Cosa potrei capire di me
quando la penna vaga senza meta
a tracciare linee, alberi, case,
forme varie
generate come da sé.
quando la penna vaga senza meta
a tracciare linee, alberi, case,
forme varie
generate come da sé.
Se divago sovrappensiero
un senso d’estraneità mi coglie;
osservo ciò che il caso ha disegnato
e ne resto basita.
Allora mi chiedo:
questi scarabocchi avranno un senso?
Forse uno ce l’hanno,
ben più profondo di quanto io possa pensare...
La ragione allenta le briglie,
e le emozioni prendono il sopravvento.
Il vissuto profondo fuoriesce senza censure.
Il mio temperamento, i miei desideri,
la mia sensibilità,
i miei sogni, la mia fantasia,
tutto in un unico disegno
nato sovrappensiero.
Adriana Giulia Vertucci luglio 2013
Poesia scritta il 04/04/2015 - 15:06
Letta n.1200 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
bella poesia che parla di arte,disegni e schizzi,che prendono forma che diventano un opera,un immagine
stefano medel 05/04/2015 - 02:06
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hai ragione disegnare come in uno stato di trance e poi restare stupiti di ciò che si è delineato, capita anche a me chiedermi se hanno un significato più profondo tutte quelle linee e forme.Piaciuta la tua poesia.CIAO E BUONA PASQUA
Anna Rossi 04/04/2015 - 19:00
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