Se guarderò una che, magnifica, continuerà a brillare le darò il tuo.
Cascata che d'affetto m'inondi,
mentre gli altri hanno solo i rivoli,
di passioni profondi.
Donna, splendida e paziente, sei con me,
anche quando d'adulto mi travesto,
mi tratti come un bambino incosciente.
Mi prendi in giro, consapevole dell'affetto che ti voglio,
sapendo che indietro sempre ritorno.
T'ho chiesto tre schiaffi, un dì alternato,
per farmi rinsavire,
nel caso avessi fatto qualcosa di sbagliato.
Non ci siamo incontrati per sbaglio,
il nostro amore di dolorose doglie,
è del destino è l'abbaglio.
Ancor quando il giorno s'illumina,
nelle prime ore del mattino,
mi guardi come fossi colpevole,
e mi dici non fare il cretino.
Allora il rigido rituale della mia prima scusa,
che contraddice gli occhi,
di chi ancora assonnata ti accusa,
che perdono cerca con gradevoli tocchi.
Ti dono questi versi sinceri,
stavolta da uomo redento,
oh mia prima stella di tutto il firmamento.
Prenditi cura di me e di questi versi,
che non ho voluto dirti in prosa,
per convincerti che sarai mia sposa.
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Bravo Emanuele