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Il conto

“Mah...avevamo chiesto il conto?” Asia rimase interdetta.


Era certa che quel gesto non provenisse da lei anche se nel suo profondo, in quella zona di memoria che aveva provato più e più volte a reprimere, avvertì un presentimento.


“Stupida” pensò.


Era la prima che avrebbe dovuto immaginarselo eppure aveva anche lei fatto finta di non saperlo. Il conto arriva sempre, anche se non lo chiedi.


Il conto, in certe questioni poi, non si riesce nemmeno a quantificare a priori, specialmente quando si ha a che fare con la Natura.


La Natura va a consuntivo. Non è che abbia un listino predeterminato.


Tu fai qualcosa per lei e lei paga. Tu prendi qualcosa da lei e tu paghi.


La merce di scambio, però, non la si decide. Quello è affar suo.


Spesso è pure generosa, la Natura, rateizza. Paghi poco alla volta così non te ne accorgi.
Poi arriva la super rata finale e tu, che non sei un risparmiatore, facilmente rimani in mutande.


Asia lo sapeva. Era la più saggia. E ora sapeva anche di essere stupida. Si era fatta affascinare da qualcosa che non conosceva come se questi fosse migliore di lei.


Arriva una giovane, diciamo di 500 anni circa e ti dice di aver capito tutto, di avere la formula della felicità, il futuro in mano, arriva baldanzosa, piena di sé. Sicura. Tu che sei plurimillenaria con tantissima esperienza dalla quale hai capito quanto sia importante mettersi sempre in discussione, la ascolti e ti fai affascinare.


Stravolgi tutto in nome del nuovo e apri le porte all'occidentalizzazione globale del mondo.
E già la parola globale è di per sé preludio di squilibrio.
Ti presti ad un gioco che non è il tuo, confondi la destra con la sinistra, mischi le carte e condanni per sempre la diversità.
Stracci la tua millenaria cultura mentre conti banconote di una neonata nazione che della propria incredibile e meravigliosa storia ha fatto terra bruciata relegandola in alcune riserve per Apache e Sioux.

Avresti potuto dare retta alla tua parte saggia, che in quanto saggia però è anche fin troppo silenziosa e meravigliosamente debole e invece ti sei scoperta stupida e avida a rincorrere le regole di una giovane con chiari disturbi cognitivi.


Ma forse non potevi fare altro!
Anche se la polvere da sparo era molto più bella nei fuochi d'artificio.


Si chiama Effetto Dunning-Kruger e l'America ne è il classico esempio.


L'effetto Dunning-Kruger si può riassumere così: Un individuo poco esperto tende sempre a sopravvalutarsi giudicando a torto, le proprie abilità come superiori alla media.


Sei poi è psicopatico il conto è salato!


Un conto che dividiamo tutti. In Natura si fa alla Romana! Chè almeno in questa lotta tra Occidente e Oriente noi europei, che siamo in mezzo, ignavi e molto paraculo, si possa almeno partecipare con i modi di dire.
Per altre cose abbiamo partecipato in passato, ma poi son cose che ci hanno portato a scoprirla davvero, l'America, e allora abbiamo capito che forse avremmo fatto meglio a tornarcene buoni buoni al nostro posto, fischiettando in attesa del disastro della giovane, forte, troppo forte, bella e cognitivamente disturbata.
Noi europei siamo stati l'America di un tempo andato e non è che abbiamo fatto tanto meglio, anzi lanciando il sasso e togliendo la mano ne siamo miccia o detonatore.
Sicuramente abbiamo salvaguardato la buona tavola e l'arte.
Ci salva solo il Rinascimento, forse, partecipando alla raccolta punti, è stato il periodo in cui abbiamo incassato il premio.
Ma i premi, si sa, rendono ingordi e anche presuntuosi.


La Natura ama le forze deboli.
Poiché sono le forze deboli che cambiano il mondo.
La Natura ama le forze deboli, e per quelle paga molto bene.


All'inizio pagò con la vita: la nostra.
Donandocela.
Giocando con le forze deboli ne scoprì una debolissima che dava all'acqua caratteristiche straordinarie che avrebbero permesso alla vita di evolversi nel fondo dei mari e dei laghi.


Qualcuno poi le chiamò Forze di Van der Waals, per legare il proprio Ego a qualcosa che era della Natura ma che per primo aveva scoperto.


L'Ego quella caratteristica umana senza la quale avremmo un conto molto meno salato. E che è inutile combattere, fa parte di noi. Andrebbe un po' domato oppure sedato.


L'acqua che è lei stessa il sinonimo e unico mattone indispensabile per definire ciò che è vivo si avvalse di una forza debole per donare la vita.


Siamo figli di una forza debole in un ambiente dove la debolezza crea bellezze inimmaginabili e la forza dirompente, invece, solo distruzione e conti salatissimi.


In India si dice che l'evoluzione della Terra sia divisa in quattro ere: Oro, Argento, Bronzo e Ferro.


Si susseguono, durando ciascuna migliaia di anni, caratterizzate rispettivamente da Armonia col divino, Capacità di annullare il tempo, Capacità di annulare lo spazio e infine Prevalenza di Ignoranza e Materialismo.


Dovremmo essere alla fine di quest'ultima, secondo i calcoli, L'era del Ferro Ignorante e materialista.


Siamo alla fine ma per qualche centinaia d'anni intendo.
Giusto giusto per pagare il conto.


Per cui gioite non tutto è perduto, pagate il conto, siate forze deboli, cambiate il mondo e se potete salvaguardate le api che altrimenti il conto diventa un conto alla rovescia.



mf




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Opera scritta il 05/10/2020 - 19:58
Da Michele Facchini
Letta n.615 volte.
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Commenti


Tutta l’umanità pagherà il conto(non solo l’Asia), anzi lo sta già pagando. La natura a volte porta il conto tardi, ma non fa sconti e vincerà sempre.
Condivido la tua tragica sensibilità su questo argomento. Penso che sia difficile uscirne, forse è già troppo tardi.

Anna Maria Foglia 06/10/2020 - 07:47

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