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Tu che preghi

Tu che preghi coi ginocchi piagati nell’abisso
lasciami toccare il tuo dolore,
lascia che entri nei tuoi pianti;
solo le parole potranno asciugarti
almeno una lacrima.
Ma tu taci,
non mi guardi,
mi sento cera uccisa dalla pioggia
e mare che non tocca riva.
Come tremano le mani,
timide si stringono al petto;
sembrano nascondersi da tutta la luce
che adesso ti sfiora.
Non guardi il sole che ti siede accanto
ma biascichi parole scordate al vento
che adesso si fa più freddo.
I lividi sono come dardi incastonati nell’anima,
rimangono sempre accanto al cuore,
sono frasi sillabate nell’eco di notte.
Vorrei prenderti per mano,
attraversare i prati come quando eri bambina;
come quando avevi i segni dell’amore
pennellati sulle guance.
Ma tutto è cenere
ed io sono nulla davanti a questa tua croce.



Attraverso gli occhi tuoi muoio
spezzato nel respiro
come albero disfatto nella tempesta.




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Opera scritta il 17/07/2014 - 04:28
Da LUCA SANTO
Letta n.978 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


grazie Intreccio

LUCA SANTO 22/07/2014 - 04:43

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Molto intensa e sentita,arriva al cuore,Bravo!

Intreccio 2 18/07/2014 - 07:21

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grazie di cuore

LUCA SANTO 18/07/2014 - 05:46

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Non si può farsi carico del dolore di un altro. Ognuno ha la sua croce... Molto sentita.

Selena T. 17/07/2014 - 15:28

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bellissima.. complimenti.

Ayesha Catalano 17/07/2014 - 13:40

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Poesia struggente... mi ha toccato il cuore.
Bellissima.

Paola Collura 17/07/2014 - 08:10

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