La stanza brulica di fumi d’incenso
sono sfinito
mentre un occhio resta semiaperto
sull’ennesimo libro di Freud
I chiarori dell’alba iniziano a vestirsi
le stelle cominciano a spostarsi per fare posto al sole
che ridarà riposo alla luna
che fino adesso mi è stata amica
Le tendine rabbrividiscono ai primi fremiti dell’alba
ma tutto tace ancora
tutto è stretto nel proprio mondo irreale
Solo io accarezzo adesso
il canto del primo passero
lanciato alla notte appena finita
Mi alzo e allo specchio è tutto insolito
rassomiglio al fantoccio del nuovo shop
che non sa in quale tempo e luogo sia
ma rimane fisso e appassito
vestendo l’ennesimo abito di una vetrina cara
Stiamo contemplando lo stesso cielo tu ed io
o forse la notte ha stupito solo me?
Comincia il brulichio della gente
le prime donne indaffarate
i primi doppiopetto puliti e famelici
Un bimbo piange per l’ultimo incubo della notte
un altro chiede al proprio angelo
di non esser interrogato a scuola
Tutto questo mondo
che fino a pochi istanti fa
si nascondeva sotto trapunte e lenzuola
adesso torna a recitare la sua parte
Ed io
seduto allo scrittoio
contemplo la notte
che muterà la staticità dei miei timori
mentre pezzi di carta
con la brezza
si disseminano
come le ere dei miei giorni
sono sfinito
mentre un occhio resta semiaperto
sull’ennesimo libro di Freud
I chiarori dell’alba iniziano a vestirsi
le stelle cominciano a spostarsi per fare posto al sole
che ridarà riposo alla luna
che fino adesso mi è stata amica
Le tendine rabbrividiscono ai primi fremiti dell’alba
ma tutto tace ancora
tutto è stretto nel proprio mondo irreale
Solo io accarezzo adesso
il canto del primo passero
lanciato alla notte appena finita
Mi alzo e allo specchio è tutto insolito
rassomiglio al fantoccio del nuovo shop
che non sa in quale tempo e luogo sia
ma rimane fisso e appassito
vestendo l’ennesimo abito di una vetrina cara
Stiamo contemplando lo stesso cielo tu ed io
o forse la notte ha stupito solo me?
Comincia il brulichio della gente
le prime donne indaffarate
i primi doppiopetto puliti e famelici
Un bimbo piange per l’ultimo incubo della notte
un altro chiede al proprio angelo
di non esser interrogato a scuola
Tutto questo mondo
che fino a pochi istanti fa
si nascondeva sotto trapunte e lenzuola
adesso torna a recitare la sua parte
Ed io
seduto allo scrittoio
contemplo la notte
che muterà la staticità dei miei timori
mentre pezzi di carta
con la brezza
si disseminano
come le ere dei miei giorni
Opera scritta il 10/08/2014 - 04:19
Da LUCA SANTO
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