Quello che è stato di me prima dei 7,8 anni non lo ricordo, è ormai calato nel mito; quello che ho fatto nel mezzo era quello che si doveva fare a quell’età. Ora si inizia a scegliere e nel gioco non esistono più checkpoints da cui ricominciare quando si sbaglia.
Non capita mai che, tornando in un posto in cui sono stato quando ero piccolo, esso mi appaia così com’era allora, mai. Era tutta un’altra cosa: quegli occhi mi permettevano di vedere ogni cosa come fantastica e unica, e non vedevo l’ora di scoprirla, di capire cosa c’era in fondo. Chissà dove li ho messi quegli occhi; non li trovo più.
Troppe cose mi sembrano scontate e banali adesso, forse anche perché ne scorgo la cinica logica che v’è dietro. Poche cose mi sorprendono purtroppo, e a volte più grande è l’aspettativa più profonda è la delusione.
Sono 20 anni che mi aggiro qui sopra, e non ho ancora scoperto cosa sto cercando. Ho pensato di fermarmi un po’ a ricordare, e di scrivere le quattro cose che ho combinato in tutto questo tempo, magari facendo così ci capisco qualcosa.
Le annoterò come capita; scriverò quello che mi passa per la mente quando mi passa per la mente. Quindi non preoccuparti se non trovi un filo conduttore, perché non l’ho trovato nemmeno io.
Non inizierò descrivendo come sono, probabilmente verrà fuori un po’ alla volta tra lo scorrere delle pagine, perché sinceramente non lo so neanche io; una volta penso una cosa, una volta un’altra, e spesso sono l’opposto; non riesco a rapprendermi in una forma di personalità.
Come si fa a dire chi siamo?
Credo sia sbagliato fingersi in schemi caratteriali e psicologici; come dire io sono così, così e così , nah, stronzate. Io oggi sono così, domani perderò qualcosa e ne troverò altre, è questa la verità. Solo poche cose perdurano.
Inizierò piuttosto dalle cose che so fare...
Voto: | su 0 votanti |
Nessun commento è presente