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Simone

Dolce tesoro mio, come stai? Anche oggi ti ho cercata al telefono e tu non c'eri.
Volevo solo dirti che qui stiamo tutti bene, si lo so che fa strano sentirmelo dire, ma
per una volta è così. Non avrei mai osato sperare tanto per gente come noi, per gente che deve sudare più degli altri, per gente che la vita si diverte a spezzare come rami secchi.
Sabato mattina mi sono svegliato di soprassalto temendo di fare tardi a lavoro, Simone dormiva nel suo lettino, il respiro era lento e rilassato, il viso sereno come quello di chi sa di essere al sicuro, il sole filtrava tiepido attraverso la finestra della cucina ed illuminava il tavolo che abbiamo comprato in quello strano negozio al centro. Fu così che per la prima volta da quando te ne sei andata ho pensato di potercela fare, mentre bevevo il mio caffè appoggiato con la schiena al muro guardando nostro figlio, ho capito che ce l’avremmo fatta. Non so dirti come mai sia successo ma è successo ed è stato meraviglioso.
Ogni tanto mi chiede ancora di te ma ormai riconosco già la rassegnazione nei suoi occhi prima che io possa rispondergli con una nuova bugia. Lo vedo crescere ed arrendersi ogni giorno di più al fatto di non avere una mamma, nessuna guerra può essere combattuta in eterno, tutte finiscono con una resa e a quanto pare la vita sembra essere più dura di lui che invece è così piccolo. Avrei voluto fosse andata diversamente, davvero.
Sai, è strano ma alla fine di tutto non riesco neanche ad odiarti. Devo essere pazzo ma vorrei ancora poter sentire la tua voce, rivederti, capirti. Sarà forse perché grazie a te adesso ho Simone o perché mi hai restituito alla vita quando credevo di dover morire. Né amore né odio, solo il piacevole ricordo della parte più bella della mia vita trascorsa con te.
Certo che ne hai viste tante tu, le tue battaglie le hai combattute tutte da sola e per questo ti rispetto e credo fortemente che dietro questo tuo abbandono si nasconda un motivo ben preciso che magari prima o poi riuscirò a capire.
Volevo anche dirti che non permetterò che nessuno, chiunque o proprio tu ferisca nostro figlio. Non lascerò che anche lui si veda la vita spaccata in mille pezzi solo perché noi siamo stati costretti a trascorrere la nostra a raccoglierne i pezzi, non lascerò che il destino giochi con lui come fece con noi, Simone merita di meglio e io combatterò perché possa raggiungere i traguardi che noi non raggiungemmo mai.
Combatterò per lui finche sarà forte abbastanza da farlo da solo, combatterò e combatterò finche non ci sarà più nulla per cui combattere, io te lo giuro. Ed è proprio per questo che ora ti chiedo di non tornare, mai, non esiste più un futuro che possa tenere insieme tutti i pezzi di un passato ormai lontano e non potrai di certo inventarlo tu per qualcuno che non lo vuole. Non lascerò che la tua assenza lo ferisca per la seconda volta, come ti ho detto tu sei stata la parte più bella della mia vita ma lui, lui è la mia vita.
Non so dirti altro, spero davvero tu stia bene e che il destino abbia in serbo per te la tranquillità di cui hai bisogno. Non ci saranno altre telefonate, lettere o altro, quello che è stato per noi lo abbiamo già fatto. Ovunque tu sia, addio.



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Opera scritta il 21/01/2014 - 01:49
Da Simone Coriandoli
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