Non ti dirò come amoreggiano le nubi
quando spira maestrale,
come venga
primavera, dopo le gelate nevi
e come s'aggruppino nell'erba
secca dei campi le cornacchie
che becchettano rabbiose
i giovani daini
curiosi sui loro nidi.
Ma ti dirò
che amo te
la tua bocca
quando le tue labbra
teneramente
dolcemente
veleggiano per il mio corpo
come un'isola ignota
e sorprendente.
Ma ti dirò
che amo il tuo corpo
quando la mia bocca
teneramente
dolcemente
assapora all'infinito
la tua terra,
odore d'antico e voce nuova,
che ogni volta
s'imbeve dei piovaschi
ed ogni volta
gioisce del patto
che produce arcobaleni.
quando spira maestrale,
come venga
primavera, dopo le gelate nevi
e come s'aggruppino nell'erba
secca dei campi le cornacchie
che becchettano rabbiose
i giovani daini
curiosi sui loro nidi.
Ma ti dirò
che amo te
la tua bocca
quando le tue labbra
teneramente
dolcemente
veleggiano per il mio corpo
come un'isola ignota
e sorprendente.
Ma ti dirò
che amo il tuo corpo
quando la mia bocca
teneramente
dolcemente
assapora all'infinito
la tua terra,
odore d'antico e voce nuova,
che ogni volta
s'imbeve dei piovaschi
ed ogni volta
gioisce del patto
che produce arcobaleni.
(17 giugno 2012)
Poesia scritta il 18/10/2012 - 15:40
Letta n.1265 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Grazie della visita, Claretta e del commento. Giancarlo
Giancarlo Rocchetta 19/10/2012 - 17:34
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molto tenera e bella.
Claretta Frau 19/10/2012 - 14:37
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