Era l’anno 1959, e per ragioni di lavoro di mio padre , tutta la mia famiglia
si trasferì da Portici a Caserta.
Di lì a qualche mese dovendo iniziare la quarta elementare mia madre mi iscrisse all’istituto di suore, sito al centro di S. Nicola La Strada.
Tutta tirata ed infiocchettata nel mo grembiulino nero e colletto bianco, la mattina del primo di ottobre, la mamma mi consegnò a suor Michelina, quella che sarebbe stata la mia maestra per l’intero anno scolastico.
La suora dopo avermi presentata a tutta la classe, mi ordinò di sedermi in un banco
( in quel periodo erano ancora quelli di legno con il buco in cui si inseriva il calamaio ), accanto ad una bambina, alta per la sua età, con i capelli color dell’ebano e due occhietti vispi e simpatici.
Dopo qualche minuto d’imbarazzo, ci guardammo negli occhi, ed entrambe pensammo che sarebbe stata cosa giusta presentarci, e così facemmo.
si trasferì da Portici a Caserta.
Di lì a qualche mese dovendo iniziare la quarta elementare mia madre mi iscrisse all’istituto di suore, sito al centro di S. Nicola La Strada.
Tutta tirata ed infiocchettata nel mo grembiulino nero e colletto bianco, la mattina del primo di ottobre, la mamma mi consegnò a suor Michelina, quella che sarebbe stata la mia maestra per l’intero anno scolastico.
La suora dopo avermi presentata a tutta la classe, mi ordinò di sedermi in un banco
( in quel periodo erano ancora quelli di legno con il buco in cui si inseriva il calamaio ), accanto ad una bambina, alta per la sua età, con i capelli color dell’ebano e due occhietti vispi e simpatici.
Dopo qualche minuto d’imbarazzo, ci guardammo negli occhi, ed entrambe pensammo che sarebbe stata cosa giusta presentarci, e così facemmo.
-- Ciao, come ti chiami ? …mi chiese.
-- Scardino e tu ? Risposi io.
-- No, ma forse ti sbagli, tu sei femmina e quindi ti chiami Scardina non Scardino.
Vedi…io essendo femmina mi chiamo Veccia!
Rimasi per un attimo sconcertata, praticamente con i pensieri che litigavano tra loro,
ma non ebbi il coraggio di risponderle.
Ovviamente quando tornai a casa raccontai la cosa a mia madre, che dopo aver riso mi rassicurò, dandomi anche l’ovvia spiegazione.
Dal quel giorno, passando per tutte le vicissitudini della vita, non ci siamo mai perse di vista, tanto è, che quest’anno festeggeremo i nostri sessant’anni di amicizia.
Opera scritta il 24/09/2019 - 13:40
Letta n.863 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Piacciono"
Margherita Pisano 25/09/2019 - 20:23
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L'amicizia e la tenerezza del tuo racconto mi hanno regalato momenti soavi. Mi piacciano i bei ricordi d'infanzia e i particolari vissuti. Grazie
Margherita Pisano 25/09/2019 - 20:22
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Bel racconto genuino che tra l'altro ha una sua riflessione. Certe persone ti cambiano la vita, ti lasciano qualcosa dentro, e di sicuro insegnano anche qualcosa di importante ovvero il valore nonchè il concetto dell'amicizia.
Comunque, il tuo scritto è la prova tangibile che i testi autobiografici esercitano sempre un certo fascino su di me. Certo, è bello leggere di storie fantastiche e vagare con la mente in mondi immaginari. Ma le storie vere, come ripeto hanno decisamente una marcia in più. Sai che è una cosa che è successa per davvero, che ha avuto dei risvolti e delle conseguenze nel mondo reale e nel corso dell'esistenza. Ovviamente non basta che una storia sia vera, bisogna saperla raccontare. E tu l'hai saputa raccontare aprendo cuore e anima.
La "Veccia" diventa tua amica, e magari umoristicamente ti potrebbe dire:
"Ecco, ora sono Veccia veramente!" :D
Brava Santa, leggerti anche attraverso la prosa è soddisfacente. E non solo.
Alla prossima!!!
Comunque, il tuo scritto è la prova tangibile che i testi autobiografici esercitano sempre un certo fascino su di me. Certo, è bello leggere di storie fantastiche e vagare con la mente in mondi immaginari. Ma le storie vere, come ripeto hanno decisamente una marcia in più. Sai che è una cosa che è successa per davvero, che ha avuto dei risvolti e delle conseguenze nel mondo reale e nel corso dell'esistenza. Ovviamente non basta che una storia sia vera, bisogna saperla raccontare. E tu l'hai saputa raccontare aprendo cuore e anima.
La "Veccia" diventa tua amica, e magari umoristicamente ti potrebbe dire:
"Ecco, ora sono Veccia veramente!" :D
Brava Santa, leggerti anche attraverso la prosa è soddisfacente. E non solo.
Alla prossima!!!
Giuseppe Scilipoti 25/09/2019 - 15:13
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Scardina
Ma sai che i tuoi racconti sono talmente nobili e genuino, da essere "splendidi"...
Complimenti Scardina
...e grazie a te
Ma sai che i tuoi racconti sono talmente nobili e genuino, da essere "splendidi"...
Complimenti Scardina
...e grazie a te
laisa azzurra 25/09/2019 - 10:23
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L'innocenza risalta nella memoria
d'un bel racconto.
complimenti..
d'un bel racconto.
complimenti..
Salvatore Rastelli 25/09/2019 - 08:10
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Quei pensieri che litigavano tra loro me li hai fatti percepire tutti... come mi è giunto appieno tutto il bello della vostra amicizia.
Un caro abbraccio Scardina
Un caro abbraccio Scardina
Mirko (MastroPoeta) 25/09/2019 - 06:42
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Bel racconto Scardina È tempo di scuola. E nascono amicizie durature se si é puri di cuore
Ernesto D'Onise 25/09/2019 - 00:14
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Racconto delicato direi quasi puro dal quale traspare la bellezza di un sentimento nato tra i banchi...certe cose non si dimenticano...
Bravissima Santa
Bravissima Santa
Grazia Giuliani 24/09/2019 - 21:04
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Mi piacciono molto queste piccole perle di saggezza autobiografica, storie di grandi amicizie. Ho perso proprio ieri un amico che amavo da 44 anni...ciao.
Giacomo C. Collins 24/09/2019 - 20:50
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Bel racconto scritto con tanta sensibilità .
Antonio Girardi 24/09/2019 - 19:43
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