Guardo da questo precipizio,
M'affaccio,
Con cautela,
Con paura,
Con la gobba del dubbio.
Mi domando se
C'è un raggio coltello,
Capace di trafiggere la pesantezza .
È ingombrante:
Se spio,
Se sbircio,
C'è sempre lei
Che mi si para davanti
E mi oscura la vista.
Non posso pretendere il sole,
Non posso nemmeno sapere,
Dove io stia andando,
Senza orizzonte
Senza meta,
Senza neanche stelle che mi guidino.
Perché allora ho le ali?
A cosa mi servono?
Toglietemele!
Sono solo un souvenir di tempi di vita.
Non voglio ricordare il cielo,
Le stelle,
Le nuvole,
La luna!
Fa male ricordare,
Spezzatemi ora queste dannate ali!
Devo dimenticare,
Devo imparare a vivere con la nebbia,
Il mio nuovo tetto,
La mia nuova vita.
M'affaccio,
Con cautela,
Con paura,
Con la gobba del dubbio.
Mi domando se
C'è un raggio coltello,
Capace di trafiggere la pesantezza .
È ingombrante:
Se spio,
Se sbircio,
C'è sempre lei
Che mi si para davanti
E mi oscura la vista.
Non posso pretendere il sole,
Non posso nemmeno sapere,
Dove io stia andando,
Senza orizzonte
Senza meta,
Senza neanche stelle che mi guidino.
Perché allora ho le ali?
A cosa mi servono?
Toglietemele!
Sono solo un souvenir di tempi di vita.
Non voglio ricordare il cielo,
Le stelle,
Le nuvole,
La luna!
Fa male ricordare,
Spezzatemi ora queste dannate ali!
Devo dimenticare,
Devo imparare a vivere con la nebbia,
Il mio nuovo tetto,
La mia nuova vita.
Poesia scritta il 25/06/2015 - 20:12
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Commenti
Molto malinconica. Non potersi e non volersi liberare della nebbia , spiccare un volo e librarsi al di sopra sembra ormai impossibile; una rassegnazione che ben rappresenta lo stato d'animo afflitto ed impaurito.
luciano rosario capaldo 26/06/2015 - 08:52
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