stato di sicuro, una bella giornata. Avrei finalmente messo piede fuori di casa al termine della convalescenza dopo l’intervento chirurgico; l’indomani mi sarei anche riappropriata del lavoro di architetto presso lo studio che dividevo con Sergio, mio prezioso socio, nonché amico, uno dei pochi che aveva seguito tutto il percorso standomi accanto, senza giudicarmi.
Prima di scostare le lenzuola, stirai braccia e gambe: la camicia da notte, che durante il sonno si era alzata fino al bacino, scopriva le mie gambe lisce, slanciate, e le guardai compiaciuta. Mi alzai di scatto e andai in cucina dove mi concessi una colazione con tè al limone e biscotti al kamut, i miei preferiti, cercando di assaporarla lentamente, anche se, pervasa da un’incontenibile eccitazione, non stavo nella pelle.
Intenzionata a concedermi una doccia tonificante, in bagno lasciai cadere sul gres porcellanato la camicia, poi la vezzosa lingerie di pizzo che mi ero regalata per l’occasione. Prima di mettere piede nel box, nuda allo specchio osservai i miei seni pieni e morbidi, i fianchi ancora tonici (in fondo avevo appena 38 anni), ma soprattutto vidi finalmente riflessa la mia anima; mi armai di coraggio e, portando la mano all’altezza del pube, presi coscienza della mia definitiva e nuova condizione.
L’operazione era perfettamente riuscita, mi aveva confermato il chirurgo, certo mi sentivo ancora un po’ indolenzita, ma a suo dire quella sensazione sarebbe passata presto. Vedermi riflessa allo specchio con la pelle finalmente liscia e le forme morbide, provocò in me un vero e proprio attacco di felicità. Era una vita che combattevo, più o meno consapevolmente, contro il mio aspetto e la mia condizione, anche se da ragazzo ci avevo provato, eccome se ci avevo provato.
Quella mattina volevo sentirmi bella e soprattutto a mio agio. Così cominciai a truccarmi, stendendo un generoso velo di rossetto, e ravvivai i miei lunghi capelli mossi con alcuni colpi di phon. Scelsi poi di indossare un golf aderente su una gonna leggermente svasata sopra il ginocchio, abbinando il tutto ad un paio di sandali dal tacco alto.
Agguantai la borsa e mi incamminai verso l’ingresso: un attimo di esitazione…solo un attimo. Chiusi la porta alle spalle e scesi a piedi le scale, traendo piacere dall'incedere del mio corpo sui tacchi. In strada svoltai lungo il vialetto che portava allo studio: sarei passata a salutare Sergio, che era stato così comprensivo nel sostituirmi quasi un mese, quel mese necessario per riprendermi fisicamente e non solo.
Ero abbastanza agitata, lo devo ammettere. Mi stavo riprendendo l’esistenza, la “vera” me non voleva più rimanere in disparte a sognare, voleva spiccare il volo. Certo i clienti dello studio si erano resi conto del cambiamento a cui stavo andando incontro, ma ritornare al lavoro dopo l’operazione significava confermare e rendere definitiva quella scelta di vita, ponderata e sofferta scelta.
Nel camminare mi sentivo osservata: avvertivo il desiderio degli sguardi maschili che si posavano sul mio corpo (in fondo mi consideravo una donna piacente) e tutto ciò mi eccitava incredibilmente, godevo del piacere di piacere come femmina: lo ammetto, in precedenza avevo sempre invidiato le mie amiche per questo!
Non era stato facile diventare donna, era stato doloroso, difficile e costoso: il dover combattere contro i giudizi e i pregiudizi, le cure ormonali, le visite specialistiche, poi l’operazione. Ma da quel momento avrei vissuto da donna, avrei mostrato la mia sensibilità di donna, avrei fatto l’amore da donna, e forse un giorno avrei anche amato un uomo.
Sarei andata fiduciosa incontro alla vita, nonostante fossi ancora spaventata, ma era la mia vita, la mia unica vita e avevo deciso di viverla finalmente da donna.
Marco oramai non esisteva più.
Paola Salzano.

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Commenti
Ringrazio sentitamente la Redazione e la Giuria per il riconoscimento mensile a questa mia scrittura creativa...
E anche gli autori che gentilmente hanno lasciato un loro commento sotto questo racconto.
Grazie a tutti!!!

E anche gli autori che gentilmente hanno lasciato un loro commento sotto questo racconto.
Grazie a tutti!!!







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Ringrazio per i generosi commenti Laisa, Paolo, Margherita, Mirella, Giuseppe e Grazia...
Le vostre parole sono state per me utili e preziose, anche perché ho cercato di scrivere questo breve racconto in punta di piedi...
Grazie anche a chi mi ha solo letto...vi abbraccio!

Le vostre parole sono state per me utili e preziose, anche perché ho cercato di scrivere questo breve racconto in punta di piedi...
Grazie anche a chi mi ha solo letto...vi abbraccio!







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Dal dramma di un corpo che non ti appartiene alla gioia di sentirsi in sintonia con la propria natura...
lo descrivi con efficacia, sensibilità ed eleganza...
Brava, anche per l'idea, sei stata "creativa"...

lo descrivi con efficacia, sensibilità ed eleganza...
Brava, anche per l'idea, sei stata "creativa"...





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Sergio rappresenta un personaggio "moderno" oserei dire, che infatti si è prodigato ad un appoggio reale e concreto.
In conclusione questo tuo "coraggioso" racconto è da premiare perchè tra le tante cose è la prima volta che leggo qui su Oggi Scrivo un racconto "diverso", l'aspetto psicologico è curato nei minimi dettagli, tu essendo una donna non ti è stato penso difficile immedesimarti nell'io narrante.
Bravissima Paola, al di là della mia concezione il tuo racconto è da cinque stelle!

In conclusione questo tuo "coraggioso" racconto è da premiare perchè tra le tante cose è la prima volta che leggo qui su Oggi Scrivo un racconto "diverso", l'aspetto psicologico è curato nei minimi dettagli, tu essendo una donna non ti è stato penso difficile immedesimarti nell'io narrante.
Bravissima Paola, al di là della mia concezione il tuo racconto è da cinque stelle!





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...mi "impressiona," poichè essendo completamente etero, mi è difficile appoggiare questa scelta non giudico nessuno, ognuno ha il libero arbitrio, però se devo ammettere che al contempo che il/la protagonista cambiando natura si è sentito/a finalmente se stesso, alla fin fine l'importante è essere felici. Il racconto comunque è narrato in maniera realistica, si menziona la società che non sempre è pronta ad accettare cambiamenti di questo calibro...


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Ciao Paola ho appena letto quest'ultimo tuo componimento, mi ha colpito perchè non immaginavo proprio dove poi sarebbe andato a parare.
Inizialmente credevo che La/Il protagonista si fosse operata riguardo qualcosa di serio, poi immaginai che si era rifatta chirurgicamente per poi scoprire che ella/egli aveva semplicemente cambiato sesso non prima di un complesso e accurati procedimenti legati a delle cure da seguire. Confesso (sai che sono sincero) che la tematica...
Inizialmente credevo che La/Il protagonista si fosse operata riguardo qualcosa di serio, poi immaginai che si era rifatta chirurgicamente per poi scoprire che ella/egli aveva semplicemente cambiato sesso non prima di un complesso e accurati procedimenti legati a delle cure da seguire. Confesso (sai che sono sincero) che la tematica...


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PAOLA...Bellissimo racconto, scritto in modo ineccepibile con particolari molto vicini alla realtà. Ho avuto la sensazione che la ragazza/zo che si è svegliato quel mattino,lo era già da tempo, prima dell'intervento "donna dentro". Cambiare sesso è stata una scelta personale per completare il suo vero sentirsi e presentarsi nella realtà dove tutti potevano vedere il suo nuovo stato ed accettarlo senza pregiudizi.Interessante, argomento nuovo per il genere trattato. Complimenti










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Paola ho letto con piacere la tua scrittura creativa e con emozione, tanto sei stata capace di rendere viva questa donna, che ha vissuto travagliata nella sua anima fino ad ora...ma ancora le aspetta un futuro forse incerto e doloroso, ma almeno sarà se stessa fino in fondo!!! Mi hai emozionato da farmi venire i brividi...non sto scherzando. Bravissima...un bacio grande e complimenti a te e a chiunque sia stato Marco.







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Un bel racconto, egregiamente scritto e molto scorrevole, arricchito da vocaboli forbiti e descritto centrando in modo impeccabile la tematica di fondo. Tantissimi complimenti Paola e lietissima serata.


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ebbene
oggi, finalmente, nn è più impossibile
ma credo che ci sia ancora tanta, troppa diffidenza verso coloro che "scelgono" di appropriarsi di un corpo che gli è sempre appartenuto.
ed è difficile, estremamente difficile perchè quello che prima ti appariva naturale, in un attimo, ti appare artefatto.
Paola, sei stata doppiamente brava perchè nn solo hai seguito la traccia, ma hai anche scritto di qualcosa nn comune, ma assolutamente realistico.
ottimo

oggi, finalmente, nn è più impossibile
ma credo che ci sia ancora tanta, troppa diffidenza verso coloro che "scelgono" di appropriarsi di un corpo che gli è sempre appartenuto.
ed è difficile, estremamente difficile perchè quello che prima ti appariva naturale, in un attimo, ti appare artefatto.
Paola, sei stata doppiamente brava perchè nn solo hai seguito la traccia, ma hai anche scritto di qualcosa nn comune, ma assolutamente realistico.
ottimo







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