Mi schianto
contro il muro invisibile
che si eleva al di sopra del mio cielo.
Cado dall'alto di un sogno eccelso,
audace tentazione
superare il limite sondabile,
andare oltre la linea piatta
che demarca il confine della vita.
Fallace illusione
quella di credersi immortali
semi- dei dalle sembianze umane
a cui soli è concesso
confrontarsi col tempo.
Non si può tener alto lo sguardo
al cospetto del Sole sfavillante,
sarebbe un affronto all'abbaglio di luce
insostenibile,
regger alla vista dell brillio accecante
che ferisce l'occhio,
varcare la soglia del sensibile.
L'immenso spazio blu
è come un abisso proibito,
immensa distesa inospitale
per noi infimi esseri incapaci di fluttuare in aria
elevarci al di sopra del nostro naso,
un deserto angusto che non può dissetare
la voglia di sconfinare oltre l'orizzonte
del visibile consentito.
Come grumi di formiche
ci agitiamo confusamente,
nella frenesia operosa
plasmiamo e disfiamo il mondo senza sosta,
colmiamo le ore affaticandoci per niente
sin quando schiacciati da una una forza inconoscibile
il buio non ci sommerge.
Noi, che camminiamo sul fragile equilibrio
di un filo sottile
che una leggera oscillazione può far tentennare,
noi maldestri funamboli
attraversiamo lunghe distanze
che ci separano dall'improbabile riuscita
sorvoliamo il vuoto vertiginoso
per poi ricadere precipitosamente in basso,
sentir la terra vacillare sotto i piedi
sempre vagar nell'oblio dell'incertezza.
contro il muro invisibile
che si eleva al di sopra del mio cielo.
Cado dall'alto di un sogno eccelso,
audace tentazione
superare il limite sondabile,
andare oltre la linea piatta
che demarca il confine della vita.
Fallace illusione
quella di credersi immortali
semi- dei dalle sembianze umane
a cui soli è concesso
confrontarsi col tempo.
Non si può tener alto lo sguardo
al cospetto del Sole sfavillante,
sarebbe un affronto all'abbaglio di luce
insostenibile,
regger alla vista dell brillio accecante
che ferisce l'occhio,
varcare la soglia del sensibile.
L'immenso spazio blu
è come un abisso proibito,
immensa distesa inospitale
per noi infimi esseri incapaci di fluttuare in aria
elevarci al di sopra del nostro naso,
un deserto angusto che non può dissetare
la voglia di sconfinare oltre l'orizzonte
del visibile consentito.
Come grumi di formiche
ci agitiamo confusamente,
nella frenesia operosa
plasmiamo e disfiamo il mondo senza sosta,
colmiamo le ore affaticandoci per niente
sin quando schiacciati da una una forza inconoscibile
il buio non ci sommerge.
Noi, che camminiamo sul fragile equilibrio
di un filo sottile
che una leggera oscillazione può far tentennare,
noi maldestri funamboli
attraversiamo lunghe distanze
che ci separano dall'improbabile riuscita
sorvoliamo il vuoto vertiginoso
per poi ricadere precipitosamente in basso,
sentir la terra vacillare sotto i piedi
sempre vagar nell'oblio dell'incertezza.

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Voto: | su 16 votanti |
Commenti
OLTRE IL LIMITE... LE NOSTRE SPERANZE... DECANTO COSTRUTTO DILIGENTEMENTE COL TUO SOLITO ORGOGLIO... LIETA GIORNATA













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Poesia ambiziosa nei contenuti e nel significato, piaciuta.


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Ciao Daniela ci rincontriamo anche qua, sei molto brava, non resta che farti i complimenti. Un caro saluto.


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