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AVRO' CURA DI TE

- Allora non mi fai entrare? Sei stata tu a chiamarmi.
La ragazza ebbe un attimo di esitazione, poi spalancò la porta.
- Certo, vieni. Scusa se ci ho messo un po’ ad aprire, è qualche tempo che ho la testa fra le nuvole.
- Non giustificarti. Piuttosto hai un faccino…da quand'è che non ti fai una bella dormita, intendo sette, otto ore di fila?
- Si vede così tanto? Ultimamente non riesco a riposare, ho sempre tanti pensieri e mi viene l’ansia anche di notte.
- Hai passato un brutto anno, è normale!
- E come lo sai?
- Me ne hai parlato, non ricordi?
- Hai ragione, forse sì.
Dalle persiane filtravano gli ultimi bagliori del giorno, proiettando sfumature porpora sulla credenza in noce della cucina.
- E’ stata dura, lo so. Prima la tua migliore amica, poi il tuo uomo. Le persone più importanti della tua vita ti hanno abbandonato: altri al posto tuo sarebbero crollati.
Gli occhi cerulei della donna cominciarono a nascondersi dietro un velo di lacrime.
- Adesso non fare così, prendi un fazzoletto. Non volevo farti piangere…
- Tranquilla, non è colpa tua -, disse la ragazza con un filo di voce che iniziava a tremare.
- Il fatto è che non so cosa ci sia di sbagliato in me, cerco sempre di comportarmi bene, di capire gli altri e questo è il risultato.
Le lacrime adesso scendevano copiose, mentre tirava su col naso, singhiozzando.
- Piangi, sfogati...tu trattieni sempre tutto! Ma non pensare che essere corretti nei confronti del mondo basti per evitare la sofferenza.
- Me ne sono accorta, prendi Patty -, continuò agitata la donna. – C’eravamo ritrovate dopo tanti anni, amiche dai tempi della scuola. E’ stata lei a telefonarmi, a voler riallacciare i fili di un rapporto mai interrotto. Almeno così credevo. Poi quando la nostra amicizia è tornata forte come quella di una volta…zac! E’ sparita, la chiamavo, non rispondeva, poi mi mandava messaggi inventando stupide scuse. Non sono riuscita a capire cosa le sia preso, probabilmente non le servivo più!
- Può essere…
- Grazie eh, per il supporto.
- Prego, era per sdrammatizzare. Non sai mai cosa frulla nella testa delle persone, i motivi possono essere tanti. Certo non la giustifico.
La ragazza prese a guardare fuori, oltre la ringhiera del terrazzino, con un’espressione cupa come il grigiore della coltre di nebbia che incombeva nella sera.
- A cosa pensi?
- Che lo amavo, più della mia vita. Avrei fatto di tutto per renderlo felice.
- Ti riferisci a Carlo, immagino.
- Sì, credevo che anche lui mi amasse, me lo ripeteva spesso. Era premuroso, attento nei miei confronti. Parlava di un futuro insieme, di mettere su famiglia.
- Può succedere che le cose non vadano come vorremmo e magari c’è stato un tempo in cui ti ha amato veramente.
- Ma io gli sono stata sempre vicina, soprattutto quando era giù di morale, ha avuto tutto il mio appoggio. Mentre a lui è bastata un’occhiata languida, una generosa scollatura da fargli perdere completamente la testa per quella lì, che è tutto il contrario di me: ho saputo che lo comanda a bacchetta.
- Beh, tipico!
- Oh, ma da che parte stai?
- La tua, lo sai. Ci conosciamo da sempre. Il fatto è che ti comporti da chioccia, ti fai in quattro per gli altri, cerchi di accontentare tutti, ma spesso perdi di vista te stessa, le tue esigenze, i tuoi desideri.
- Dici?
La donna si girò verso la sua interlocutrice, mostrando gli occhi arrossati e soffiando il naso.
- Il problema è che forse lo fai, oltre che per altruismo, anche per il bisogno di essere accettata. Confessalo, hai paura di restare sola, come quando da piccola facevi la brava per non sentir dire alla mamma che se ne sarebbe andata via di casa. Però adesso sei cresciuta, non sei più una bambina.
- Mi conosci bene…tu.
- E vorrei vedere. Sono la tua anima, mica robetta da niente. Anche se, devo dire, mi cerchi poco.
- Scusami, a volte ti ho persino cacciata.
- Aaah…fa niente! Tanto non ti libererai facilmente di me.
Da uno dei fornelli il vapore dell’acqua borbottava, salendo nella teiera.
- Attenta, che bolle. Ti stavi preparando un tè?
- No, in realtà pensavo di farmi una tisana allo zenzero.
- Dimenticavo che sei salutista. E va benissimo, riparti proprio da te, coccolati, amati e rispettati di più. Solo così verrai apprezzata per quello che sei veramente, non per la parte edulcorata che dai a vedere…Dimmi, da quant’è che non ti fai una sana litigata? Che non mandi a quel paese qualcuno?
- Ma guarda te! Però effettivamente è da un po’ che…
- Credimi, è quello che ti ci vuole ogni tanto e lascia andare il passato, Patty e Carlo sono state solamente due fermate del viaggio; saluta i ricordi e riprendi il tuo treno. Hai ricevuto dalla vita un grande dono, quello di “sentire” le persone e di entrare in sintonia con loro naturalmente, senza sforzo. Affidati alla vita, il tempo ti darà le risposte. E se lo farai, io avrò cura di te, sempre.


Il buio oramai avvolgeva le case e le strade col suo pesante manto, attenuando gli ultimi rumori della giornata. La ragazza pensò che finalmente quel silenzio non le faceva paura: si era resa conto infatti di non essere più sola.



Paola Salzano




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Opera scritta il 19/02/2019 - 16:47
Da PAOLA SALZANO
Letta n.1056 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti



Aldo Messina 20/02/2019 - 21:00

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Dico solo che hai scritto uno splendido racconto, letto molto volentieri. Brava Paola.

Antonio Girardi 20/02/2019 - 13:20

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Grazie Ernesto, per la lettura e le parole di apprezzamento

PAOLA SALZANO 20/02/2019 - 11:56

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Mi è molto piaciuto il tuo lavoro. La Cura dell'altro è tematica di grandi artisti.

Ernesto D'Onise 20/02/2019 - 10:50

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Ringrazio di cuore Mirella, Grazia, Millina, Laisa, Maria Isabel e Margherita.
E come simpaticamente ha ricordato Grazia, forse stanotte la super Luna ci ha ispirate...
Un grosso abbraccio a tutte

PAOLA SALZANO 20/02/2019 - 09:56

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Bellissimo!!! Io la chiamo la mia Dea interiore ...mi parla e ultimamente spesso ascolto!!!
Sei stata bravissima in questo dialogo diretto ed affascinante ...in fondo credo che il fascino interiore sia qualcosa di magico e sublime e ti riporta a te... camminiamo per incontrarci!!! Un abbraccio Paola e complimenti!

Margherita Pisano 20/02/2019 - 09:15

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Scusa se non ti faccio un commento lungo. Mi è piaciuto molto, dici cose sensate e sane. Brava!!!!

Maria Isabel Mendez 20/02/2019 - 00:34

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...l'anima
In fondo sono le parole che vorresti sentirti dire, sono quelle che arrivano all'improvviso, quando finalmente sei pronta per ascoltarle.
Paola, ottimo, entusiasmante, emozionante. Contenuto e forma da premio.
Sei fantastica

laisa azzurra 19/02/2019 - 21:32

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Molto bello questo racconto, istruttivo direi.
Se ognuno di noi si fermasse un attimo ad ascoltare le voci più nascoste, troppo spesso ignorate, riusciremmo ad amarci di più, a saper ripartire da ogni stop che la vita ci impone.
Ma tu questo lo racconti con una bellissima immagine: "...sono state due fermate del viaggio; saluta i ricordi e riprendo il tuo treno."
Ciao!

Millina Spina 19/02/2019 - 20:35

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...a tu per tu con l'anima che, a volte, lasciamo fuori dalla porta...ma lei sa passare anche da piccole crepe e ascoltarla è sempre positivo...
idea originale e il dialogo "tra amiche" è molto bello
Alla fine lei non ci tradisce mai...più facile che accada il contrario
Bravissima Paola
Un abbraccio grande come la luna di stasera!

Grazia Giuliani 19/02/2019 - 19:08

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PAOLA...BRAVISSIMA Vorrei che la mia anima fosse cosi eloquente. Ogni tanto un discorsetto come questo mi tirerebbe molto su. Piaciuto moltissimo il tuo racconto Ciao

mirella narducci 19/02/2019 - 18:56

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