Come l’uccello aspetta nutrimento
nel suo caldo nido e, sempre attento,
mira la madre, che lo mise al mondo,
volare spesso qua e là sul latifondo
in cerca di cibo e, ai falchi sfuggita,
tornare lì, dove, implume, freme,
perché sa che il lombrico gli dà vita,
essendo per esso l’unica sua speme;
nel suo caldo nido e, sempre attento,
mira la madre, che lo mise al mondo,
volare spesso qua e là sul latifondo
in cerca di cibo e, ai falchi sfuggita,
tornare lì, dove, implume, freme,
perché sa che il lombrico gli dà vita,
essendo per esso l’unica sua speme;
così io attendo, ansioso, il tuo ritorno,
che m’impregna la mente di fervore,
che colma i miei vuoti d’ogni giorno,
che al mio cuore dona gran fulgore,
perché è desso che mi dà salute e lena
quando il greve sconforto m’avvelena.
Con tanta gioia un dì ci unì l’amore,
che avvolse i corpi e le nostre menti,
che fu per noi luce vivida e sapore
della natura, madre di soavi sentimenti.
Io ti chiamo, ma l’eco non ti arriva,
navigo in un mare che è in tempesta;
la mia speranza, ahimè, è alla deriva,
io naufrago, ché il fato non s’arresta.
Dal mio libro LACRIME E SORRISI -
Pellegrini Editore - Cosenza 2014
Poesia scritta il 24/11/2014 - 15:23
Letta n.1293 volte.
Voto: | su 14 votanti |
Commenti
Poesia sofferta, ma tu non perdere mai la speranza!!
Chiara B. 26/11/2014 - 18:50
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UN intenso grido di speranza,
opera intensa,piaciuta,complimenti GINO
opera intensa,piaciuta,complimenti GINO
genoveffa 2 frau 24/11/2014 - 22:35
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