Piove sul bosco d’inverno,
su fieri castagni e felci vibranti.
S’inondano viottoli
arterie di linfa vitale e irruente
graffiate da ricci e nidi caduti.
Pupille di sassi lavati
accese da intricati lampeggi
prima che il rombo pervada
l’armonico tutto del cielo.
su fieri castagni e felci vibranti.
S’inondano viottoli
arterie di linfa vitale e irruente
graffiate da ricci e nidi caduti.
Pupille di sassi lavati
accese da intricati lampeggi
prima che il rombo pervada
l’armonico tutto del cielo.
Piove su noi, vaganti nel monte,
purezza d’incognito e antico
su ripide coste e pietraie 
lontano dal mondo che a valle
accoglie quel fango pulsante
flusso di seme ancestrale. 
Viviamo qui l’origine e il fine,
attraverso il respiro fremente
straniamo in terra e in pianta
di eucaristia naturale
che scende e dilava potente
incrudite miserie nascoste. 
La pioggia, ormai fine, si apre 
su infinitesime lacrime 
e concede, con squarcio di sole, 
perdono di un bosco d’inverno.
Opera scritta il 10/02/2021 - 13:53Da Eriot Toire 
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