La donna alla finestra e la dama oscura
Un giorno nel periodo di Natale, mentre si trovava alla sua solita finestra, la donna udì una voce che chiamava il suo nome. Sembrava provenire dall’antico bosco ai margini del villaggio, luogo in cui la ragazza non era più stata da quando era bambina. Incuriosita e stanca di starsene lì ad aspettare, uscì e si diresse al bosco. Gli alberi secolari sembravano alquanto minacciosi, rivestiti di neve e incombenti su di lei. Per un momento pensò di tornare sui suoi passi, ma quando udì la voce chiamarla di nuovo non resisté. Si fece coraggio e si avventurò tra gli imponenti abeti.
Dopo aver camminato a lungo, cominciò a preoccuparsi di essersi persa. Si disperò e pensò di essere stata una stupida a dirigersi lì. Improvvisamente però notò un abete più piccolo degli altri, privo di neve, addobbato come un albero di Natale. Luci color vermiglio e avorio ornate di addobbi dai colori antichi riempirono la donna di gioia e la fecero sentire di nuovo come una bambina.
Una volta avvicinatasi, trovò ai piedi dell’abete un piccolo fungo grasso e purpureo. Non ne aveva mai visto uno così perfetto, sembrava realizzato da uno scultore di talento. La donna sobbalzò, quando d’un tratto il fungo si mosse. Indietreggiando per la paura, inciampò su una radice emergente dalla neve e cadde a terra. Il fungo continuò a muoversi e si aprì dall’interno. Sotto lo sguardo sbalordito della ragazza, ne uscì una donnina, piccola come un mignolo, con gli abiti, gli occhi e i capelli azzurri come il lago d’estate.
“Eccomi”, disse la donnina, “ero io a chiamarti, portami a casa con te e vedrai che in un modo o in un altro ti aiuterò a trovare marito”.
La donna non ci credette, ma in fondo non aveva niente da perdere. Così mise la donnina in una tasca e ripartì verso casa.
Una volta arrivata, si ritrovò sfinita e dovette andare subito a dormire. Mise la donnina sul comodino e si gettò sul letto. Entrambe dormirono tutta la notte, anche se la donna ebbe più volte la sensazione di essersi alzata e di aver camminato. Tuttavia si svegliò il mattino seguente rinvigorita.
“Penso di non essermi mai riposata così bene”, esclamò e andò allo specchio per pettinarsi. Seduta al consueto sgabello, rimirò i propri occhi scuri, i capelli neri come la pece e il sorriso aguzzo scintillante.
Quando la donnina dal comodino la vide riflessa disse: “Lo sapevo, sei tu stessa la dama in nero di cui tutti hanno paura ed è per questo che non hai ancora trovato marito”.
La donna si voltò a guardarla con stupore. Essendosi sempre vista così allo specchio, non aveva mai sospettato che ci fosse qualcosa di strano in lei.
“Cosa devo fare?”, chiese disperata.
“Non temere”, esclamò la donnina, “devi iniziare l’anno con la semplicità dei momenti, quelli che contano e vedrai che il tuo aspetto migliorerà”.
“Ma cosa significa”?
“Non pensare tutto il giorno a trovare marito, fai le cose semplici che ti piacciono, quali sono?”.
A quella domanda la donna rimase sorpresa. Ci pensò un momento, poi disse: "respirare l’aria fredda dell’inverno, raccogliere la legna per il fuoco e scovare i bucaneve”.
“Bene”, rispose dunque la donnina, “allora con l’inizio dell’anno fai tutte queste cose e non pensare a nient’altro. Col tempo il tuo aspetto migliorerà e vedrai che riuscirai a trovare marito”.
Fu così che la donna il primo giorno dell’anno uscì e passò molto tempo a respirare l’aria dell’inverno, andò nella legnaia e raccolse molta legna per il caminetto. Infine si diresse in un punto riparato della casa, in cui precocemente crescevano i candidi bucaneve e gioì nel vederne già uno sbucare dal manto ghiacciato.
Continuò a fare queste cose fino alla fine dell’inverno. La primavera arrivò e trascorse tranquilla e tiepida. E finalmente, all’inizio dell'estate, un avvenente gentiluomo chiese la sua mano. La dama oscura era scomparsa e la donna visse a lungo felice con il suo amato, tenendo sempre la donnina del bosco con sé.

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Io aspetto.


