Adamo ed Eva
Paradiso, anno Zero. Non è ancora passato un anno dalla creazione del Paradiso terrestre, che già si respira un clima di guerra; senza armi, ma guerra a tutti gli effetti.
Dio, che per tenersi fuori dalle questioni relative alle piccole beghe commerciali aveva mandato un suo plenipotenziario, Giove, a gestire quell'angolo di naturale bellezza, si stava impegnando a costruire mondi un po' in tutto l'universo, e si accontentava di avere un resoconto annuale dell'andamento di quel luogo incantevole.
Giove, scoglionato per l'inattività, aveva messo gli occhi su una certa Eva, una sbarbina tutte curve che faceva l'ochetta con tutti. Che poi, quei tutti, erano Adamo, un baldo giovane un po' pirla e molto mona, Giove e il suo inserviente Marte, tipo alquanto focoso che vedeva solo sesso e guerra, e Satana, detto diavolicchio per il motivo che si capirà.
Il Paradiso terrestre era un luogo ricco di ogni ben di Dio( per l'appunto) e quindi anche della frutta e verdura, che non aveva rivali in tutta la galassia.
Questi personaggi vivevano di frizzi e lazzi, di fake news, di pettegolezzi e sgambetti di ogni sorta. Per esempio, quando Satana decise di farsi Eva, visto che ogni tre per due la sentiva gemere di piacere nella sua capanna, sapendo però che era sola soletta, dal momento che Giove, Adamo e Marte se ne stavano a giocare a Terziglio tutto il santo giorno, ideò una strategia vincente aprendo un chiosco di frutta e verdura.
Al suo banco si fermava sempre più spesso questa Eva, che chiedeva consigli su come cucinare ad Adamo piatti che gli risvegliassero i più che naturali istinti sessuali.
Va detto che Adamo era un uomo incerto tra il sorriso e il pianto, insomma non si decideva ad approdare su una delle due sponde: quella di Eva, oppure quella di Marte, ma all'occasione andava bene pure quel panzone di Giove, che i romani chiamavano Piotta per i suoi cento chili di lardo.
Eva era pure triste, dal momento che quando chiedeva ad Adamo di dedicarle una canzone d'amore, visto che l'uomo era un bravo cantautore e suonava bene la chitarra, ma non quella di Eva, sia ben chiaro, lui si impantanava, si incartava in versi poco trombarecci , anzi alquanto ambigui per la povera Eva.
E così le toccava sentire il primo e unico uomo della sua vita canticchiare:
“ Non sei tu, quella dei miei sogni, l'Angelo blu sempre sorridente ...”
Eva, imbufalita, chiedeva spiegazioni, e siccome Adamo era talmente svelto nell'inventare canzoni, gliene dedicava un'altra. Ma, purtroppo, le cose andavano peggiorando. Adamo, suonando la sua chitarra, la sua non quella di Eva, titillava le corde sbagliate e se ne usciva con trovate musicali da finocchio, una verdura che vendeva solo Giove e di certo non Satana. Ah già, dimenticavo che anche Giove era entrato in concorrenza ed aveva aperto un chiosco di frutta e verdura.
Dopo “Non sei tu quella dei miei sogni”, ecco Adamo andare di male in peggio, e cantare beato come un eunuco:
“ Ma su non mi tenere il broncio
non farmi quelli occhi furibondi
si l'avrai la tua rivincita
sarai la mia ultima canzone”
Eva era disperata. Allora Satana, da furbo, le consigliò un prodotto ibrido inventato da lui medesimo: un incrocio tra un peperone e la polvere da sparo, che una volta innescata faceva vedere le stelle e ne tirava più che una mandria di buoi. Lo chiamò diavolicchio, in suo onore.
Eva, resasi persuasa della bontà del prodotto, inviò Adamo a parlare con Satana e farsi spiegare cos'era questo diavolicchio, come si usasse e quali erano le dosi ottimali per un recidivo in fatto di sesso, qual era lui giustappunto.
« Senti giovanotto » , esordì Satana rivolgendosi ad Adamo, « tu finora quante ne hai coperte di femmine, nella tua vita? »
« E che sei scemo, Satana?...quante vuoi che siano, niuna...c'è una sola femmina, Eva, e non l'ho mai cuverta »
Satana si mostrò comprensivo e, dopo aver pensato a lungo, disse:
« Senti Adamo, tu questo peccato lo devi provare...è meglio che il gelato al cioccolato. »
« Furbo lui...ma se non mi riesce punto di intingere il biscotto, che devo fa? »
« Alt... e perché mai non ti riesce? Ricorda che nel Paradiso terrestre c'è un detto che nessuno può contestare, e riguarda il mattarellum, o randellum che dir si voglia »
« E che dice mai codesto detto? »
« Ricorda Adamo...non lungo che tocchi, non grosso che turi, ma duro che duri è il “cactus” coi fiocchi ! »
« Lo sapevo...li mortacci »
« Perché lo sapevi?...che c'è che non va?... »
« Per essere grosso gli è grosso abbastanza, lungo poi è sopra la media, anche perché non ho concorrenti... ma è moscio come un cipollotto appassito, ecco che c'è! »
Al che Satana si mette a fare capriole di gioia, e annuncia:
« Adamo. Ho il prodotto per te. Si chiama diavolicchio, e lo fa rizzare ad un morto... »
Poi, tornando pensieroso, aggiunge:
« Occhio però...il buon Dio mi ha proibito di vendere questa che lui considera una droga sessuale.
Per dartela dobbiamo escogitare uno stratagemma. »
« E quale sarebbe? »
« La deve cogliere Eva, anzi me la deve rubare, così nessuno sospetterà. La vedi quella piccola pianta con quelle bacche lunghe e rosse a forma di cornetto? Quella vicina all'albero di mele...»
« Sì, la vedo... »
« Ecco, fai venire Eva...le spiegherò cosa deve fare »
Ora c'è da dire, intanto che Eva si sta cambiando d'abito...ah già che non aveva vestiti, insomma si cambiava la foglia...che Dio aveva punito un esaltato di origini Inglesi, un certo Pent che si faceva chiamare Sir , insomma Sir Pent, trasformandolo in un essere viscido e strisciante, un rettile che aveva la proprietà di avvolgersi intorno ai ramoscelli delle piante. Bene, Satana intendeva sfruttare il fatto che Sir Pent cercava in tutti i modi di vendere le mele dell'albero sul quale viveva, di proprietà del suo concorrente Giove.
« Quando Sir Pent ti dirà: cogli la mela, cogli la prima mela, e non ti pentirai..., sappi che non è Branduardi, è il serpente al soldo di Giove. Tu fingi di coglierla, e invece, di nascosto, cogli una manciata di diavolicchio »
Così fece esattamente Eva. Colse una decina di diavolicchi, e li portò ad Adamo. Costui li trangugiò, e in attesa che facessero effetto si accorse che il cipollotto restava moscio, ma in compenso aveva un bruciaculo fuori norma.
Tornò da Satana, ma non ebbe soddisfazione. Quando gli disse che aveva il culo in fiamme, Satana sentenziò:
« Io mi occupo di tutt'altre faccende. Per il bruciore al culo devi rivolgerti a Marte. Lui sa cosa fare... »
Adamo andò dal focoso dio della guerra, e così lo prese in quel posto due volte: la prima da Marte, e non in senso figurato, e la seconda che fu cacciato insieme ad Eva dal Paradiso terrestre.
Dio, che per tenersi fuori dalle questioni relative alle piccole beghe commerciali aveva mandato un suo plenipotenziario, Giove, a gestire quell'angolo di naturale bellezza, si stava impegnando a costruire mondi un po' in tutto l'universo, e si accontentava di avere un resoconto annuale dell'andamento di quel luogo incantevole.
Giove, scoglionato per l'inattività, aveva messo gli occhi su una certa Eva, una sbarbina tutte curve che faceva l'ochetta con tutti. Che poi, quei tutti, erano Adamo, un baldo giovane un po' pirla e molto mona, Giove e il suo inserviente Marte, tipo alquanto focoso che vedeva solo sesso e guerra, e Satana, detto diavolicchio per il motivo che si capirà.
Il Paradiso terrestre era un luogo ricco di ogni ben di Dio( per l'appunto) e quindi anche della frutta e verdura, che non aveva rivali in tutta la galassia.
Questi personaggi vivevano di frizzi e lazzi, di fake news, di pettegolezzi e sgambetti di ogni sorta. Per esempio, quando Satana decise di farsi Eva, visto che ogni tre per due la sentiva gemere di piacere nella sua capanna, sapendo però che era sola soletta, dal momento che Giove, Adamo e Marte se ne stavano a giocare a Terziglio tutto il santo giorno, ideò una strategia vincente aprendo un chiosco di frutta e verdura.
Al suo banco si fermava sempre più spesso questa Eva, che chiedeva consigli su come cucinare ad Adamo piatti che gli risvegliassero i più che naturali istinti sessuali.
Va detto che Adamo era un uomo incerto tra il sorriso e il pianto, insomma non si decideva ad approdare su una delle due sponde: quella di Eva, oppure quella di Marte, ma all'occasione andava bene pure quel panzone di Giove, che i romani chiamavano Piotta per i suoi cento chili di lardo.
Eva era pure triste, dal momento che quando chiedeva ad Adamo di dedicarle una canzone d'amore, visto che l'uomo era un bravo cantautore e suonava bene la chitarra, ma non quella di Eva, sia ben chiaro, lui si impantanava, si incartava in versi poco trombarecci , anzi alquanto ambigui per la povera Eva.
E così le toccava sentire il primo e unico uomo della sua vita canticchiare:
“ Non sei tu, quella dei miei sogni, l'Angelo blu sempre sorridente ...”
Eva, imbufalita, chiedeva spiegazioni, e siccome Adamo era talmente svelto nell'inventare canzoni, gliene dedicava un'altra. Ma, purtroppo, le cose andavano peggiorando. Adamo, suonando la sua chitarra, la sua non quella di Eva, titillava le corde sbagliate e se ne usciva con trovate musicali da finocchio, una verdura che vendeva solo Giove e di certo non Satana. Ah già, dimenticavo che anche Giove era entrato in concorrenza ed aveva aperto un chiosco di frutta e verdura.
Dopo “Non sei tu quella dei miei sogni”, ecco Adamo andare di male in peggio, e cantare beato come un eunuco:
“ Ma su non mi tenere il broncio
non farmi quelli occhi furibondi
si l'avrai la tua rivincita
sarai la mia ultima canzone”
Eva era disperata. Allora Satana, da furbo, le consigliò un prodotto ibrido inventato da lui medesimo: un incrocio tra un peperone e la polvere da sparo, che una volta innescata faceva vedere le stelle e ne tirava più che una mandria di buoi. Lo chiamò diavolicchio, in suo onore.
Eva, resasi persuasa della bontà del prodotto, inviò Adamo a parlare con Satana e farsi spiegare cos'era questo diavolicchio, come si usasse e quali erano le dosi ottimali per un recidivo in fatto di sesso, qual era lui giustappunto.
« Senti giovanotto » , esordì Satana rivolgendosi ad Adamo, « tu finora quante ne hai coperte di femmine, nella tua vita? »
« E che sei scemo, Satana?...quante vuoi che siano, niuna...c'è una sola femmina, Eva, e non l'ho mai cuverta »
Satana si mostrò comprensivo e, dopo aver pensato a lungo, disse:
« Senti Adamo, tu questo peccato lo devi provare...è meglio che il gelato al cioccolato. »
« Furbo lui...ma se non mi riesce punto di intingere il biscotto, che devo fa? »
« Alt... e perché mai non ti riesce? Ricorda che nel Paradiso terrestre c'è un detto che nessuno può contestare, e riguarda il mattarellum, o randellum che dir si voglia »
« E che dice mai codesto detto? »
« Ricorda Adamo...non lungo che tocchi, non grosso che turi, ma duro che duri è il “cactus” coi fiocchi ! »
« Lo sapevo...li mortacci »
« Perché lo sapevi?...che c'è che non va?... »
« Per essere grosso gli è grosso abbastanza, lungo poi è sopra la media, anche perché non ho concorrenti... ma è moscio come un cipollotto appassito, ecco che c'è! »
Al che Satana si mette a fare capriole di gioia, e annuncia:
« Adamo. Ho il prodotto per te. Si chiama diavolicchio, e lo fa rizzare ad un morto... »
Poi, tornando pensieroso, aggiunge:
« Occhio però...il buon Dio mi ha proibito di vendere questa che lui considera una droga sessuale.
Per dartela dobbiamo escogitare uno stratagemma. »
« E quale sarebbe? »
« La deve cogliere Eva, anzi me la deve rubare, così nessuno sospetterà. La vedi quella piccola pianta con quelle bacche lunghe e rosse a forma di cornetto? Quella vicina all'albero di mele...»
« Sì, la vedo... »
« Ecco, fai venire Eva...le spiegherò cosa deve fare »
Ora c'è da dire, intanto che Eva si sta cambiando d'abito...ah già che non aveva vestiti, insomma si cambiava la foglia...che Dio aveva punito un esaltato di origini Inglesi, un certo Pent che si faceva chiamare Sir , insomma Sir Pent, trasformandolo in un essere viscido e strisciante, un rettile che aveva la proprietà di avvolgersi intorno ai ramoscelli delle piante. Bene, Satana intendeva sfruttare il fatto che Sir Pent cercava in tutti i modi di vendere le mele dell'albero sul quale viveva, di proprietà del suo concorrente Giove.
« Quando Sir Pent ti dirà: cogli la mela, cogli la prima mela, e non ti pentirai..., sappi che non è Branduardi, è il serpente al soldo di Giove. Tu fingi di coglierla, e invece, di nascosto, cogli una manciata di diavolicchio »
Così fece esattamente Eva. Colse una decina di diavolicchi, e li portò ad Adamo. Costui li trangugiò, e in attesa che facessero effetto si accorse che il cipollotto restava moscio, ma in compenso aveva un bruciaculo fuori norma.
Tornò da Satana, ma non ebbe soddisfazione. Quando gli disse che aveva il culo in fiamme, Satana sentenziò:
« Io mi occupo di tutt'altre faccende. Per il bruciore al culo devi rivolgerti a Marte. Lui sa cosa fare... »
Adamo andò dal focoso dio della guerra, e così lo prese in quel posto due volte: la prima da Marte, e non in senso figurato, e la seconda che fu cacciato insieme ad Eva dal Paradiso terrestre.
...dalla raccolta: Racconti Satirici
Opera scritta il 15/11/2023 - 13:41
Da Mino Colosio
Letta n.1476 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Gran lavoro in questo tuo, come sempre, ottimo testo.
Mirko D. Mastro 16/11/2023 - 08:10
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Un bel potpourri satirico.
Maria Luisa Bandiera 15/11/2023 - 16:09
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