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L'ULTIMA AMICA

L'ULTIMA AMICA


Accolsi la Morte come un'amica
venuta col suo calesse di pace.
Salutai il vuoto dietro di me
e entrai nella carrozza grigia.
Lei mi parlò e mi rivelò
il mio vero nome,
dimenticato tra gli uomini.
In quel luogo sì triste e scuro
trovai la mia casa,
il compimento di questo dolore.


Non fu lungo il viaggio
e raccontando la mia vita
quasi non m'accorsi d'essere giunto
alla finale meta di quiete.
Parlammo di re e di potere
di superbia e ricchezze
e lì trovai la risposta
alle mie perpetue domande.


Era vestita di stracci
e un consunto mantello la ricopriva,
Lei che decideva d'ogni creatura.




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Poesia scritta il 12/12/2014 - 21:53
Da Federico Maria Di Vizio
Letta n.1312 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


"Il vestito della morte è senza tasche"
Così diciamo noi, per stare a significare che niente porteremo con noi, se non le nostre mancanze. Le ricchezze, semmai ne avassimo, restano qua
Molto particolare ma da riflettere su questa tua. Ciao...

Gio Vigi 13/12/2014 - 21:03

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Un po' particolare ma efficace!
Ciao
Aurelio

Aurelio Zucchi 13/12/2014 - 16:41

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Un'amica che fa capire che non d'oro si debba rivestire il corpo ma d'umiltà ,
molto profonda,piaciuta

genoveffa 2 frau 13/12/2014 - 15:27

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Perdona il refuso...ma l'augurio era ed è autentico!

Vera Lezzi 13/12/2014 - 14:54

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Quanti stracci accumuliamo tutti, quanti! Anziché puntare a vestirci unicamente di ciò che conta davvero!
Profonda e preziosa introspezione.
BUONA GIOUNATA! Vera

Vera Lezzi 13/12/2014 - 14:52

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Questa tua visione, così ben espressa, la faccio mia, nel profondo. Grazie.

Valerio Poggi 13/12/2014 - 10:58

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