è come se sentissi un soffio di vento,
ad esso sono attratte le mie dita,
come fa il ferro con la calamita.
Mi avvicino con compostezza,
spinto da una certa naturalezza,
lo apro e intravedo la tastiera,
accecato dai tasti servirebbe una visiera.
Il profumo di ebano arriva al mio olfatto,
e dall'odore vengo preso di soppiatto.
Ci son più tasti di un'astronave,
ora non mi sposterei neanche se cadesse una trave.
Pollice , medio e mignolo suonano i primi accordi,
e con essi affiorano mille ricordi,
Ora alla vista e all'olfatto si aggiunge l'udito,
il quale anch'esso appare stordito.
Sembro seduto su uno sgabello,
ma viaggio nel cielo come un uccello,
le dita scorrono ormai veloci,
le corde vibrano in armonia come buoni soci.
Ormai anche il tatto appare sopraffatto,
sul piano mi muovo come un gatto,
tra tasti bianchi e tasti neri,
nella testa ormai non ho più pensieri.
Solo il gusto non sono riuscito ancora a soddisfare,
ma di certo questo pianoforte non lo potrò mica mangiare!
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