IL POETA PAZZO
Il mio astruso malcontento
grido forte nel tormento,
di favelle che domando
non so dare intendimento,
grido forte nel tormento,
di favelle che domando
non so dare intendimento,
di una logica formale
la mia lira non è tale,
vede il mondo e pone veto
verseggiando sul concreto.
Verseggiando in tal cornice
più ricolmo è ciò che dice
di follie non naturali
che si prestan come tali
alla mente imperatrice
che troneggia sui miei mali.
Oh mio verso verseggiante
della sera e del mattino,
sei illusione già presente
giacché vivi nel cammino
riportando il finto sogno
a chi vive a capo chino.
Questa notte è per chi spera,
vi saluto con l’inchino.
Riderò con molto gusto
all’ avvento dell’ingiusto.
Poesia scritta il 02/04/2015 - 00:22
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Commenti
Un finale bellissimo che ricorda un po' le commedie tetrali italiane; il verseggio a mo' di filastrocca è molto ben intasiato in una cornice quasi spavalda che dona piacevolezza.
luciano rosario capaldo 02/04/2015 - 08:31
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un ritratto del poeta appropriato,il quale spesso trasmette nei versi le sensazioni che prova in modo astratto e anche contorto.Ti auguro una Buona Pasqua!
Anna Rossi 02/04/2015 - 05:26
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originale pittoresca lirica sul ruolo del poeta che è sempre un po' pazzo un po' artista
stefano medel 02/04/2015 - 04:56
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