Jacopo è fermo davanti a un negozio e non si decide a entrare. Persone ce ne sono, che camminano avanti e indietro, alle sue spalle. Lo sfiorano. E Jacopo sta fermo, tormentandosi le mani, le dita delle mani. Le dita dei piedi. Ciondola. Cosa deve comprare? Quasi non se ne ricorda.
Ma Jacopo, in realtà, non deve comprare nulla. Il negozio di libri che ha di fronte appartiene a sua madre, che non vede da trent’anni, persa nel tempo di un giorno qualsiasi. Aveva dodici anni quando una mattina, mentre la madre era in ospedale, suo padre , raccolte poche cose, lo prese per mano e lo portò lontano, in un Paese dove non parlavano la stessa lingua: gli disse solo che la mamma non voleva stare con loro e aveva scelto un’altra vita ma..era accanto a suo padre che viveva un’altra donna con due bambini piccoli.Gli ultimi ricordi erano di un immenso dolore da sopportare e di una febbre che lo colse e lo lasciò in coma per un mese. Al risveglio non ricordava quasi più nulla della vita precedente e ne cominciò una nuova con tanta fatica. Un po’ per la lingua e un po’ per quel vuoto che sentiva tormentarlo ogni giorno, si chiuse completamente in sé. Il primo anno fu terribile ma la scuola, gli scout, i giochi di bambino, poco alla volta riempirono di nuovo la vita: unica differenza era che lui non chiamava nessuno “mamma” perché la sua non lo voleva, non sapeva dove cercarla e aveva pochi ricordi di lei, quasi nulla!! A quarantadue anni Jacopo ha un lavoro tranquillo, non si è sposato, anche se ha lasciato la casa della famiglia del padre, preferendo vivere da solo ed, ora, è davanti alla porta di quel negozio, sudato fradicio, senza sapere che fare. Solo per un caso fortuito, qualche anno prima, aveva incontrato un amico da bambino, la cui madre era in contatto con la sua. Gli raccontò molte cose, dandogli l’indirizzo, ma soprattutto che anche lei lo aveva sempre cercato. Fu così che cominciarono i sogni, la notte, poco alla volta: un sorriso dolce, abbracci che abbracciavano tanto e baciavano tantissimo, mai più sentiti addosso, i giochi di lotta sul lettone, l’insegnare ad andare in bicicletta e a nuotare o ascoltare per ore lei che gli leggeva libri bellissimi. E poi c’erano dei nonni e uno zio che lo facevano ridere..Ovunque avesse bisogno, lei c’era..era lì, pronta a difenderlo come a rimproverarlo quando ne combinava qualcuna. Ma, allora, come poteva non averlo più voluto? Tutto quell’amore, per chi? C’era un mondo spezzato in due dentro Jacopo e non collimava. Quando decise di andare da lei non sapeva chi avrebbe trovato e ora, entrando dalla porta di quel negozio con le mani tremanti, sapeva avrebbe avuto tutte le risposte. Trent’anni sono tanti ma quando l’anziana signora si gira a guardarlo, gli occhi sono gli stessi di entrambi. Avrebbero avuto tanto tempo e lacrime per raccontarsi ma , ora, lei gli dice solo:”..finalmente sei tornato!! Nella mia vita mancava il libro più bello…quello di Jacopo!!”
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